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Domenica 5 Maggio 2024




Il tango colora e libera le piazze napoletane

Il tango nasce in Argentina e Uruguay come espressione popolare, e successivamente diviene una forma artistica, che comprende musica, danza, testo e canzone. Sebbene si diffonda in tutto il mondo il tango è un elemento inscindibile con le realtà di Buenos Aires, Rosario, Montevideo e la periferia della seconda metà dell'800.
A ballare il tango in Argentina erano anche gli italiani migrati oltre oceano alla fine del’900, per l’impossibilità di comunicazione verbale e forse anche per la nostalgia della patria, per essere il tango “un sentimento triste che si balla”. Così come è un incontro che cerca chi viene in Italia. Nell’ultimo decennio questo ballo, che definire tale è riduttivo, ritorna all’origine ed esplode nelle milonghe (termine utilizzato per definire i locali dove si balla il tango, ma anche gli eventi di tango) di tutta Italia. A Napoli in particolare si appropria delle piazze, luogo sociale per eccellenza: Galleria Umberto I, Galleria Principe Umberto, il Cortile di Santa Chiara con la bella stagione diventano il teatro di milonghe gratuite all’aperto.

Aprile scorso è nata l’associazione Hitango che, ogni 10 giorni, in luoghi sempre diversi, organizza nelle piazze e nelle gallerie cittadine incontri di “silent tango” ballato grazie a cuffie e a musica trasmessa via radio. “L’idea delle milonghe sotto le stelle nasce dalla voglia di vivere il tango liberamente e di aggregare la comunità tanghera suddivisa in più sottogruppi”- spiega uno dei fondatori di Hi Tango, Gaetano Di Matteo, che ha iniziato a ballare 7 anni fa perché entrato in un locale dove pensava si ballasse la salsa e si è innamorato del tango. Quello delle milonghe silenziose inizialmente era un fenomeno “clandestino”, nato dalla volontà di non disturbare gli abitanti e non farsi multare dai vigili, ma ora è un divertimento pubblicamente accettato grazie all’apertura del sindaco nei confronti delle attività degli artisti di strada. Sempre fondata da Gaetano Di Matteo ma con Valentina Di Cesare e Gaetano Sasso la neonata Flirtango che il martedì offre serate e corsi di tango al pub Greenwich, in via San Giovanni Maggiore Pignatelli, 16, secondo una modalità di partecipazione più flessibile delle rette mensili delle scuole tradizionali: si acquistano dei carnet con un numero prestabilito di lezioni che possono essere effettuate nell’arco di 2-4 mesi (Gaetano, tel. 3392638755).

La proposta di milonghe “al chiuso” è invece vastissima e difficile da riassumere; le serate danzanti si svolgono solitamente nella stessa location dei corsi di tango. Il martedì si balla ne “la Milonga Porteña” in via G. Capuozzo 52, (5€). Il mercoledì c’è una doppia milonga al Volver Cafè: nel salone superiore si balla il tango “salon”, ossia il tango classico, mentre nella sala sottostante si balla il tango moderno e l’ingresso è libero; l’Associazione QuaterTango propone la sala di via Diocleziano 200/202, ad un costo di 5€. Il giovedì si balla con l’Associazione LasTangata al Mumble Rumble Club, Via Bonito19/B. Il Venerdì ci sono numerose proposte: al Salone Margherita, in Galleria Umberto I (10€); al Salon Baires in via G. Piscicelli, 36 e infine nello “Spazio Il torchio" in via Col. Aliperta a Somma Vesuviana (5€). Il sabato: l’Associazione Tamotango proponeLa Milonga Porteñaa via G. Capuozzo 52 (10€) e si balla anche al Quater, in via Diocleziano 200/202 (10€) Domenica c’è la serata al Tinghel Tanghel in via A. Telesino 25, (5€) e da Harmony Dance in via Pisciarelli, 73 (10€). Nella maggior parte delle milonghe il tango che si insegna e si balla è il tango “salon”, un tango classico con l’abbraccio “stretto” e una serie di passi accademici da imparare a memoria.

Tutt’altro che accademico è il tango di Fernando Alfredo Cabrera, argentino da 10 anni a Napoli, artista poliedrico e inventore del color-tango performance di tango con il colore. “Bisogna giocare al tango come un’arte parallela alle altre perché esprime un’emozione interiore che si esterna con l’improvvisazione più che con la tecnica- spiega Fernando-. Il tango, termine senza definizione,è tutto tranne “si fa così”, è una cultura in continua evoluzione come il jazz, il blues e altre arti sud americane. È un punto interrogativo continuo e la ricerca continua di risposte”. Il padre dell’associazione Fertango in accordo con il Comitato del Centro Storico ha organizzato durante la primavera e l’estate diverse milonghe nelle piazze cittadine come quella “del viaggiatore”, nella piazzetta del Caffè del Viaggiatore in Largo Banchi Nuovi - con gran dispiacere dei giovani tangheri interrotta per ovvie ragioni meteorologiche - oltre a diversi eventi danzanti nel cortile di Santa Chiara. Lo scopo di Fernando è trasmettere con il tango la cultura argentina e farlo nei luoghi sociali dell’incontro: “Mi metto a disposizione perché voglio che a Napoli si viva bene- spiega-. In città non c’è un’associazione argentina forse perché storicamente gli argentini sono vicini agli italiani e si integrano facilmente. D’altra parte è un peccato che non vengano diffusi la storia, la letteratura e la filosofia del mio paese”. Il giovane tanghero ha portato in Italia diversi giovani musicisti di Buenos Aires per farli suonare dal vivo, sostiene infatti che “sentire la musica è fondamentale, a Napoli il tango si balla solo con la musica anni ‘20 o con quella elettronica, mentre in Argentina sta fiorendo una generazione di musicisti bravissimi che a nuove sonorità associano l’uso di strumenti tradizionali come la chitarra o il mandolino”. Oltre ad insegnare “contactango” (un tango che parte dall’apprendimento della dinamica corporea) a Chiaradanza, Via San Filippo 10, Fernando ha recentemente realizzato un progetto culturale con l’istituto Cervantes di Napoli in cui a corsi di tango, basati sulla ricerca delle emozioni più profonde legate alla danza (che si tengono il martedì e il mercoledì), vengono abbinati una serie di eventi di musica dal vivo, cinema, performances, letture aperti al pubblico che vogliono far scoprire la cultura argentina (Fernando Alfredo Cabrera su fb- tel. 3481220210).

Crede in un tango più internazionale e ibrido Sara D’Ajello Caracciolo che da 16 anni balla tango e da 9 lo insegna- con orgoglio anche a Buenos Aires-, e insieme ad una socia gestisce il Tinghel Tanghel, locale particolare a Materdei, aperto alle giovani generazioni di tangheri, dove si organizzano oltre a corsi di tango e serate danzanti anche eventi culturali, happening e spettacoli di teatro.

“Il tango ballato al Tinghel non ha definizioni, ma di sicuro è lontano dal tango accademico” spiega Sara che è anche musicalizadora (il musicalizador è colui che conosce la musica e ama farla conoscere agli altri perciò mette i dischi nelle milonghe) e ha creato insieme ad altre 6 persone tra Napoli, Milano, Barcelona, Berlino l’Associazione Sulle rive del tango, progetto culturale-musicale che ha dato vita a 3 compilation di musica da ballare con il tango (www.sullerivedeltango.it). L’ultimo disco “Sulle rive del tango 3, Sin Gravedad” oltre a raccogliere cover note contiene tre pezzi inediti creati da giovani napoletani. Uno dei gruppi si è formato proprio per la finalità del disco: l’Orchestra Joubes.

Il tango a Napoli ha visto raddoppiare ballerini, corsi e milonghe negli ultimi 2-3 anni e i locali sono sempre pieni anche quando vengono proposte due eventi di tango a sera, secondo Sara “perché a Napoli non ci alternative: sono pochi i luoghi d’incontro sociale. Il tipo di contatto umano del tango non c’è nelle nostre abitudini sociali, ma evidentemente è quello che cerchiamo”.

Alessandra del Giudice

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