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Martedì 19 Marzo 2024




Celiachia, la Campania è in testa per numero di diagnosi

Da sempre a fianco di chi ne è affetto l’AIC

aic campaniaCos’è la celiachia

I sintomi non sono sempre evidenti e, in alcuni casi, possono essere anche contrastanti l’uno con l’altro. Si può esserlo e non saperlo, o scoprirlo in età adulta. La celiachia, chiamata anche malattia celiaca, è un’enteropatia infiammatoria permanente, con tratti di auto-immunità, provocata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Stando al Ministero della Salute, si tratta della più frequente intolleranza alimentare e colpisce circa l’1% della popolazione mondiale.

Tradizionalmente, è associata ad un esordio nei primi anni di vita caratterizzato da diarrea, vomito, addome globoso, ipotonia ed atrofia muscolare e scarso accrescimento. Ma questa ‘forma classica’ oggi lascia sempre più spazio a ‘forme atipiche’ di celiachia, che colpisce prevalentemente donne adulte attraverso segnali e sintomi di tipo diverso e a carico di vari organi. Per individuare la celiachia ci si sottopone a un’analisi del sangue che deve risultare positiva su tre valori (antitrasglutaminasi tissutale, anticorpi antiendomisio, anticorpi antigliadina)  e poi essere confermata da una gastroscopia, ovvero l’esame istologico dei tessuti intestinali.

Una volta riconosciuta e certificata la malattia, l’unica terapia è rappresentata da un corretto e rigoroso regime alimentare, basato sostanzialmente sull’esclusione dalla dieta di tutti gli alimenti contenenti glutine, per acquistare i quali in farmacia o negli esercizi abilitati viene riconosciuto al soggetto celiaco un rimborso da parte dell’Asl (in Campania corrisponde a circa 100 euro mensili per ogni paziente celiaco accertato).

Oltre alla celiachia, a dover essere indagata, ad esempio nel caso dei figli di un genitore celiaco, è la predisposizione genetica alla malattia. “Ho scoperto di essere celiaca a 30 anni – racconta Manuela Palumbo, operatrice sociale, madre di due bambini – ho scoperto facendo fare un’analisi ad hoc ai miei figli, che anche loro sono predisposti e, quindi, devono fare più controlli degli altri bambini. La prevenzione è fondamentale, per fortuna io ho sempre trovato persone esperte ad aiutarmi, a partire dai medici del Policlinico”.

L’Associazione Italiana Celiachia Campania

Secondo i dati diffusi dal dal Ministero della Salute nella Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia, nel 2015 la Campania risulta la regione con il numero più alto di diagnosi (2.268 casi) in Italia, seguita dalla Lombardia (1.867).

In regione a fianco dei celiaci c’è l’AIC (Associazione Italiana Celiachia) che, consapevole dell’importanza della prevenzione, ogni anno propone a Napoli lo screening gratuito per la celiachia. L’associazione, per la sezione Campania con sede a Salerno (info al numero 089 792648), oltre a promuovere l’assistenza alle persone affette da celiachia o da dermatite erpetiforme, svolge un ruolo di formazione e informazione alle famiglie e ai cittadini, passando anche attraverso campagne di sensibilizzazione sul territorio che coinvolgono strutture sanitarie, amministrative e politiche.

Tra le sue attività anche quella di diffondere la conoscenza e l’educazione all’alimentazione senza glutine nell’ambito della ristorazione collettiva (mense) e del settore alimentare, puntando l’accento su una attenta lettura delle etichette dei prodotti. Attraverso il suo portale (campania.celiachia.it), l’AIC Campania promuove anche un prontuario, ovvero una guida sui cibi a rischio, propone ricette ad hoc e offre consulenza psicologica, face to face e online.

L’offerta per celiaci

Oggi il mercato offre una vasta gamma di prodotti senza glutine, che spazia da quelli che ne sono naturalmente privi a quelli specificatamente formulati per i celiaci. Con l’aumento del numero delle diagnosi di celiachia, negli ultimi anni anche l’offerta gastronomica dei ristoranti e dei locali di Napoli si è adeguata, con l’aggiunta ai menù tradizionali di menù alternativi senza glutine.

Per essere un vero e proprio ristorante con l’etichetta “senza glutine”, però, bisogna avere una certificazione Asl specifica. L’ha ottenuta non senza difficoltà, la campana Valeria Pagliarulo, che a breve aprirà a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, il primo negozio “Senza glutine, la nuova bottega dei ‘senza’”. “Lo scopo – spiega la giovane imprenditrice - è quello di dare a tutti la possibilità di poter avere un negozio solo ed esclusivamente senza glutine, in cui trovare anche alimenti senza latte, uova ecc, per sedimentare un’idea più ‘democratica’ del cibo”. Il punto vendita senza glutine sarà inaugurato il prossimo 4 febbraio a San Giuseppe Vesuviano, in via Umberto Saba.

Maria Nocerino

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