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Lunedì 13 Maggio 2024




In ventimila contro la discarica del Castagnaro

Giovedì fissato un incontro in Prefettura per dare inizio ai lavori

no-discarica-castagnaroUn lungo corteo funebre a seguire la bara “dell’ambiente e del diritto” con le serrande dei negozi abbassate e le chiese a scampanare il lutto, in ventimila a Quarto per dire no alla discarica del Castagnaro. Il Commissariato straordinario ai rifiuti non sembra però disposto a passi indietro, giovedì in Prefettura vertice con sindaci e forze dell’ordine per il via ai lavori.

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“Qui, tra discariche legali e sversamenti criminali, abbiamo già pagato un prezzo troppo alto: sono in tanti, troppi ad ammalarsi”, dice un ragazzo al megafono. “Per rendere agibile il sito dovranno essere spesi tantissimi soldi, ricostruire la cava e creare la strada per i compattatori. Si spendessero piuttosto per incrementare la differenziata”, grida una signora. Vincenzo, insegnante liceale, aggiunge: “Siamo a due passi dall’antica via Campana, ovunque si scavi ci sono importantissimi reperti archeologici. Solo follia e interesse possono portare a una scelta del genere”. Per difendere salute, ambiente, storia sono decisi a una resistenza ad oltranza: “la gente come noi non molla mai”, gridano a più riprese i ventimila in corteo. Da un mese ormai, giorno e notte, presidiano le diverse strade di accesso allo spazio individuato dal commissariato ai rifiuti dandosi il cambio a gruppi.

Il lutto cittadino. Il sindaco di Quarto Massimo Carandente Giarusso ha indetto il lutto cittadino, le serrande di tutti i negozi abbassate, anche l’affollatissimo centro commerciale “Le Campane”, resta chiuso. Il corteo, con tantissime donne e bambini, attraversa una città immobile con le campane delle chiese che suonano come a un funerale per decisione del Vescovo di Pozzuoli Gennaro Pascarella: “Ribadiamo il nostro no per i gravi danni  che questa scelta certamente produrrebbe alla salute pubblica dell’intero territorio”, si legge in un documento della Curia, “Si auspica che le autorità competenti e i cittadini attraverso il dialogo giungano a una soluzione. Quell’area andrebbe destinata ad altri scopi”.

Incontro in Prefettura. Rilievi sull’impraticabilità della scelta del Castagnaro come nuova discarica erano stati mossi al Commissariato la settimana scorsa dalla commissione regionale all’Ambiente, presieduta da Antonio Amato, lo stesso Consiglio ha di recente espresso parere sfavorevole a netta maggioranza,  l’autorità di bacino classifica ad alto rischio frana la cava. Il commissario Vardè sembra deciso a non recedere. Giovedì alle 16 in Prefettura sono convocati  i sindaci dei comuni dell'area flegrea, la SAPNA, la Provincia, i carabinieri, la polizia, la guardia di finanza e il corpo forestale per partecipare “alla riunione di comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica per l'esame delle operazioni tecniche necessarie per definire la progettazione del sito di smaltimento”.

La Cava. Per rendere possibile l’apertura occorreranno opere di adeguamento. Lo spazio individuato è un pianoro raggiungibile percorrendo una stradina sterrata in mezzo alle campagne. A poche decine di metri dalla cava ci sono abitazioni e una casa di riposo per anziani, in questi giorni trasformata in sede di numerose assemblee. “Prima di pensare ai lavori necessari, istituiamo un registro dei tumori per la zona. Così ci renderemo conto di quanto questa terra e questa popolazione siano già stati avvelenati dai rifiuti”, dice il parroco Don Gennaro Guardascione. Per i prossimi giorni il Comitato Antidiscarica promette nuove manifestazioni: “Pacifiche”, sottolineano i promotori. La sensazione è che a Quarto si prepari un lungo braccio di ferro come a Chiaiano, Serre e Terzigno.

La solidarietà di de Magistris. Si affianca alla battaglia anti discarica anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: “C'e' un disegno molto preciso che tende a realizzare una filiera di morte da discariche che va da Chiaiano, Mugnano, Marano a Quarto con 2milioni di tonnellate di rifiuti che circondando Napoli e l'area metropolitana. Mi auguro non si vada avanti, perché ci sono alternative a breve, medio e lungo termine. I siti provvisori si possono fare ma lontano dai luoghi che procurano danni ai cittadini. Ci vogliono politiche per il riciclo con impianti nuovi”.

L.R.

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