Una bevanda antica, tipica della Grecia accogliente e gioiosa, un liquore dal sapore secco e positivo che diventa, qualcosa di imbevibile e indigesto. E' "Ouzo amaro", nuovo libro di Patrizio Nissirio, (Fazi editore, Collana One Euro, pp. 128, euro 4,90, disponibile anche in ebook) e promette di raccontare quello che sta accadendo nella culla della civiltà occidentale, partendo dal 2004, anno della vittoria della Grecia agli Europei di calcio e delle Olimpiadi di Atene, quasi come se l'euforia sportiva fosse stata l'ultima felicità vissuta senza reale contezza: fu al termine di questa "sbornia" di sviluppo che ci si rese conto di non aver le risorse necessarie per sostenerne i ritmi. Il ritorno alla sobrietà è stato traumatico con il precipitare della crisi finanziaria internazionale, nel 2008, e negli ultimi anni la situazione è peggiorata con un declino ormai evidente agli occhi del mondo.

«L’idea è che una cosa buona, solare, positiva, possa trasformarsi in qualcosa di imbevibile, indigesto, forse anche velenoso», racconta Nissirio, responsabile del servizio ANSAmed, l’agenzia multilingue dell’Ansa per il Mediterraneo. Originario della Grecia e suo profondo conoscitore descrive un Paese «poco modernizzato, molto simile al nostro Mezzogiorno ma più arretrato». Il mercato nero, gli alti livelli di corruzione e la Chiesa ortodossa, Chiesa di Stato, molto più potente di quella cattolica, chiusa in un mondo privilegiato e potente. Eppure ci sono strade per la salvezza: «Dare più tempo alle attuali riforme e alle privatizzazioni, che sono necessarie, e stimolare le energie positive che ci sono in Grecia, valorizzando il turismo e i prodotti tradizionali».

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