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venerdì 26 Aprile 2024




Progetto fuori tratta: i risultati

Da settembre 2016  al 31 dicembre 2020, il progetto “Fuori Tratta” ha registrato 12.444 contatti con potenziali vittime di tratta, attraverso i diversi canali. Si tratta in particolare di  unità mobili, che hanno svolto la tradizionale attività di strada, con particolare attenzione ai luoghi in cui si attesta la presenza di potenziali vittime di tratta e sfruttamento (11.435 contatti); segnalazioni o invii da parte degli enti locali, sia pubblici sia del privato sociale ai Centri ascolto presso le sedi degli enti attuatori (481);  segnalazioni delle Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale di persone potenziali vittime di tratta e/o sfruttamento che confluiscono nei circuiti dei richiedenti asilo (441); segnalazioni del Numero Verde anti-tratta (87).  

In relazione alle attività delle Unità mobili di strada, i dati si riferiscono a 611 uscite, effettuate dal settembre 2016 al dicembre 2020 sul territorio delle aree vaste di Napoli, Caserta e Salerno. Gli 11.435 contatti hanno riguardato per lo più giovani donne vittime di sfruttamento sessuale, principalmente di nazionalità nigeriana o dell’Europa dell’Est. La seconda componente dei contatti delle Unità di strada, vittime di sfruttamento lavorativo o presunte tali, è costituita soprattutto da giovani uomini del Ghana e altri Paesi dell’africa sub-sahariana e del nord Africa (Marocco, Tunisia, Algeria).

Persone prese in carico dal progetto In seguito alle attività di primo contatto, 1.184 persone sono state prese in carico dal progetto ricevendo assistenza, che a seconda dei casi è stata offerta in emergenza, e/o durante la fase di valutazione, e/o a seguito dell’accesso al Programma Unico. Anche in questo caso si tratta soprattutto di donne giovani, sotto i trent’anni, provenienti per l’80% dalla Nigeria.

Dal settembre 2016 ad oggi le persone prese in carico per motivi legati al permesso di soggiorno sono state coinvolte in 11.717 colloqui con mediatori, operatori dell’accoglienza, operatori e consulenti sociali, legali; 3.374 in accompagnamento ai servizi del territorio (uffici, servizi sanitari, ecc.); 8.031 in attività in autonomia, senza la presenza degli operatori. Delle 781 persone assistite dal 2016 ad oggi con un Programma di assistenza e integrazione sociale: 149 sono state accolte in una struttura residenziale degli Enti attuatori del progetto; 632 sono state assistite in setting territoriale, restando a vivere in abitazione propria, in Centri del sistema di accoglienza per richiedenti asilo, o in altra condizione abitativa autonoma

Dall’analisi dei dati emerge che nel tempo è aumentata la richiesta di accoglienza di madri con bambini, e il numero di donne accolte in stato di gravidanza. Da marzo 2019 ad oggi, sono stati accolti 33 minori insieme alle loro madri. Sono bambini e bambine che dal punto di vista del riconoscimento amministrativo rimangono in una sorta di limbo. Perché la loro accoglienza e il grande lavoro di cura che si realizza nei loro confronti delle strutture di ospitalità del sistema anti-tratta al momento non viene riconosciuto formalmente né nel SIRIT (sistema di monitoraggio del Ministero), né dal sistema di accoglienza di competenza delle amministrazioni locali, se non in alcuni sporadici casi di comuni virtuosi.

Le 781 persone prese in carico con un programma individualizzato di assistenza hanno beneficiato di percorsi mirati  all’integrazione socio-lavorativa e all’autonomia. In particolare, si tratta di orientamento socio legale ai servizi del territorio (781); consulenza legale (781); assistenza sanitaria (115); corsi lingua italiana (96 programmi); attività sociali e culturali (110); sostegno psicologico (84); preparazione alla licenza media (82); preparazione al diploma di scuola superiore (13); sostegno economico/pocket money (52);  corsi/laboratori formativi (130); percorsi di orientamento al lavoro (100); tirocinio e tutoraggio (63);  inserimento lavorativo (26). Di tutti i programmi avviati, ad oggi 37 si sono conclusi con l’autonomia abitativa e sociolavorativa della persona, mentre 107 sono arrivati alla fase di seconda accoglienza (orientamento lavorativo, tirocinio, ricerca attiva di lavoro, ecc.) e 637 sono nella fase di prima assistenza (alfabetizzazione italiana, alfabetizzazione informatica, scuola, attività di socializzazione, cure mediche, supporto psicologico).

ENTI ATTUATORI DEL PROGETTO 

Cooperativa sociale Dedalus, Arci APS, Arcidiocesi di Capua – Caritas Diocesana, Comunità Rut - Congregazione Suore Orsoline SCM, Cooperativa sociale E.V.A. ed è cofinanziato dalla Regione Campania, Comune di Napoli, Comune di Salerno, Comune di Telese Terme, Città Metropolitana di Napoli. Coinvolge, inoltre, le Prefetture di Napoli, Salerno ed Avellino; le Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale di Salerno e di Caserta; le Questure di Napoli, Avellino e Benevento; Comune di Avellino, Comune di Viareggio, Comune di Casal di Principe, Comune di Baronissi, Procure di Benevento e Santa Maria Capua Vetere (Ce); ITL Napoli, Inail Campania, Centro Giustizia Minorile della Campania, Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Ospedali dei Colli di Napoli, Inail Campania, Università degli Studi di Salerno – Dipartimento di Studi Po-litici e Sociali, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), CGIL Campania, CGIL Avellino, FLAI CGIL Caserta, reti locali e nazionali dei progetti del Piano Nazionale Antitratta.