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Sabato 4 Maggio 2024




“Terzo settore in fondo”

Marco Ehlardo racconta su richiedenti asilo e dei rifugiati

terzo-settore-in-fondoMauro Eliah, è un operatore sociale precario napoletano, Thomas Compaoré, è un richiedente asilo proveniente dal Burkina Faso le loro vicende si incrociano in “Terzo settore in fondo”, opera prima di Marco Ehlardo, ex operatore sociale napoletano impegnato per quasi dieci anni nel campo dell’immigrazione e del diritto d’asilo. Nelle librerie dal 29 ottobre.

“Terzo settore in fondo” Cronistoria semiseria di un operatore sociale precario” per la Edizioni Spartaco (pag. 120, 9 €) è una denuncia, in forma ironica, sulla mala gestione del fenomeno dei richiedenti asilo e dei rifugiati, e sulle responsabilità della politica e di parte del terzo settore.
Opera prima di Marco Ehlardo (Napoli, 1969), attualmente referente territoriale per la Campania di ActionAid Italia, organizzazione internazionale che lotta contro la povertà e per i diritti umani, è stato impegnato per dieci anni nel settore delle migrazioni, è stato coordinatore di un programma di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati.
La storia è incentrata su due personaggi principali. Il primo, Mauro Eliah, un operatore sociale precario napoletano, impegnato in quotidiane e tragicomiche battaglie con gli enti locali e con i dirigenti della sua stessa organizzazione, più interessati ad assecondare le volontà e i capricci dell’assessore di riferimento che alla missione dell’associazione. Il secondo, Thomas Compaoré, è un richiedente asilo proveniente dal Burkina Faso, orgoglioso e combattivo, di cui si perdono le tracce a pochi giorni dalla data della sua audizione presso la commissione che deciderà della sua domanda di asilo.
L'audizione è prevista proprio per il 20 giugno, Giornata Mondiale del Rifugiato; i preparativi per la celebrazione di quella data a Napoli portano allo scoperto un mondo di organizzazioni e soggetti a metà tra il farsesco e l’irresponsabile. Il libro rifiuta la concezione manichea di un mondo rigidamente diviso in buoni e cattivi facilmente individuabili e distinguibili, ma mette in evidenza quelle zone d’ombra che dall’esterno non ci si aspetterebbe di trovare in un settore usualmente considerato esempio di solidarietà e umanità.
“Terzo settore in fondo” - racconta Marco Ehlardo -  è nato dal desiderio di parlare di temi quali la (mala) gestione del diritto di asilo in Italia e le responsabilità di parte del terzo settore e delle istituzioni, dovute spesso a una loro convivenza non sempre virtuosa, e a una mancanza di accountability, intesa come trasparenza rispetto al proprio operato. Il titolo si presta a più interpretazioni. Da un lato, il terzo settore rimane alla fine (in fondo, appunto) l’unica speranza per i soggetti deboli della nostra società, considerato il deterioramento costante della qualità e della quantità dei servizi pubblici. Da un altro lato, il titolo rappresenta lo stato di buona parte del terzo settore napoletano, sempre più affondato da difficoltà finanziarie e di gestione, sia per colpa di alcuni politici che di quelle associazioni che in passato hanno accettato acriticamente di essere stampella della politica stessa. Infine, il significato è anche quello di parlare del terzo settore dall’interno, dal suo profondo, offrendo il punto di vista critico di chi ne ha fatto parte per moltissimo tempo".

La storia: Mauro Eliah si occupa di disperati in terra straniera. Migranti, anzi no, rifugiati, una categoria protetta da particolari norme internazionali, ma che nella lettura dell’opinione pubblica e degli apparati istituzionali italiani appare sfumata, soggetta agli umori e agli interessi dell’amministratore di turno. Tra i richiedenti asilo, c’è Thomas Compaoré, giornalista, un passato di carcere e tortura nel Burkina Faso prima della fuga nel Belpaese dove è in attesa del permesso di soggiorno. Intelligente, preparato, è benvoluto e rispettato da Eliah e dai suoi colleghi ma critico sul poco e male che si fa in Italia. Su un cantiere edile combatte la sua battaglia, solo contro la rassegnazione e il destino di un esercito di senza diritti e senza voce. Sullo sfondo la Giornata Mondiale del Rifugiato, sbiadita e grottesca vetrina politica nelle mani di associazioni di facciata.

Terzo settore in fondo è sì un duro atto di denuncia contro il cinismo del mondo dell’accoglienza, ma senza mai averne il sapore. I colori sono quelli leggeri dell’ironia e della battuta felice, che non conosce l’insulto e l’attacco violento. Proprio per questo l’effetto è dirompente, di una efficacia straordinaria. Castigat ridendo mores: ridendo, corregge i costumi. E alla fine si diventa consapevoli che c’è poco da stare allegri per capirsi e per capire ciò che succede in un mondo i cui confini, anche mentali, sono profondamente cambiati.

Info: www.edizionispartaco.it

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