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Domenica 28 Aprile 2024




Chiudere subito gli OPG e accogliere gli internati sul territorio

Psichiatria Democratica denuncia lo stallo del processo di dismissione.

psichiatria-democraticaAl 15 gennaio in Italia sono 1073, tra uomini e donne, gli internati negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Solo in Campania sono 280: 114 a Napoli e 166 ad Aversa. Psichiatria Democratica denuncia una situazione di gravissimo stallo nel processo di dismissione che dovrebbe concludersi il 31 marzo 2013, dal momento che manca un progetto organico di accoglienza sul territorio.

 

Secondo il decreto Legge 22 dicembre 2011, n. 211 (convertito in Legge 17 febbraio 2012, n. 9) recante "Interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri", gli OPG dovrebbero essere chiusi definitivamente il 31 marzo 2013. Tuttavia Psichiatria Democratica non registra che si stiano compiendo dei passi nella direzione della ricollocazione sociale di queste persone. “Di fatto la legge stabilisce la chiusura degli OPG. La maggior parte degli internati, circa 400, hanno scontato la loro pena e non sono pericolosi, pertanto possono essere accolti nelle strutture psichiatriche, geriatriche o per handicap stabilizzati, mentre gli altri andrebbero sorvegliati per garantire l’incolumità sociale. Per tutti andrebbe predisposto un piano individuale che consentirebbe una giusta presa in carico di queste persone dimenticate, ma anche un risparmio in termini economici”- spiega Emilio Lupo, Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica.

Tuttavia, si legge nel comunicato stampa ufficiale di Psichiatria Democratica non c’è “nè l'attenzione necessaria né tantomeno quel fervore che pure avevamo colto, negli anni  ‘80, allorquando, ASL, Regioni e Servizi territoriali (di Salute Mentale, geriatrici o di handicap stabilizzato) crearono, in tante realtà locali la giusta osmosi tra il dentro e il fuori, cioè tra il manicomio e quel territorio sul quale bisognava costruire l'alternativa per il ricoverato, anche attraverso il coinvolgimento collettivo. E' questa, una constatazione, che avevamo avuto modo di sottolineare, anche all'indomani delle nostre ultime visite alle strutture in novembre: si evidenziava, difatti,  la burocratizzazione del percorso, l'attardarsi intorno a tavoli di lavoro per lo più scollegati dai contesti nei quali si dovrebbero, naturalmente, dispiegare i programmi di ritorno sul territorio di tutte le persone ancora costrette in OPG”.

Il lavoro straordinario compiuto dalla Commissione Marino, il monito del Presidente Napolitano e le stesse migliaia di firme raccolte da Psichiatria Democratica nel Paese, a testimonianza di un risposta netta ad un sentire comune perché si completasse -finalmente – con la chiusura degli Opg il cammino tracciato da Franco Basaglia, richiedono un ulteriore sforzo.

“In Campania sono 280 gli internati: 114 a Napoli e 166 ad Aversa. Gli OPG campani sono strutture vecchie. Rispetto alla gestione non abbiamo mai denunciato vessazioni da parte degli utenti, tuttavia manca un Progetto Individualizzato e sarebbe necessario anche in Campania attivarsi per realizzare l’accoglienza sul territorio. Sono passati mesi dal decreto legge, se ci si fosse organizzati per tempo saremmo a buon punto. La chiusura non è un atto burocratico, ma prevede un rinnovo sostanziale del sistema con uno spostamento dall’approccio carcerario a quello sanitario e dell’accoglienza”- chiarisce Lupo.

Nella pratica Psichiatria Democratica richiede quanto segue:

A) Titolarietà pubblica dei singoli progetti sia per garantire il raccordo tra tutti gli attori in campo (Regioni, ASL, familiari, volontariato, territori etc.),  sia per evitare che il vuoto progettuale consegni nelle mani  di un privato mercantile il futuro degli attuali internati o che si traduca, come già se ne colgono allarmanti segnali, attraverso l’accorpamento di più moduli, in una loro neo -manicomializzazione in strutture anche di grandi dimensioni (da Castiglione delle Stiviere a Girifalco) ;

B) Creazione di una task-force da parte dei Ministeri della Salute e della Giustizia quale ponte con le Regioni, al fine di garantire "buone dimissioni", con giusta allocazione di risorse umane ed economiche in grado di garantire nel tempo l'attuazione di progetti casa e progetti lavoro individualizzati anche per quanti saranno restituiti alla loro comunità temporaneamente accolti nelle strutture che noi vogliamo di piccole dimensioni;

C) Penalizzazioni di tipo economico alle Regioni che non adempiranno - nei tempi concordati - a quanto previsto dal Decreto Severino sulla chiusura degli OPG;
D) Monitoraggio attivo, da parte del Ministero della Salute, circa l'attuale e la futura collocazione delle persone ristrette in OPG.

AdG

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