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Mercoledì 8 Maggio 2024




Salute mentale: prevenzione e reinserimento

Ne parlano gli psichiatri dell’Asl da anni impegnati nel settore. La disposizione dell’azienda sanitaria a non consentire il rilascio di interviste li obbliga a conservare l’anonimato. Ma hanno comunque voluto dire la loro sulla situazione esistente e sul futuro del settore.

Il 2011

I servizi di assistenza socio sanitaria per la salute mentale sono insufficienti in proporzione al numero di richieste degli utenti: il 2011 è stato l’anno delle battaglie contro i tagli finanziari che rischiano di svuotare di sostanza il sistema ispirato da Franco Basaglia negli anni ‘70. Marco Cavallo, l’opera in cartapesta simbolo della libertà dei pazienti dai manicomi, è tornato oggi in strada per ricordare alla cittadinanza che i sofferenti psichici hanno diritto all’assistenza pubblica e che il loro reinserimento sociale è possibile. In Italia i livelli di assistenza per la salute mentale variano da regione a regione. Un segnale delle differenze è il numero di Trattamenti Sanitari Obbligatori : a Trieste la media è di 2- 5 TSO; a Napoli il range varia tra 200 – 300 TSO. Napoli e Trieste sono tra le poche città in Italia ad offrire servizi di assistenza medica 24h/24. Tuttavia i tagli rischiano di portare all’eliminazione del servizio notturno: se ciò avvenisse, le emergenze legate a patologie psichiatriche durante la notte sarebbero competenza unicamente del servizio 118, e non più dei medici e degli psichiatri dei Dipartimenti.

Nel capoluogo campano sono attive dieci Unità Operative di Salute mentale, una per ogni municipalità. Lavorano circa 140 psichiatri; 20000 persone vengono assistite ogni anno. I posti letto nei presidi ospedalieri sono 26 : 8 al Monaldi, 8 al San Giovanni Bosco e 10 al San Gennaro; altri 28 sono presenti nei due policlinici. I posti letto sono tutti occupati 365 giorni all’anno, e con numerose richieste in lista d’attesa. I pazienti vengono spesso dirottati dai familiari verso strutture private convenzionate, come Villa Camaldoli e l’Hermitage, che dispongono di circa 300 posti letto; il costo di ciascun paziente nel privato è di circa 200 euro al giorno.

Le fasce d’età dei minori e degli anziani sono scoperte: I nuclei di neuropsichiatria infantile, attivi dal 2009, non dispongono di persone e mezzi adeguati per affrontare il fenomeno in crescita delle patologie mentali dei minori. Le famiglie fanno ricorso ai centri di riabilitazione convenzionati per problemi di linguaggio e per autistici anche nei casi in cui sarebbe necessario un altro tipo di intervento; l’impossibilità di trovare nel pubblico risposte a problemi individuali specifici spinge le famiglie a rivolgersi a psicologi e psichiatri nel privato. I costi delle sedute sono in media alti, dai 50 euro a salire, proibitivi per le famiglie povere. Gli anziani sono esclusi dall’assistenza per la salute mentale. La demenza senile, per fare un esempio, non rientra in quest’ambito di competenze, ed è questa una delle ragioni della enorme richiesta di badanti nel privato.

Evitare di ridurre i servizi socio sanitari per la salute mentale è un successo, spiegano gli psichiatri. Resta la preoccupazione che non si possa resistere a lungo così. L’alternativa per i cittadini sarà rivolgersi al privato imprenditoriale.

2012 Lo stigma che ghettizza i sofferenti psichici è il primo elemento da cambiare. La formazione culturale dovrebbe partire dalle scuole e proseguire nelle Università; i media dovrebbero informare con maggiore attenzione i cittadini sulla problematica.

Per intraprendere percorsi di cura e reinserimento occorre che governo e regioni investano maggiori risorse in termini di persone e di strumenti. I primi interventi normativi e strutturali dovrebbero andare in aiuto alle fasce deboli della popolazione, come minori ed anziani. Altra categoria marginalizzata da sostenere è quella dei sofferenti psichici che vivono allo stesso tempo una condizione di tossicodipendenza, in Campania esistono pochissimi centri specializzati cui rivolgersi.

Va assicurata continuità nei servizi: medici e psichiatri devono poter continuare a svolgere servizio notturno per le emergenze. I posti letto nei presidi ospedalieri devono essere in rapporto di uno ogni 10000 abitanti : il numero minimo cui dovrebbero arrivare a Napoli, ad esempio, è 100.

Dall’unione di questi interventi deriverebbe un beneficio anche finanziario : se ben assistita una persona riesce ad acquistare autonomia e ad evitare ricadute della patologia, con un consistente risparmio in termini di sanità pubblica.

LE PAROLE CHIAVE

Reinserimento sociale : questo il punto d’arrivo del lavoro nella salute mentale. Un sofferente psichico anche grave può riacquistare autonomia e ritrovare la gioia di vivere. L’OMS riporta il dato che il 22% della popolazione mondiale soffre di patologie mentali. Tali patologie hanno un’eziologia multifattoriale, ossia dipendono dal singolo individuo ma la società, la famiglia, la cultura, le esperienze incidono profondamente: le cosiddette “malattie” mentali sono in realtà la manifestazione di problematiche emotive che, anche se in parte e in forma latente, sono presenti in ogni persona. Per questa ragione chiunque può esserne colpito. Altra parola chiave deve dunque essere “prevenzione” : riconoscere in tempo i segnali di una patologia è sempre benefico. Sia per la prevenzione che per i percorsi di reinserimento sociale la necessità è quella di creare una rete di collaborazione multisettoriale : scuola, medici di base, famiglie, servizi socio sanitari dovrebbero lavorare in sinergia e offrire un impianto organico di supporto.

D.P.

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