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Domenica 19 Maggio 2024




Campo Rom di Scampia: vivere tra montagne di rifiuti

Diciamo no al Campo: le proposte dei rom allo studio del Comune

Per cominciare non vogliono che il loro futuro somigli a quello che vivono oggi i Rom del campo autorizzato di Secondigliano. Dicono no a prefabbricati e recinzioni. In generale chiedono che sia superata la logica stessa del campo. Gli oltre ottocento abitanti Rom dell’accampamento di via Cupa Perillo a Scampia hanno in mente altro. Vivono qui da oltre vent’anni, i loro figli sono napoletani a tutti gli effetti, di nomade resta solo il fatto di essere spesso indicati come tali. Per questo hanno avanzato una serie di proposte e correttivi agli interventi progettati dalla precedente amministrazione per il futuro dell’area e dei suoi abitanti. Vogliono essere riconosciuti come parte integrante del quartiere, non essere più relegati come ora in una sorta di terra di nessuno.

I fondi per la realizzazione delle opere edilizie ed urbanistiche a favore dei Rom provengono da finanziamenti europei. Il progetto non è toccato quindi dalla decisone del Consiglio di Stato che ha recentemente bocciato la legge sull’emergenza Rom e i trasferimenti di soldi agli enti locali per farne fronte.

Nel 2012 dovrebbero cominciare i lavori, termine ultimo per la realizzazione il 2013, ma può essere prorogato se eventuali ritardi fossero finalizzati a un intervento più efficace. Non c’è fretta dunque. E il Comune vuole prendersi tutto il tempo necessario per valutare le richieste dei Rom. Pochi giorni fa hanno ricevuto una bozza di progetto e i tecnici ne stanno valutando la fattibilità.

Il progetto presentato al Comune è stato realizzato attraverso mesi di confronto. Laboratori cui hanno preso parte rappresentanti della comunità Rom e referenti di associazioni che da anni lavorano a Cupa Perillo. In cima ai desiderata l’idea di una casa vera. Non container giustapposti come prevedeva il piano iniziale. Nei disegni presentati all’amministrazione grande importanza viene attribuita alla distribuzione delle aree condominiali: attività commerciali, luoghi di condivisione, spazi gioco per i bambini. Per farsi un’idea di come potrebbe essere il quartiere che immaginano basta farsi un giro nel campo, e visitare il cosiddetto campo rosa. Qui i primi abitanti, negli anni, si sono ritagliati nel degrado una piccola area verde tra le case, con una piazza e stradine ordinate.

Inoltre vorrebbero che nei cantieri fossero impiegati anche gli stessi Rom. Ancor prima degli interventi edilizi, però, si fa sempre più pressante la condizione igienico sanitaria del campo, sommerso da ogni tipo di rifiuti. E per questo chiedono con urgenza una bonifica ambientale.

I lavori, però, non sono neppure iniziati e già si presenta un problema: nel quartiere che verrà potranno essere realizzate case sufficienti per circa la metà degli attuali abitanti. E gli altri? Nel documento sono previste soluzioni ponte in attesa di ulteriori investimenti. Non ci saranno trasferimenti. L’attribuzione degli appartamenti sarà disposta sulla base di graduatorie che terranno conto delle condizioni di maggiore bisogno. “Succederà un casino, sarà difficile accordarsi su chi abbia situazioni più urgenti di altri. Gli esclusi non la prenderanno bene”, spiega una donna parlando a nome di chi nutre scetticismo sulla soluzione. “Siamo abbandonati da anni e adesso c’è la possibilità di ottenere risultati concreti“, rispondono i sostenitori del piano, “E’ solo un inizio, ma è pur sempre un inizio” .

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