| SEGUICI SU seguici su Facebook seguici su Twitter youtube
Domenica 5 Maggio 2024




L'integrazione di fatto: Napoli, la storia di Ali

Una città multiculturale a Napoli c'è, non bisogna neppure cercarla per vederla venir fuori nei quartieri e nei vicoli, negli spazi in cui l'anima partenopea si integra e s'apre al Mediterraneo per davvero. Un dato di fatto: l’esistenza, su un territorio, di molteplici culture la cui convivenza sviluppa nuovi equilibri. Non è sociologia ma una realtà sempre più pratica e concreta, basta salire su un autobus o incamminarsi per le vie del centro storico della città, aguzzare lo sguardo, tendere l'orecchio: una Napoli interculturale dove storie e vite diverse interagiscono tra loro cancellando dalla memoria le diversità per far spazio al presente esiste.

Ali Oraney, palestinese, poco più di 50 anni, è qui dal 1984: il suo negozio vicino all'Università Orientale è punto di ritrovo per molti, passaggio obbligato per altri, studenti e residenti; la sua piccola associazione, la Comunità socio-culturale araba in Campania nata nel 1997 con la vocazione di coniugare socialità e cultura tra immigrati e cittadini italiani continua a lavorare ed è diventata uno strumento di integrazione e promozione umana e sociale dei cittadini stranieri.

Napoli, per come l'ha conosciuta lui, è sempre stata accogliente, vivace e curiosa di conoscere, sapere : "Nella mia vita non ho mai trovato difficoltà di integrazione qui. Mi è sempre stato semplice socializzare, anche all'inizio e questa è una cosa molto importante perché mi sono sentito a casa, accettato pur mantenendo la mia identità". La comunità araba che viene fuori dal racconto di Ali è  parte del tessuto socio-economico della città: chi arriva dai paesi del Mediterraneo e del Medioriente trova lavori stagionali nel settore agricolo e nell'edilizia, posti in piccole attività commerciali come kebab, ma riesce quasi sempre a prendere parte alla vita della comunità, quella nuova, nata dall'interrelazione tra chi è arrivato e chi qui c'è nato.

E' sempre stato così? Pare di sì. Se Ali punta lo sguardo al passato l'unica differenza che riesce a trovare è la tranquillità: "La città è cambiata, ma solo nel senso che adesso ci sono molte più presenze da altri paesi del mondo. Prima la situazione era molto più tranquilla, integrarsi era un processo di conoscenza, adesso avviene in maniera diversa: la stessa presenza realizza già una Napoli multietnica"

Una condizione di cui ci si rende conto facilmente. Basta guardare la clientela del negozio di questo napoletano “d’adozione”: ci sono connazionali, ma sono tantissimi gli italiani che si fermano e acquistano, e che siano spezie o kohl per gli occhi, Ali si dice contento: "E' per questo che faccio il mio lavoro".

Raffaella Ferré

© RIPRODUZIONE RISERVATA

agendo 2023 banner
Prenota la tua copia inviando una e-mail a comunicazione@gescosociale.it
tiSOStengo
unlibroperamico
selvanova natale 2020 banner
WCT banner
gesco 30 anni
napoliclick
Amicar banner 500

Archivio Napoli Città Sociale