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venerdì 26 Aprile 2024




Le due facce di Palma Campania tra odio razziale ed accoglienza

pietro-parisiPalma Campania, comune di quindicimila anime nell’entroterra orientale di Napoli è in queste ore al centro di un episodio di odio razziale senza precedenti: uno dei suoi abitanti ha bandito una petizione contro la comunità bengalese che conta, nella sola Palma, oltre 5.000 unità.

“Sono troppi ed emanano odore di fritto” si legge chiaramente nell’assurda istanza popolare, firmata, per altro, da oltre 1000 cittadini palmesi. Un gesto di violenza sorda, inaccettabile, cui fa eco, nelle stesse ore, un episodio di straordinaria accoglienza da parte proprio di un cittadino palmese, lo chef Pietro Parisi, tra i promotori del progetto ‘Orti Antonia’, un ponte tra la Campania e l’Africa, un’idea di cooperazione internazionale che aiuti i cittadini africani a mettere a frutto le loro terre.

Perché ha scelto di sostenere Dada Traorè?

Mi è bastato sentire che non vedeva la sua famiglia da sette anni. Per lavoro ho viaggiato molto, sono stato oltre 12 anni in giro per l’Europa, lontano dai miei affetti, so molto bene cosa significhi, cosa si prova. Per lui ho fatto quello che ho potuto: gli ho dato la possibilità di tornare in Costa d’Avorio ed iniziare a coltivare un pezzo di terra, così da rendersi autonomo con tutti gli strumenti necessari. Ho rinunciato a fare la festa per il battesimo di mio figlio, e ho dato un mano a Dada. Non è un gesto di carità, ma un atto di solidarietà: Traorè potrà continuare a mantenere la sua famiglia, ma standogli accanto. Nessuno, se potesse, andrebbe via dalla terra dove è nato, è contro natura: io stesso dopo tanto girare ho scelto comunque di restare a Palma, ed aprire qui il mio ristorante.

I suoi concittadini non la pensano esattamente come lei, non manifestano lo stesso spirito di solidarietà.

Fortunatamente non sono in molti e non credo che tutti sostengano effettivamente la petizione. Anche perché se i bengalesi lasciassero effettivamente Palma, sarebbe un grande problema. Negli anni, da quando la comunità bengalese ha iniziato a stabilirsi qui, la ricchezza della nostra città si è fondata proprio su di loro: principalmente impiegati nelle stirerie e nell’industria tessile per cifre ridicole, circa 35 euro al giorno, abitano case che nessuno di noi abiterebbe, spesso prive dei servizi primari, arrivando a pagare per un posto letto anche 150 euro al mese.

Cifre assurde, condizioni inaccettabili.

Esatto. E su di loro si sono arricchiti anche notabili avvocati  e commercialisti che sono arrivati a farsi pagare le pratiche per permessi di soggiorno (poi mai ottenuti) anche decine di migliaia di euro. La verità è che è assurdo pensare di mandare via queste persone, quando noi stessi gli abbiamo dato le possibilità di stabilirsi qui a Palma, offrendogli case da abitare, lavori da svolgere. Sono tanti, è vero, oltre un terzo della popolazione, e la loro cucina ha un odore forte, ma è il loro odore, non una puzza. E’ un popolo che ha stabilito qui la sua dimora, che lavora sodo, non si lamenta, non delinque. Non sono diversi dagli italiani che a New York hanno costituito Little Italy, in fondo.

Pensa di aiutare anche loro con un orto sociale?

Nel Bangladesh non c’è una grande tradizione agricola, loro sono specializzati nel tessile, ed infatti qui a Palma vengono impiegati principalmente per questo. In concreto cerco di dare loro lavoro, al ristorante. Ho alcuni impiegati bengalesi, come lavapiatti, ma anche un pasticciere, che in cinque anni di lavoro con me è diventato davvero molto bravo!

Per concludere: crede che davvero la comunità bengalese costituisca una minaccia per gli abitanti di Palma Campania?

Credo che solo chi è privo di creatività, chi non ha idee nuove da mettere in campo si possa sentire minacciato. La comunità bengalese è cresciuta nello spazio che gli imprenditori locali, i commercianti di questa città, hanno lasciato vuoto: si sono svegliati prima e hanno lavorato di più e meglio e così hanno avuto modo di crescere e mettere in piedi attività commerciali di crescente successo.

SHG

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