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venerdì 3 Maggio 2024




Donne e bambini, mai più a Capodimonte

eremo-dei-cappucciniDa domani la Soprintendenza per i beni culturali potrebbe attuare lo sgombero coatto dell’Opera del Fanciullo e tutti i suoi bambini dall’Eremo di Capodimonte. Appello del Comitato difesa scuola Bellaria e dell’Unione Donne in Italia di Napoli.

Ad aprile dal plesso Bellaria e ora dall’Eremo di Capodimonte: i bambini di Scampia che frequentano il semiconvitto nell’Opera della salute del Fanciullo saranno sgomberati per la seconda volta.
Il Sindaco di Napoli ha comunicato a tutte le autorità competenti, dal Ministero dei Beni Culturali al Sovrintendente di Napoli e Provincia, l'individuazione di una struttura alternativa all'Eremo dei Cappuccini per accogliere la scuola Bellaria, il che comporterebbe ragionevolmente la sospensione dello sgombero forzato il 30 giugno. Ma “fonti non ufficiali ma certe ci dicono che lo sgombero avverrà e che non ci concederanno neanche una proroga per attendere lo spostamento dei bambini nella nuova struttura di via Ianfolla, che comunque è priva di verde dove è necessario realizzare diversi lavori di ristrutturazione. Le autorità non si sono impegnate abbastanza, anzi se ne sono disinteressate: si poteva evitare l’abbattimento della bellissima struttura della Bellaria ad aprile, che ha comportato una spesa pubblica di 900 mila euro e l’esborso da parte del Comune di 129 mila euro per l’abbattimento. All’epoca c’era un nulla osta provvisorio, si sarebbe potuto fare un federalismo demaniale, ma evidentemente a nessuno importa dei bambini poveri. Oggi li si caccia dall’Eremo, una struttura perfetta per ospitare una scuola e che non esige lavori, semplicemente perché la Soprintendenza vuole impiegare fondi europei e poi concedere ai privati la struttura”, spiegano dal Comitato per la difesa della Bellaria.
Oltre ad essere impegnata nei doposcuola e corsi per bambini disagiati, l’Opera del Fanciullo sostiene le madri, prime vittime di quartieri senza opportunità come Scampia, affiancata dall’UDI di Napoli che commenta pubblicamente lo sgombero: “L’intervento del Sindaco per chiedere la proroga è almeno un segno di ragionevolezza e volontà politica da parte del Sindaco e tanta se ne attende dai poteri coinvolti nella decisione dello sgombero. La prospettiva che si era aperta era quella di assistere allo sgombero senza che le donne di Bellaria potessero provvedere alla ristrutturazione del fabbricato alternativo assegnato loro. Le associazioni Napoletane delle donne restano nella prospettiva di una nuova mobilitazione, se la pervicacia con la quale il Sovrintendente ha perseguito lo sgombero non dovesse fermarsi neanche di fronte alla proposta del Sindaco. Una simile decisione, quella di procedere  alla cacciata delle donne e dei bambini cioè di chi in questi anni ha mantenuto lo splendore di un bene altrimenti abbandonato, senza attendere la realizzazione della ristrutturazione del fabbricato che dovrà accoglierli, manifesterebbe in modo inequivocabile una volontà vessatoria, non secondaria in tutta la vicenda”.

AdG

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