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Giovedì 28 Marzo 2024




Opg: a Napoli il Gesù e Maria ospiterà gli ex internati

Intanto si va verso la proroga della chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, prevista per legge entro fine mese.

opgLa chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari al 31 marzo è ormai una chimera. Le strutture esterne di salute mentale che dovrebbero ospitare gli ex internati sono lontane dall’essere pronte, anche se sono state già individuate. A Napoli centro sarà ristrutturata una parte dell’Ospedale Gesù e Maria.

Nei due Opg regionali sono attualmente internate circa 280 persone, 160 ad Aversa e 115 a Secondigliano. “Abbiamo 15 unità in più rispetto alla capienza regolamentare, 5 in meno rispetto alla soglia tollerabile”, dice il direttore dell’Opg di Napoli Stefano Martone, “Negli ultimi mesi sono aumentati i ricoveri, un dato paradossale se si pensa che si va verso la dismissione”. In realtà il numero dei detenuti campani si è quasi dimezzato dal 2009, passando da 190 a109. A determinare l’aumento la chiusura forzata dell’Opg siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto, posto sotto sequestro per ordine della Commissione parlamentare presieduta da Ignazio Marino. “Il 31 marzo l’Opg non chiuderà. Non abbiamo ancora notizie certe, ma la proroga sarà inevitabile”, si dice certa la direttrice dell’Opg di Aversa Elisabetta Palmieri. Per i due direttori la riforma imposta dalla legge 9 del 2012, che prevede la chiusura degli Opg è resa monca da un mancato adeguamento del Codice Penale: “Il problema è che in Italia vengono ancora applicate le misure di sicurezza, nel senso che ancora oggi si è privati della libertà personale per una presunta “pericolosità sociale”, un concetto, una percezione”, spiega Martone; “Il Codice penale lega ancora la malattia alla pericolosità per sé e per gli altri, e quindi a misure coercitive e detentive. Se persiste così forte il binomio  cura e custodia, la dismissione degli Opg rischia di rimanere solo sulla carta”, dice la Palmieri.

Della prossima dismissione è certo lo psichiatra Giuseppe Nese, componente del tavolo regionale sugli Opg: “Il termine del 31 marzo stabilito dalla legge era per usare un eufemismo ottimistico. In questo anno però si è lavorato molto per preparare il terreno alla dismissione”. Solo a Febbraio il ministero della Salute ha destinato alle Regioni i fondi per la realizzazione delle strutture ordinarie in cui trasferire gli internati. I progetti dovranno essere presentati entro aprile. 173 milioni di euro, 18 dei quali destinati alla Campania. “risorse adeguate, in Regione siamo pronti con un programma già da giugno dello scorso anno”, dice Nese, che sottolinea “Fughiamo ogni dubbio sul rischio di speculazioni privatistiche, in Campania le strutture ordinarie di Salute Mentale faranno capo all’Asl e saranno interamente a gestione pubblica”.

Sulla carta le strutture già sono state individuate: a Napoli centro sarà ristrutturata per destinarla agli ex internati una parte dell’Ospedale Gesù e Maria, per l’Asl Napoli 2 sorgerà ad Acerra, Napoli 3 a Cicciano, per Avellino a San Nicola Baronia e per Salerno a Capaccio. Una struttura interamente destinata alle donne sarà invece aperta nel comune di Calvi Risorta a Caserta. “Per completare la dismissione però è importante che anche l’amministrazione penitenziaria garantisca l’apertura di reparti di Salute Mentale all’interno delle carceri per chi ha da scontare una pena e soffre di disturbi psichici. Per ora esistono solo a Santa Maria Capua a Vetere e nella casa circondariale femminile di Pozzuoli”, sottolinea Nese, “Se si implementano i servizi la chiusura degli Opg può rendersi effettiva anche senza modifiche immediate al Codice Penale, argomento sul quale è importante aprire una riflessione”. La Conferenza delle Regioni ha intanto, fissato, l’ammontare delle risorse necessarie  al personale da impiegare nelle nuove strutture: 55 milioni, circa 5 per la Campania. Si attende ora un decreto del governo. “Siamo in ritardo rispetto al crono programma imposto dalla legge, ma si procede con una tempistica più realistica”, dice Nese, “Credo che le prime aperture ci saranno a settembre, l’importante ora è che non ci siano ulteriori internamenti negli Opg”. 

 (Luca Romano)

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