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venerdì 26 Aprile 2024




Sgombero “indotto” dei rom dall’Auditorium di Scampia

rom protestaFurono costretti ad abbandonare il campo rom di via Cupa Perillo, Scampia, dopo un incendio doloso l’estate scorsa. Alcune famiglie rom sfollate furono poi ospitate nell’Auditorium di Scampia, in attesa di una soluzione definitiva: precisamente 60 persone, 32 adulti, 5 bambini di un anno, 18 bambini tra i due e i 10 anni e 5 ragazzi tra gli 11 e i 17 anni.

Ora, il termine per quella sistemazione provvisoria – che portava la data 18 aprile 2018 - è arrivato, ma non la soluzione. Così, le famiglie rom sono di nuovo allo sbaraglio. Stamattina una conferenza stampa organizzata dall’associazione “Chi Rom e chi no” che da anni si batte per i diritti dei rom, ormai cittadini napoletani, con la partecipazione di movimenti in lotta,  associazioni, cittadini, comitati per il diritto all’abitare, ha denunciato le politiche di accoglienza inadeguate che ha attuato il Comune di Napoli in questi anni.

I rom di nuovo sfollati e il contributo per pochi

Infatti, da ieri è partita l’erogazione solo per alcune famiglie del contributo economico per lasciare l’auditorium e contestualmente la comunicazione da parte degli uffici comunali a lasciare nel più breve tempo possibile il “Centro di accoglienza comunale”, sebbene da 6 mesi nessun servizio pubblico sia stato previsto. Per quelli a cui è stata rigettata la domanda di contributo, sottolineano dalle associazioni di Scampia, è stato prospettato il collocamento presso il centro d’accoglienza comunale (ex scuola Deledda a Soccavo), completamente decontestualizzato dal proprio territorio, soluzione a cui le famiglie in questione preferiscono la strada. Ad aggravare la situazione il fatto che i moltissimi bambini della comunità rom smetteranno di andare a scuola, dopo i tanti sforzi fatti per la loro integrazione scolastica.

Non rispettati il diritto all’abitare e le politiche di inclusione sociale europee

“Le famiglie preoccupate e abbandonate a loro stesse cercano di capire cosa fare del loro futuro completamente allo sbaraglio in assenza delle politiche comunali in tema di accompagnamento all’abitare per i rom e non solo nel rispetto delle normative nazionali ed europee in tema”, si legge in una nota di Chi Rom e chi no. “Molti sono i dubbi che sorgono rispetto alla posizione che l'Italia e in questo caso il Comune di Napoli ha rispetto alla strategia nazionale d'inclusione sociale dei rom dei sinti e dei camminanti 2012-2020”, continuano dall’associazione.

A parlare è Barbara Pierro, referente di Chi Rom e chi no e responsabile del ristorante Chiku, che dalla sua pagina Facebook commenta: “Le politiche amministrative non possono rifuggire o ridurre il ruolo dei comitati territoriali a meri satelliti decentrati rispetto alle decisioni prese altrove. Purtroppo, dopo mesi di trattative sterili, il risultato per alcune famiglie è quello di una buona uscita per lasciare libero l’Auditorium, per altre, quelle senza permesso di soggiorno, nessun contributo ma la mera disponibilità di un trasferimento inaccettabile presso il centro la Deledda, dopo 30 anni di battaglie per l’inclusione sociale. Nessuno abitare dignitoso, come richiesto da sempre, è stato ottenuto! La lotta non si ferma”.

M. N.

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