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Domenica 19 Maggio 2024




La musica concentrazionaria

Mercoledì 25 gennaio a partire dalle ore 10.30 presso la Sala degli Angeli dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli si svolgerà il tradizionale appuntamento annuale con la giornata della memoria. La giornata, alla quale hanno già assicurato la loro partecipazione oltre 200 studenti delle scuole secondarie superiori di Napoli, verrà dedicata quest’anno alla musica concentrazionaria.

Con musica concentrazionaria si intende la produzione musicale (lirica e sinfonica, da camera, strumentale, pianistica, liederistica e corale, cabaret, jazz, canto religioso, popolare e tradizionale) composta dal 1933 (anno di apertura dei Campi di Dachau e Börgermoor) al 1945 in Europa, Asia, Oceania, Africa Settentrionale e coloniale, USA e Canada da musicisti imprigionati, deportati, uccisi o sopravvissuti provenienti da qualsiasi contesto nazionale, sociale e religioso in tutti i Campi di prigionia, transito, lavoro, concentramento, sterminio aperti da Terzo Reich, Italia, Giappone, Repubblica di Salò, regime di Vichy e altri Paesi dell'Asse, Gran Bretagna, Francia, Unione Sovietica e altri Paesi Alleati.

L’incontro sarà introdotto dal Rettore dell’Università suor Orsola Benincasa Lucio d’Alessandro e dal Preside della Facoltà di Scienze della Formazione Enrico Corbi. La discussione partirà dalla presentazione della grande Enciclopedia discografica della letteratura musicale concentrazionaria, KZ Musik (Musikstrasse-Membran) realizzata dal pianista e direttore d’orchestra Francesco Lotoro.

Discuteranno con il Maestro Lotoro di musica concentrazionaria Ottavio Di Grazia, docente di Storia delle religioni all’Università Suor Orsola Benincasa, Pasquale Giustiniani, docente di Filosofia della religione all’Università Suor Orsola Benincasa, Suzana Glavass, docente presso il Dipartimento di Studi dell’Europa Orientale dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e Silvio Mastrocola, docente di Didattica della lingua italiana all’Università Suor Orsola Benincasa.

“Il confronto con Lotoro e l’ascolto della musica concentrazionaria, composta nei lager Nazisti, i cui protagonisti sono, in molti casi, autentici protagonisti della musica del Novecento - spiega Pasquale Giustiniani, promotore dell’iniziativa - consentirà agli studenti un approccio inusuale ai temi della Shoà e soprattutto, aprirà la riflessione agli interrogativi sulla costruzione sociale del male, la quale si può sempre verificare quando le società dimenticano. La musica, tra l’altro, coi suoi ritmi e le sue armonie, talvolta dissonanti, può diventare uno strumento al servizio della memoria, come ben sanno i futuri professionisti della comunicazione e della didattica nella scuola primaria che si formano nelle aule della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Suor Orsola Benincasa”.

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