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Giovedì 2 Maggio 2024




Salute mentale e carcerizzazione delle problematiche sociali

Luca NegrognoLuca Negrogno, ricercatore dell'Università di Urbino, si è occupato spesso dei servizi per la salute mentale e ciò lo ha portato a contatto con molte realtà come quella napoletana. Oggi parliamo con lui, in vista dell'appuntamento di sabato 21 febbraio dedicato a “Medicina, Salute Mentale e partecipazione” organizzato dal comitato di lotta per la salute mentale, l'associazione Sergio Piro e il centro sociale Banchi nuovi.

Il processo di ristrutturazione dei servizi socio-sanitari per quel che riguarda la salute mentale è al centro di molto interesse. Come si struttura il rapporto di cura oggi?

Il dato che emerge è in primo luogo quello che le prospettive aperte dalla legge 180 sono in progressivo arretramento e a dirlo non è solo chi analizza, ma spesso gli stessi servizi. Il mio lavoro si è poi basato su una domanda: nell'ambito delle ristrutturazioni che prevedono forme di partecipazione e inclusione sociale, le prospettive migliorano o il degrado percepito è lo stesso? La contraddizione è che le pratiche dei servizi e l'accesso ai diritti viaggiano ancora su binari separati. A livello generale quello che succede è che si attua una sorta di settorializzazione del bisogno che viene definito da una diagnosi e solo questo permette l'accesso a determinate cure. Il lato tecnico ed economico prende cioè il sopravvento su quello umano: la prestazione non è più un diritto ma qualcosa cui si può avere accesso solo se si rientra sotto un'etichetta, e il bisogno diventa allora una possibilità per il mercato.

Molte famiglie di sofferenti psichici si sentono del tutto abbandonate a loro stesse. All’angoscia di non riuscire più a garantire condizioni dignitose ai loro cari, c'è anche la paura dell'assistenza psichiatrica come accadeva per il manicomio tempo fa: come mai?

Il nostro Paese per quanto attraversato da un forte scossone negli anni Settanta e Ottanta non ha visto però un cambiamento politico. Mi spiego: una ricerca di Richard Warner, "Schizofrenia e guarigione. Psichiatria ed economia politica" ha puntato la luce, in passato su un dato scientificamente incontrovertibile. Analizzando, cioè, i tassi si dimissioni dagli ospedali psichiatrici, Warner ha evidenziato come in circa un secolo nei paesi occidentali, guarigione e necessità di forza lavoro, ovvero periodi economicamente attivi, siano direttamente proporzionali. Il dogma dell'inguaribilità è cioè vinto quando bisogna produrre nuova forza lavoro. Può sembrare che io non stia rispondendo direttamente alla domanda, ma quello che voglio intendere è che nel quadro a tinte fosche che riguarda l'area dei servizi per la salute mentale, bisogna rendersi conto che il discrimine lo fa la capacità organizzativa degli stessi esclusi, nonché la capacità dei tecnici, di chi lavora nei servizi, di riprendere i contatti con la dimensione politica. Negli anni Sessanta e Settanta non sono stati i progressi scientifici a permetterci di andare avanti, ma proprio queste nuove modalità di approccio.

C'è poi la questione Opg,  luoghi “inadatti alla cura”,  destinati a chiudere e più volte oggetti di proroghe: oggi si avvicina l'ennesimo termine, quello di marzo 2015 e la soluzione delle Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (rems) vede ancora incertezze.

È necessaria una valutazione ampia: gli Opg sono luoghi chiamati paradossalmente a svolgere una funzione che non punta alla cura ma alla custodia. Contestualmente sono diventati inaccettabili per la società. Eppure la loro esistenza risponde ad un bisogno, ovvero all'impossibilità dei servizi di trattare pazienti difficili. Ancora oggi, quotidianamente e nonostante la prevista chiusura, ci sono persone che vengono demandate agli Opg, ad esempio. Il problema da affrontare a monte, allora, non è la tipologia di struttura che potrebbe anche andare a replicare, in piccolo, lo stesso sistema. Il fatto è che ci troviamo, ancora una volta, davanti alla carcerizzazione delle problematiche sociali.

La foto è di Gabriele Quartieri 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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