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Giovedì 2 Maggio 2024




Casa Antida: un rifugio per le donne in difficoltà

Urgono fondi per non farla chiudere

giovanna-antidaCome si possono lasciare in mezzo alla strada donne rimaste senza famiglia, senza lavoro, senza dimora che in Casa Santa Giovanna Antida hanno trovato l’unico punto di riferimento?
E’ stato un torneo di burraco realizzato lo scorso dicembre a salvare l’alloggio per donne in difficoltà della Caritas di Napoli, a rischio chiusura per carenza fondi.

Feste, giochi, estrazioni di numeri, spettacoli teatrali: se le sono inventate tutte Suor Aurelia e gli operatori sociali della Cooperativa Sociale Seme di Pace che gestisce la casa dall’anno scorso, per risollevare le sorti alterne della struttura nata nel 2002.

“La casa, unica a Napoli per il tipo di servizio offerto, oltre che con i fondi della Caritas Diocesana, è stata sostenuta dalla Regione e poi dal Comune, ma con il mese di gennaio non ha più ricevuto finanziamenti.
Oggi è in difficoltà perché la Diocesi di Napoli, viste le tante emergenze sociali non riesce più a sostenere Casa Antida che, senza un aiuto degli enti locali, rischia di chiudere. Grazie al ricavato della  gara di solidarietà realizzata con il torneo di burraco, abbiamo tamponato per un paio di mesi, ma urge una forma di finanziamento stabile”- chiarisce Delia Del Gaudio, vice presidente di Seme di Pace.

Aperta dalle 19.30 alle 8.00, casa Antida fornisce accoglienza notturna a 7 donne di diverse nazionalità che si trovano in uno stato di necessità improvviso: un divorzio, una violenza subita, la perdita del lavoro. La struttura è un appartamento su due piani, due stanze per gli ospiti, una stanza per gli operatori e la sala soggiorno per la colazione della mattina e per i momenti di svago di sera.

Per ogni ospite l’équipe di lavoro cerca un’alternativa di vita: una sistemazione, un lavoro, la ricostruzione dei legami con la famiglia elaborando un programma di progressiva fuoriuscita dalla condizione di estremo disagio, attraverso l’acquisizione di comportamenti utili alla cura della sua persona, degli altri e dell’ambiente in cui vive.

“La maggior parte delle utenti è dell’Est Europa, ma c’è anche un 20 percento di italiane. Il nostro ruolo è quello di aiutarle a riprendere fiducia in se stesse e a reinserirsi nel mondo del lavoro, attraverso la nostra rete sociale. Nella maggior parte dei casi raggiungiamo questo intento in pochi mesi”- racconta il coordinatore Vincenzo Patella.

Tra le storie più dure che hanno trovato una risoluzione grazie a casa Antida quella di G. che a 50 anni ha scelto di abbandonare il marciapiede. “G. è tra le donne che è rimasta da noi per un tempo più lungo necessario a ricostruire la sua vita da zero- continua Patella-. G. ha un figlio tossicodipendente con problematiche psichiatriche che la picchiava e l’aveva costretta a fuggire di casa. Oggi ha un lavoro e le è stata assegnata una casa popolare. L’unica cosa che le procura dolore è essersi allontanata dal figlio violento, ma lo continua a seguire a distanza”.

Alessandra del Giudice

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