| SEGUICI SU seguici su Facebook seguici su Twitter youtube
Lunedì 6 Maggio 2024




I Familiari delle vittime del Treno Rapido 904 chiedono Giustizia

La sentenza della cassazione assolve Riina 

rapido 904Si è svolta questa mattina, mercoledì 15 aprile, la conferenza stampa dell'associazione Familiari Vittime Treno Rapido 904 a seguito della sentenza della Corte di Assise di Firenze che oggi ha assolto il boss di Cosa Nostra Totò Riina.

Il boss della mafia fu accusato di essere stato il mandante ed esecutore materiale della strage avvenuta il 23 dicembre 1984, in cui morirono 16 persone e ne rimasero ferite 267. Alla conferenza stampa sono intervenuti la presidente dell'associazione Rosaria Manzo, i superstiti e i familiari delle vittime e la giornalista Giuliana Covella, autrice del libro "Rapido 904, la strage dimenticata" (Graus) pubblicato in occasione del trentennale della strage a dicembre 2014.
"La sentenza  della Corte di Assise di Firenze che ha assolto Totò Riina in quanto mandante- ha spiegato Rosaria Manzo-, istigatore e determinatore della strage è stata per noi una doccia fredda, una decisione inaspettata che ci ha colti del tutto di sorpresa. Pur nel rispetto della giustizia, che resta per noi baluardo ultimo al quale aggrapparci per scoprire la verità sulla nostra vicenda, non riusciamo a comprendere come si sia potuti giungere ad una sentenza di assoluzione dopo la serie di elementi acquisiti per condannare il colpevole, il celere iter processuale e la dinamica dei fatti, che a parere di noi “profani” della dinamica giuridica non potevano che portare ad una sentenza di condanna. Sia chiaro che noi non siamo alla ricerca di un parafulmine, di un capro espiratorio che si faccia carico di colpe non sue solo per dare una conclusione alla strage. Siamo nostro malgrado confinati dalla storia in questo stranissimo limbo giudiziario in cui si rischia di confondere la ricerca del colpevole con il colpevole a tutti i costi.  Noi siamo chiaramente alla ricerca della verità e la nostra speranza è che il macchinoso sistema giudiziario italiano, che in oltre trent’anni  non ha prodotto che colpevoli di secondo piano, continui nella ricerca dei mandanti, che riesca a smascherare un sistema stragista che a questo punto non è stato ancora individuato dalla magistratura. Partendo dalla requisitoria del pm, si costruisce un sistema articolato di interconnessioni tra mafia e politica, tra mafiosi/pentiti e Riina dove la strage diventa veicolo di pressione sullo Stato.  Questo sistema dunque non esiste più!?  Si tratta solo di un gesto isolato di un folle casualmente collegato alla cosca mafiosa più potente della storia italiana che decide arbitrariamente di far saltare in aria un treno?! Esiste l’appello e speriamo che se ne faccia ricorso e che in quella circostanza si possano giungere a conclusioni differenti. La pazienza è la virtù dei forti ma a questa aggiungeremo anche la perseveranza, perché la nostra battaglia continuerà fino a che non verrà scritta la parola fine sull’intera vicenda".
Ha commentato così la sentenza Giuliana Covella: "Se in un paese civile la giustizia è questa, ancora di più dobbiamo indignarci e sperare di far luce sulla verità. Per le vittime, per i loro familiari e per i superstiti. Già in passato vi sono state condanne e poi assoluzioni. Ora, a trent'anni di distanza, l'ennesima offesa alla memoria delle vittime del Rapido 904. Chi è stato allora? Chi furono i responsabili? Un ex boss della camorra come Giuseppe Misso fu condannato all'ergastolo, poi venne assolto e accusato solo del reato di detenzione di esplosivo. Un ex poliziotto corrotto legato al clan Misso testimoniò all'epoca quanto sarebbe avvenuto il 23 dicembre 1984. C'era un disegno preciso stabilito da mafia, camorra e servizi segreti deviati. Oggi qualcuno continua a volere che la strage di Natale sia dimenticata".

AdG

© RIPRODUZIONE RISERVATA

agendo 2023 banner
Prenota la tua copia inviando una e-mail a comunicazione@gescosociale.it
tiSOStengo
unlibroperamico
selvanova natale 2020 banner
WCT banner
gesco 30 anni
napoliclick
Amicar banner 500

Archivio Napoli Città Sociale