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Domenica 5 Maggio 2024




Perché un libro può aiutarci a ripensare il sociale (e il lavoro)

lavorare nel socialeLe “Edizioni dell'asino” non sono nuove nel portare alle stampe libri che diventano strumenti di ricerca e di approfondimento positivo e attivo. E con il volume "Lavorare nel sociale. Una professione da ripensare" a cura di Giulio Marcon continuano quel processo sottile e troppo spesso accantonato di partire da quanto c’è di reale e concreto per produrre proposte per il futuro.

“Lavorare nel sociale”: che sia una professione malpagata e vituperata o una delle più grandi possibilità per l’occupazione del futuro (vedi lo studio di “Italia Lavoro” sui White Jobs), c’è, per fortuna, chi – pur tenendo conto di quanto avviene oggi e di quanto potrebbe avvenire in un futuro non meglio definito – parte dalla propria esperienza per ripensare a questa professione che è, prima di tutto, necessaria. E che dalle carceri alla disabilità, dalla cooperazione ai diritti umani, dalle dipendenze alla salute mentale, riesce a scattare un’istantanea non solo di quanto è indispensabile mettere in campo, ma di quanto – nonostante tutto – si riesca a fare. Scriveva Susan Sontag che un libro, quando terminato, non è più vivo: va imbalsamato nella sua stessa stampa. L’auspicio per questo manuale dovrebbe, invece, essere l’esatto contrario: sarebbe molto interessante, infatti, se questo testo potesse rappresentare un lavoro in costante itinere, cui gli autori coinvolti - educatori, operatori sociali, attivisti dei diritti umani, professionisti di buona volontà - continuino a contribuire, giorno per giorno, annotando parte del loro quotidiano per portare avanti l’opera – importante – di testimonianza delle pratiche e delle analisi, degli errori e delle trappole, delle ambiguità di un terzo settore la cui struttura può apparire diroccata, ma che è abitata da professionalità vive e, soprattutto, operose.

E quanto mai coscienti, ad ascoltare le loro voci. Scrive Nicola Ruganti nel suo contributo: “Il lavoro dell’operatore sociale dovrebbe essere accompagnato da continue domande, più che dall’ossessione autocentrata di essere pagati poco e di avere un impiego con le caratteristiche della produzione seriale”; scrive Dario Stefano Dell’Aquila: “l’operatore deve rifiutare sempre il ruolo di guardiano e di custode, perché l’operatore sociale non è la persona che deve rendere il sofferente psichico docile all’istituzionalizzatione psichiatrica”; scrive, ancora, Antonio Marchesi: “Last but not least, lavorare per i diritti umani può significare fare volontariato, ovvero attività non retribuita. Non è questa la sede per descrivere le differenti modalità in cui questo può avvenire. Basti dire che anche fare volontariato è un modo di “lavorare” per i diritti umani”.  E scrive, infine, Cecilia Bartoli qualcosa che passa oltre il contesto cui è riferito il suo contributo e pur trovandosi collocata nelle prime pagine riesce a fornire una chiave di lettura per l’intero volume: “Nei principi dell’educazione attiva si trova che “un contesto reso educante, educa tutti nello stesso momento”, al di là di ruoli e funzioni”. Puntare sulla condivisione del contesto per “agire fuori dalle dinamiche di ruolo e di potere” è quanto lei e i suoi colleghi fanno o tentano di fare, consapevolmente o meno e questo libro è l’indice del cambiamento auspicato da Marcon in apertura: è questo “quello che si aspettano le tante persone che vogliono fare bene il mestiere degli operatori sociali”.

Lavorare nel sociale. Una professione da ripensare

a cura di Giulio Marcon con Vittorio Agnoletto, Vinicio Albanesi, Pietro Barbieri, Cecilia Bartoli, Carlo e Rita Brutti, Francesco Carchedi, Domenico Chirico, Massimo Costantini, Dario S. Dell’Aquila, Monica Di Sisto, Marina Galati, Sergio Giovagnoli, Patrizio Gonnella, Roberto Landolfi, Franco Lorenzoni, Antonio Marchesi, Alessandro Messina, Nicola Ruganti, Isabella Saraceni, Gianfranco Schiavone, Giovanni Zoppoli.

Prezzo: 12.00 € - http://www.asinoedizioni.it/products-page/arti-e-mestieri/lavorare-nel-sociale-una-professione-da-ripensare/

RRF

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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