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Martedì 7 Maggio 2024




Contrasto alla povertà : Reddito di cittadinanza e sviluppo (Dora Gambardella)

Dora-GambardellaDora Gambardella, docente di Metodologia delle Scienze Sociali pressola Facoltàdi Sociologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, propone di creare un quadro unico multisettoriale attraverso cui assicurare ad ogni cittadino un reddito minimo di sussistenza in qualsiasi periodo della sua vita.

2011: i nuovi poveri

L’11% delle famiglie Italiane vive in condizioni di povertà; il 23% è concentrato nel Mezzogiorno,  il 4,9% del nord ed il 6,3% al centro. Nel sud in particolare dal 2010 al 2011 si registra un aumento di oltre dieci punti percentuali della povertà delle famiglie con tre o più figli minori, da36,7 a47,3% : quasi una famiglia su due.

Per calcolare la stima della povertà si esegue un confronto tra la spesa mensile delle famiglie e la soglia convenzionale (linea di povertà), a sua volta determinata dalla spesa media mensile per persona. In considerazione della dimensione familiare vengono considerate povere le famiglie la cui spesa mensile risulta pari o inferiore a tale soglia. Ad esempio rientra nella classe di povertà una famiglia con due componenti ed una spesa media mensile di 500 euro. Le problematiche più diffuse sono legate alla mancanza di  lavoro e alla casa. Secondo il rapporto Svimez 2010 nel complesso gli occupati del Sud registrano una perdita di 335mila posti di lavoro sul totale dei circa 530mila posti di lavoro persi in Italia nell’ultimo anno e mezzo, conla Campaniaseconda tra le regioni meridionali per fuoriuscite dal mercato del lavoro (68.700 posti di lavoro in meno, pari a meno 4,1%). I giovani del sud sono i più colpiti dal forte crollo di occupazione (meno 13,2% nel corso del 2009) e, se non fanno il loro ingresso nella fascia dell’inattività, cercano lavoro altrove. E’ in crescita la migrazione interna verso il centro-nord del paese: tra il 1990 e il 2009 hanno lasciato il Mezzogiorno 385mila persone e anche in questo casola Campaniasi colloca alla testa delle regioni meridionali per volume delle partenze (38mila nel solo 2007). Gli ammortizzatori sociali cui si fa ricorso per fronteggiare la situazione sono la cassa integrazione, che al sud tutela solo un lavoratore su tre, e il sostegno delle famiglie, da cui i giovani diventano sempre più dipendenti, con il conseguente diffondersi di frustrazione e disagio sociale. Le donne sono ancor più penalizzate : l’intensità della povertà aumenta se la guida della famiglia è una donna

2012: sostenere i redditi

E’ necessaria una misura nazionale di sostegno al reddito. L’intervento normativo deve prevedere uno schema organico di disposizioni che mettano a sistema il  tema della povertà in relazione al diritto al lavoro, alla questione dei licenziamenti, della cassa integrazione , delle disabilità e delle altre problematiche sociali. A Napoli dal 2007 al 2010 è stato avviata un’esperienza di reddito di cittadinanza. Nel triennio 3500 persone hanno ricevuto 350 euro mensili cadauno. La sperimentazione ha presentato dei limiti, legati ad esempio all’impossibilità di erogare finanziamenti differenziati a seconda del numero di componenti della famiglia del percettore. Tuttavia il responso dei beneficiari è stato positivo : la condizione di partenza, caratterizzata da difficoltà nel comprare alimenti e nel prendersi cura della salute, è stata alleggerita dal finanziamento. La trappola della povertà, ossia il rischio che i beneficiari perdano stimoli a cercare lavoro, non è scattata, ed in generale non può essere determinata da misure così poco generose. L’esperienza, dunque, può essere avviata nuovamente, sia a livello locale che regionale, introducendo elementi di differenziazione in base a i bisogni : rappresenta una delle possibilità per sostenere i bisogni essenziali delle fasce più deboli dal punto di vista del reddito, ossia i giovani tra i 20 e i 35 anni,  gli anziani sopra i 70 anni,   le famiglie monoreddito e  quelle con molti figli.

Parola chiave: cittadinanza

“La parola cardine per i tempi a venire deve essere cittadinanza, nel senso di dover costruire un Paese in cui tutti i cittadini hanno pari opportunità, senza differenza tra nord e sud, tra lavoratori protetti e non protetti, tra donne e uomini” – afferma Dora Gambardella. E’ opportuno lasciarsi alle spalle l’assistenzialismo, il particolarismo ed il familismo che hanno imbalsamato l’Italia per decenni. Perequazione e sviluppo non sono modelli in antitesi, al contrario sono condizioni che devono procedere intrecciate. Le politiche sociali sono anche politiche si sviluppo: permettere a tutti di vivere una vita dignitosa, oltre a portare alla riduzione del disagio e del conflitto sociale, è utile alla produttività ed all’economia del Paese.

D. P.

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