| SEGUICI SU seguici su Facebook seguici su Twitter youtube
Lunedì 29 Aprile 2024




La scure sul welfare, a rischio l’assistenza per anziani, immigrati e invalidi

anzianoLa finanziaria taglia i trasferimenti per le Politiche Sociali a Regioni e Comuni. Molti i servizi che non potranno essere più garantiti. Azzerato il fondo per l’assistenza domiciliare. In Campania già mille cassaintegrati in deroga tra gli operatori sociali. Mentre le associazioni di disabili denunciano: “Vogliono farci passare per dei parassiti”. E chi perde la pensione di invalidità non potrà più ricorrere in appello.

Nella manovra che si fa e si disfa come la tela di Penelope, l’unica trama certa sembra riguardare le Politiche Sociali. Un disegno che porta a una demolizione progressiva del sistema del welfare. La finanziaria anti crisi, più volte rimodulata nel corso dell’estate, ha sempre finito per assestare un duro colpo alle fasce più deboli. L’entità dei trasferimenti dello Stato agli enti locali per l’assistenza a malati, anziani, immigrati, e disabili ha subito progressive riduzioni. Tagli lineari alla spesa sociale del venti per cento per le Regioni e a cascata del trenta per cento ai Comuni. Impossibile così – hanno denunciato molti sindaci - tenere in piedi i servizi.

Particolarmente grave la situazione in Campania, già alle prese con il piano di rientro nel bilancio della sanità. “Abbiamo compiuto uno screening nella provincia di Napoli e molti Comuni già hanno drasticamente ridotto le politiche di sostegno a immigrati e senza dimora. Persino gli asili nido rischiano di non poter essere aperti quest’anno”, spiega Rosalba Cenerelli, della segreteria Cgil di Napoli, che chiama a raccolta gli operatori del settore per lo sciopero del 6 settembre, “In molti casi l’unico servizio che ancora resta in piedi è l’assistenza domiciliare agli anziani, semplicemente perché ci sono residui di cassa, destinati a questa spesa, che dovranno essere impiegati obbligatoriamente entro la fine di quest’anno. A partire dal prossimo per il welfare potrebbe essere il de profundis”.

In Campania i ritardi nei pagamenti per le prestazioni offerte dalle cooperative sociali supera già, in molti casi, i ventiquattro mesi e adesso anche gli operatori delle imprese partecipate cominciano a denunciare ritardi consistenti sugli stipendi.  Molte aziende e cooperative hanno chiuso i battenti o sono in procinto di farlo. Attualmente nel comparto sociosanitario in regione sono circa un migliaio i lavoratori in cassa integrazione. “Per la prima volta in dieci anni , spiega il vice presidente di LegaCoop Campania, Vittorio Di Vuolo, “abbiamo dovuto farne ricorso anche noi per circa cento operatori. Il sistema Asl, Comuni, imprese Sociali che ha costituito l’ossatura del welfare in Italia rischia così di essere cancellato. Si tornerà a una rete informale di assistenza  tutta fondata sulla buona volontà e sulla carità”.

Un discorso a parte riguarda i disabili. Le associazioni di categoria si sentono colpite da una vera e propria offensiva da parte del Governo. Tema centrale: le pensioni di invalidità. Nelle linee della manovra è previsto che gli accertamenti per stabilire il diritto a riceverla venga gestito non più da medici di Asl e Inps insieme, ma solo da quelli dell’Istituto previdenziale. “Per noi si tratterebbe di un ostacolo burocratico in più, con l’Asl siamo in contatto diretto per gli altri servizi che vengono erogati”, spiega Generoso Di Benedetto rappresentante campano della Fish, “il problema principale, però, è l’idea culturale che si vuol far passare, secondo cui noi saremmo dei parassiti. A questo servono le invettive contro i falsi invalidi. Figurarsi se noi non siamo favorevoli a sanzionare i colpevoli. Ma ci chiediamo anche perché non si punti l’indice contro i medici delle commissioni sanitarie responsabili dei falsi accertamenti”.

Per avere accesso alla pensione, 256 euro in tutto, occorre vedersi riconosciuta una invalidità superiore al 74 per cento. In Campania viene erogata a circa 600 mila persone, in linea con la media per abitante delle altre regioni. Tra questi poi solo chi si vede riconosciuta un’infermità totale ha diritto a una indennità per l’accompagnamento di 480 euro. Lo scorso anno è stata avviata una revisione degli elenchi degli aventi diritto, e in molti si sono visti declassare l’invalidità sotto la soglia del 74 per cento: “Non hanno scoperto nessun falso invalido”, dice Raffaele Puzio, Cgil disabili della Campania, “molti che prima percepivano la pensione si sono visti abbassare l’invalidità al 72 per cento o giù di li. Ci sono stati dei ricorsi, molti già vinti. Con un provvedimento di modifica del codice di procedura civile previsto in manovra adesso vogliono rendere definitivo il primo grado di giudizio. Persino la giustizia rischia di funzionare diversamente per noi”.

Luca Romano

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

agendo 2023 banner
Prenota la tua copia inviando una e-mail a comunicazione@gescosociale.it
tiSOStengo
unlibroperamico
selvanova natale 2020 banner
WCT banner
gesco 30 anni
napoliclick
Amicar banner 500

Archivio Napoli Città Sociale