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Lunedì 29 Aprile 2024




Il fisco implacabile della camorra

In Campania diecimila imprese chiuse in 5 anni a causa della criminalità

sos-impresaPresentato all'Università Suor Orsola Benincasa il focus regionale del dossier di Sos Impresa. Dati allarmanti: ogni anno 50 mila imprese colpite dalla criminalità organizzata. Calcolato per l’intero sistema un costo di 4,5 miliardi di euro, equivalente al 5 percento del Pil. E intanto la commissione Antiraket studia un bando rivolto al Terzo Settore per programmi sostegno vittime.

I dati. Nel cartello della Mafia Spa, l’impresa che movimenta più denaro di ogni altra in Italia, la camorra recita un ruolo da protagonista. Il giro d’affari prodotto nella sola Campania, senza contare i tantissimi investimenti fuori regione e il giro di droga, ammonta a quasi 5 miliardi di euro. Sono frutto di una serie di reati che colpiscono, fino a soffocare, l’economia legale. Tra tutti il fatturato maggiore deriva dall’usura, che come anticipato da un’inchiesta di “Napoli Città Sociale” è l’affare delle mafie in tempo di crisi: circa 3 miliardi di euro in Campania, pronti a essere immessi nel mercato. “E’ un reato per il quale le pene sono molto basse e facilmente finiscono in prescrizione”, spiega il presidente nazionale di SosImpresa Lino Busà, “Gli usurai sono sempre liberi di agire, le denunce si contano sulle dita delle mani. Un ottimo strumento per riciclare. E poi con la pubblica amministrazione che mediamente paga in 37 mesi solo la mafia con i suoi ingenti capitali è in grado di investire”. A seguire tra i reati più dannosi per le imprese della nostra regione il racket, con un danno di 900 milioni annui, furti e rapine, 600 milioni, truffe, 275 milioni, e ancora contrabbando e contraffazione di nuovo in crescita.

La mappa. Nel dossier i dati non restano pure astrazioni, ma sono corredati da decine e decine di casi specifici, tratti da inchieste giudiziarie. Una mappa che consente di disegnare la geografia dei dominio dei clan in città e provincia. Nel dettaglio della fiscalità del pizzo una tabella indica le “aliquote” quartiere per quartiere: zone rosse l’Agro Aversano,il Nocerino – Sarnese,Napoli centro e provincia. In media i negozi sono costretti a pagare dai 250 ai 500 euro, se elegante dai 500 ai 1000, un banco al mercato 15 euro al giorno, mentre la percentuale del “pizzo” per cantiere va dal 5 al 7 percento. “Sono disincentivi agli investimenti. – continua Busà - Mi è capitato di ricevere richieste di rassicurazioni da parte di imprese straniere titubanti sulla possibilità di aprire filiali in Campania e più in generale al Sud.

La violenza fattore economico. “Le cifre sono impressionanti e ci dicono che contrariamente a quanto sostiene l’economia classica le mafie sono un fattore interno e non estraneo al mercato. E questo equivoco produce un ritardo nell’analisi e nell’assunzione di contromisure”, Isaia Sales,durante il dibattito moderato dal docente di Storia Contemporanea Marcello Ravveduto, pone l’accento sul peso dell’esercizio della violenza nell’evoluzione delle dinamiche economiche. “E’ quanto avvenuto con gli appalti della Salerno - Reggio Calabria oppure con la distribuzione del latte in Campania, conquistata con la violenza dal clan Zagaria. In entrambi i casi con una convenienza dell’impresa regolare”, fa esempi concreti il presidente del coordinamento antiracket Lorenzo Diana, che aggiunge: “Il contrasto alla criminalità non può venire solo dalle operazioni di polizia, serve un impegno della politica. Un esempio: il modello Caserta. Ha portato alla cattura di pericolosissimi latitanti, ma in città i negozi pagano ancorail pizzo”.

La disperazione delle vittime. Nell’ultimo anno cinque commercianti si sono suicidati a Napoli: “Una sconfitta doppia, alcuni di loro si erano anche rivolti alla giustizia e avevano denunciato”, dice il coordinatore regionale di Sos Impresa Luigi Cuomo, “Sono esempi del fallimento dello Stato, per le vittime si fa ancora troppo poco, ma è fondamentale che siano le persone a pretendere libertà e sicurezza esercitando pressione sulle istituzioni”. Da Franco Malvano, presidente della Commissione antiracket della Regione arriva una promessa: “Stiamo preparando un bando rivolto alle associazioni del Terzo settore per programmi di supporto specifico a favore delle vittime che denunciano”.

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