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venerdì 26 Aprile 2024




Un Faro per i mangiatori compulsivi

Quella dal cibo è tra le dipendenze più subdole, ma guarire si può

Lee PriceIl cibo, essenza della vita, consumato in modo compulsivo o negato, può portare anche alla morte. Eppure pochi sanno che per smettere di mangiare senza contenersi non basta una dieta. La dipendenza da cibo è pari a qualsiasi altra dipendenza, ma più subdola e meno riconosciuta.

Guarire si può, partecipando ai gruppi e alle riunioni di Oa, Overeaters Anonymous.
Ci racconta come, Angela M. referente dei Mangiatori Compulsivi Anonimi, Gruppo il Faro di Napoli.

"O.A. un faro per i mangiatori compulsivi" è la riunione aperta degli OA, OVEREATERS ANONYMOUS di Napoli che avrà luogo sabato 17 dicembre alle 9.30 in via Paladino, 20 presso l'Istituto S. Giovanni Bosco. Sarà un momento d’incontro tra i membri OA, i professionisti, le altre associazioni e chiunque desideri conoscere l'associazione. Interverranno: Gianluigi Laguardia - giornalista; Antonio Trabasso, psicologo e psicoterapeuta, responsabile del Servizio Psicologico presso la Casa di Cura Villa dei Fiori; Sica Pasqualina, psicologa e psicoterapeuta cognitiva comportamentale dello Studio Maya; Anna Campanile, nutrizionista; Chiara Pozzi dell'ordine dei ricostruttori nella preghiera di Napoli, esperta di meditazione profonda.
In previsione di quest'incontro e per divulgare l'opportunità di guarire a quanti soffrono della dipendenza da cibo abbiamo intervistato Angela M., responsabile della comunicazione pubblica del Gruppo Faro.

Che cos’è OA? 

OA è un'associazione di mutuo-auto-aiuto basata sul programma di recupero di alcolisti anonimi:uomini e donne di tutte le estrazioni sociali si incontrano per aiutarsi a risolvere un problema comune: il mangiare compulsivo. Qualcuno viene solo pensando di essere incapace di dimagrire, poi scopre che la causa è nel suo disagio emotivo. L’unico requisito per essere membri è il desiderio di smettere di mangiare in modo compulsivo per porre fine ad una vita che può sembrare senza senso.

Quando nasce l'associazione e quando il Gruppo di Napoli?
Nel gennaio del 1960, tre donne di Los Angeles, California, cominciarono a incontrarsi con il proposito di aiutarsi l’una con l’altra nei loro problemi alimentari. Il programma che seguirono era e continua a essere modellato sul programma di Alcolisti Anonimi. Da quella prima riunione, OA è cresciuta al punto che oggi ci sono migliaia di gruppi in tutto il mondo. In Italia il primo gruppo nasce 28 anni fa. A Napoli gli OA esistono da 9 anni.  La nostra sede è a via Pasquale Scura presso la Chiesa delle Pentite dove ci riuniamo ogni lunedì dalle 17.30 alle 19.00. L'ingresso è libero. 

Sotto il termine mangiatori compulsivi ricadono più disturbi alimentari? Chi è un OA?

La malattia è trasversale, perché può colpire chiunque al di là dello status sociale, del livello culturale, dell'età. OA abbraccia tante problematiche: dal disordine del comportamento alimentare, alla bulimia,  fino all'anoressia. Perché anche se gli anoressici non mangiano usano il cibo allo stesso modo di chi mangia troppo: per distogliere il pensiero dalle emozioni, per riempire un vuoto interiore e sviluppano allo stesso modo una cattiva percezione del proprio corpo.
Due sono i tipi di problemi da cui è affetto chi è dipendente dal cibo: una sorta di "intolleranza" ad alcuni alimenti che scatenano un consumo ossessivo compulsivo. Ad esempio la maggior parte degli OA è compulsivo rispetto agli zuccheri: mangiarne scatena la voglia di mangiarne ancora in modo illimitato. Pur sapendo che quella cosa mi fa male non riesco a fermarmi. Poi ci sono i problemi psicologici che sono causa ed effetto del problema: la sensazione comune degli OA è di avere rimorsi per il passato e angoscia per il futuro.

Come si concilia questo malessere esistenziale con una società che vuole tutti perfetti a partire dall'apparenza?
Il mal di vivere è un disturbo antico e dipende dall'incapacità di riconoscere le proprie emozioni e di adattarsi alle situazioni esterne. Sicuramente oggi è più incalzante l'imperativo ad avere un corpo perfetto. Invece chi mangiare in modo eccessivo e ingrassare è un modo di corazzarsi, di mettere una distanza tra se e il mondo da cui non ci si sente accettati.  

La patologia condiziona la vita lavorativa, relazionale, sentimentale?
Assolutamente si, condiziona la vita in modo negativo. Sia da un punto biologico perché il troppo cibo o la mancanza di cibo ottundono il cervello e determinano problemi di attenzione e di concentrazione. Sia da un punto relazionale a causa del "come" si mangia, oltre che al "quanto" si mangia: chi ha il disturbo mangia di nascosto, di notte, in piedi. Alla fine non riesce neanche più a lavorare.

Può spiegarci come si può uscire dal disturbo?
Molti di noi hanno cercato di ridurre l'assunzione di cibo attraverso diete drastiche, pillole, vomito, ma ogni volta questo tentativo falliva. Attraverso l'analisi di tutte queste esperienze fallite si ammette di non avere la forza sufficiente, ecco si ha bisogno di credere in un Gruppo, in un potere superiore a cui affidare il proprio problema. Noi basiamo la nostra forza nello stare insieme, nel condividere, nell'amarci: l'altro conosce la mia stessa sofferenza, non mi giudica, ma anzi mi comprende.
Partiamo dal presupposto che la malattia può essere fermata un giorno alla volta entrando nel programma semplice, cambiando l'approccio quotidiano alla vita. Il programma non è una dieta che ti fa entrare in un vestito che non ti entrava più. Il programma punta a curare vari aspetti. C'è il recupero fisico: la persona deve seguire un piano alimentare prescritto da un esperto scrivendo ciò che mangia e gli stati d'animo. Noi suggeriamo di consultare uno specialista, psicologo o psicoterapeuta se necessario. Infatti un lavoro importante è quello sulla consapevolezza dei propri stati d'animo e sulla responsabilità che passa anche attraverso la scrittura. La persona deve riconoscere e scrivere che quando mangiava in eccesso era triste o arrabbiato. In tutto ciò può aiutarmi dare una'entità spirituale.

In che senso? L'approccio non vale per chi è ateo?

Il nostro approccio è spirituale perché si fa riferimento a principi spirituali di: responsabilità, onestà, uguaglianza, anonimato. Nessuno si espone col suo nome e nel Gruppo non sono considerate le differenze economiche, culturali o sociali. Ci consideriamo tutti di pari dignità. Chiamiamo l'entità a cui affidiamo il nostro proposito di guarigione "potere superiore" perché abbraccia tutte le religioni, può essere Dio, un amico, il Gruppo.

Cosa sono i 12 passi e le tradizioni?

I 12 passi del programma scritti in base all'esperienza vissuta dai membri offrono uno nuovo stile di vita basato sul riconoscimento della responsabilità dei propri atti. Spesso, e questo vale per tutti, si tende ad attribuire la responsabilità delle nostre azioni agli altri invece di modificare i propri comportamenti. 
Le 12 tradizioni spiegano i principi e gli obiettivi dei gruppi di OA, aiutano i gruppi a restare uniti e a funzionare bene. La V tradizione ci dice che lo scopo primario dei Gruppi è trasmettere il messaggio ai mangiatori compulsivi che soffrono anche a chi non soffre, perché così anche i familiari e gli amici di chi ha questo problema possano comprenderlo.
Di solito c'è un giudizio molto severo nei confronti di chi non sa contenere il modo di nutrirsi perché viene accusato di mancanza di volontà. Questa dipendenza non è facilmente comprensibile perché il cibo fa parte della vita, si pensa che dell'alcol posso fare a meno, del cibo no, quindi il cibo non è visto come una sostanza da cui essere dipendente. Ma l'abuso di cibo può uccidere come l'alcol. Dietro l'infarto, il diabete, il collasso di alcuni spesso c'è il troppo cibo o la carenza di cibo.

Quando scatta il fattore X e si esce dal disturbo compulsivo?
C'è chi subito entra nella "nuvola rosa" e riesce a seguire il percorso, c'è chi fa più fatica e resistenza anche ad ammettere il problema. La cosa importante è non abbandonare mai le riunioni perché è da là che si trae forza e speranza.

Può dirci lei come è "uscita" dal disturbo e come si sente adesso?
Mi definisco in recupero: ho recuperato un peso sano, sono guarita rispetto a patologie come diabete e l'ipertensione, ma so che se torno a mangiare come prima torno a stare male perciò sto attenta a mantenere uno stile di vita sano.  Da quando non faccio più abuso del cibo, ho imparato ad avere fiducia nel mio lavoro, nelle mie capacità, ho ricominciato a vivere. Ne hanno beneficiato i miei figli, la mia famiglia, sono meno critica, più tollerante, perché se ho un approccio positivo alla vita ne beneficiano tutti.

Quale è il messaggio che vuole lanciare a chi ha questo problema?
Il nostro slogan è: "Smetti di mangiare solo per oggi, vivi qui ed ora". Significa recuperare un modo di vivere ancestrale. D'altra parte anche Catullo suggeriva di cogliere l'attimo.
Ora io so che non posso cambiare ciò che è successo nel passato e non devo investire troppe aspettative nel futuro, ma vedere solo ciò che posso fare oggi con le mie forze perché domani sia migliore. Nella società ci insegnano tante cose, ma non a vivere e conoscere le nostre emozioni.
Il metodo di vita che proponiamo nei Gruppi dovrebbe essere conosciuto da tutti, anche da chi non ha questo problema specifico, però non vive pienamente la propria vita perché è incapace di fare un lavoro su se stesso, di riconoscere le proprie emozioni, una condizione che una volta compresa e praticata, arricchisce e rende più felici.

Alessandra del Giudice

Info: www.oa-italia.it

A Napoli: Lunedì 17÷30 - 19÷00 c/o Chiesa delle Pentite (si entra dal portone verde) Via S. Pasquale Scura n.17 – 80134 cell. 331 77 80 019 mail: ilfarooa@gmail.com
( 1° lunedì del mese riunione aperta a tutti)GRUPPO TELEFONICO Tutti i giorni 7,30÷ 8,00 – 8,00÷8,30 15,30÷16,00
Venerdì  7,00 ÷ 8,00 - 8,00÷8,30 Dom-Merc 21,00 ÷ 22,00 Gio-Ven-Sab 17,00 ÷ 18,00
Tel. 091 860 1111-  Stanza Virtuale: 439583# gruppivirtuali@oa-italia.it

12_Dodici_Passi_e_le_Dodici_Tradizioni.pdf

Contiamocinoi_contiamo.pdf

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