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Mercoledì 1 Maggio 2024




Welfare, le proposte della Cisl per il futuro

Il segretario campano Lucci: “Enti locali diano maggiori indicazioni”

lina-lucciIn un momento tanto difficile per il welfare, la possibilità di una programmazione delle iniziative da mettere in campo è da accompagnare ad una ricerca costante di nuove risorse. Se i servizi per l’infanzia e le misure per fronteggiare l’emergenza povertà risultano private di fondi, il segretario generale della Cisl Campania, Lina Lucci propone un approccio diverso per costruire un percorso comune e condiviso.

Si comincia con il Governo: ha tagliato dell’80 percento il Fondo sociale nazionale, completamente cancellato quello destinato alla Non Autosufficienza, ridotto i trasferimenti alle Regioni e agli enti locali. C’è poi la Regione Campania: nel bilancio di previsione 2012 ha stanziato 26 milioni di euro per le Politiche sociali di Comuni e ambiti di zona: ne servirebbero circa 70. Ancora: a guardare le risorse messe in campo da istituzioni ed enti per le politiche sociali ci si rende conto di una magrezza di contenuti che pare determinare anche una confusione nelle indicazioni e nei servizi messi in campo.

“Cercare di dare indicazioni per la pianificazione degli interventi è importante e necessario perché le misure da intraprendere hanno bisogno di esser condivise per risultare davvero produttive. – spiega Lina Lucci – I Comuni, le Province,  hanno l'obbligo di dare indicazioni, il territorio ha bisogno dello sguardo più ampio possibile. In Campania, invece, abbiamo una scarsità di interazione  da questo punto di vista”.

“La Cisl – continua il segretario generale campano – sta lavorando per questo. L’appello che facciamo al sindaco Luigi De Magistris, ad esempio,  è quello di cominciare e continuare a dare alla Regione idee in merito a come fronteggiare l'emergenza Welfare”.

“Un intervento del genere dovrebbe essere naturale o quasi visto che è già noto e scritto quali sono le risorse concrete e possibili da mettere in campo per fare fronte e gestire sia le problematiche inerenti alla povertà che quelle riguardanti i servizi all’infanzia. Dal piano regionale si evince chiaramente che i fondi non sono abbastanza, quindi noi chiediamo a Comuni e Province di cominciare a cercare altri sbocchi e possibilità. Noi siamo disponibili a farlo insieme”.

Raffaella R. Ferré

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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