>
Lo si intraprende per capire a che punto è il proprio percorso interiore, per mettere alla prova spirito e corpo, per riscoprire la fede, per cercare risposte o semplicemente la pace. C’è chi lo utilizza come allenamento sportivo e chi sa che non conta arrivare alla meta. Qualsiasi sia il motivo di fare il Cammino di Santiago l’importante è sentire che è arrivato il momento di partire.
Tutte le strade portano a Santiago di Compostela, infatti si può partire dalla propria città d’origine o scegliere invece i Pirenei, o ancora dalla Spagna o dall’Inghilterra. Tra i cammini più noti ci sono: Ruta De La Costa O Del Norte - da Irùn a Santiago; Ruta De La Plata - da Sevilla a Santiago; il Camino Portugues - da Ponte de Lima (o anche dal Portogallo) a Santiago; il Camino Primitivo - da Oviedo a Santiago; il Camino Ingles - da La Coruña/Ferròl a Santiago; la Ruta Maritima - dall’Oceano a Santiago. C’è poi un cammino che non arriva a Santiago ma di lì parte: il Camino De Fisterra - da Santiago a Finisterre e a Muxia.
Il cammino francese è il più classico ed ancora oggi il più frequentato e va da S. Jean Pied de Port (Francia)/ Roncesvalles (Spagna) a Santiago per circa 800 km. Le strade francesi e spagnole che compongono l'itinerario sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall'Unesco.
La storia: i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono questo percorso attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, presso cui ci sarebbe la tomba dell'apostolo Giacomo il Maggiore, ritrovata nel IX secolo. La tradizione racconta che San Giacomo il Maggiore dopo l'ascesa di Gesù al cielo iniziò la sua opera di evangelizzazione della Spagna spingendosi fino in Galizia, remota regione di cultura celtica all'estremo ovest della penisola iberica. Terminata la sua opera Giacomo tornò in Palestina dove fu decapitato per ordine di Erode Agrippa nell'anno 44 d.C. I suoi discepoli, con una barca, guidata da un angelo, ne trasportarono il corpo nuovamente in Galizia per seppellirlo in un bosco vicino ad Iria Flavia, il porto romano più importante della zona. Nei secoli le persecuzioni e le proibizioni di visitare il luogo fecero sì che della tomba dell'apostolo si perdessero memoria e tracce. Nell'anno 813 l'eremita Pelagio (o Pelayò), avvertito da un angelo, vide delle strane luci simili a stelle sul monte Liberon, dove esistevano antiche fortificazioni probabilmente di un antico villaggio celtico. Il vescovo Teodomiro, interessato dallo strano fenomeno, scoprì in quel luogo una tomba che conteneva tre corpi, dei quali uno con la testa mozzata, ed una scritta:"Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé". Per questo motivo si pensa che la parola Compostela derivi da Campus Stellae (campo della stella) o da Campos Tellum (terreno di sepoltura). Alfonso II il Casto (789-842), re delle Asturie e della Galizia, ordinò la costruzione sul posto di un tempio, i monaci benedettini nell'893 vi fissarono la loro residenza. Sotto il vescovo Diego Xelmírez fu terminata la costruzione della Cattedrale, iniziata nel 1075.
La Capasanta o conchiglia di San Giacomo è il simbolo del pellegrinaggio perché i pellegrini nel corso dei secoli hanno sempre raccolto sulle spiagge galiziane e sulla costa diFinis Terrae (in lingua galiziana Fisterra) le conchiglie per cibarsene. “Las conchas” di San Giacomo nel Medioevo e nei secoli successivi diventarono testimonianze e certificazioni dell’avvenuto pellegrinaggio nella città di Santiago de Compostela e della visita alla tomba dell’apostolo di Gesù.
Oggi a testimonianza del cammino oltre alla conchiglia cucita sullo zaino, si usa la credenziale (credencial in spagnolo), un pieghevole in cartoncino contenente le generalità del pellegrino che attesta che la persona sta percorrendo il Cammino di Santiago come pellegrinaggio e consente il libero accesso ai servizi degli albergue (alberghi dalle tariffe molto basse che si trovano lungo tutto il cammino). Vi sono alcuni enti e associazioni abilitate al rilascio della credencial: in Italia può essere richiesta alla Confraternita di San Jacopo di Compostella, via del Verzano 49 - 06123 Perugia - tel 075.5736381 fax 075.5854607 - http://www.confraternitadisanjacopo.it/
Il numero dei pellegrini tocca punte altissime – come si vede dalla statistica che segue – negli anni cosiddetti "iacobei" - quelli in cui il 25 luglio, festa annuale del santo, cade di domenica (anni considerati "giubilari" in forza di una bolla emessa dal papa Alessandro III nel 1179). Infatti nell’anno giubilare 2010 quando i pellegrini sono stati 272.135. Non considerando gli anni giubilari, il numero dei pellegrini aumenta di anno in anno: nel 2013 sono stati 215.880.
Per fare tutto il cammino francese, ovvero quasi 800 km sono necessari non meno di 29-30 giorni. “Meno assolutamente no- racconta Geppo che ha realizzato il cammino da San Jean fino a Finisterre-, non tanto per una questione fisica, ma perché il Cammino non è una corsa, deve esser gustato dal primo all'ultimo passo. Gli ultimi giorni sono fantastici, perché vorresti che non finisse mai... Fare solo gli ultimi 100-200 km non ha molto senso , perché non hai neanche il tempo di entrare nello spirito del vero "pellegrino" che già è tutto finito. Io ho fatto 900 km, camminando in media 25 al giorno, e c'è una distanza critica oltre la quale il Cammino diventa un qualcosa di molto di più che un semplice percorso escursionistico...fare l'ultimo pezzo è davvero molto "turistico". Io son partito solo, la scelta migliore secondo me, ma già dal primo giorno abbiamo formato un gruppetto molto nutrito che è arrivato, aggiungendo e perdendo qualche pezzo, fino a Santiago! Ogni parte del cammino ha un significato a se: i primi 300 km, da Saint Jean Pied de Port a Burgos sono il periodo della "pulizia": lo spirito e il corpo perdono tutti gli inutili pesi che ci portiamo dalla nostra vita quotidiana, ti rendi conto che per essere felice è sufficiente uno zaino con le cose strettamente necessarie per camminare, niente più. Tutti diventano uguali, non ci sono più convenzioni sociali, si parla con il vero spirito della gente, non con la posizione che si riveste nella vita di tutti i giorni. Tutti si danno del tu, non c'è donna che si trucchi, gli uomini non si radono la barba, riconquisti il contatto perso con la natura, si ritorna tutti sullo stesso piano, costruendo una fiducia reciproca altissima: tutti si aiutano, perché sai che un giorno anche tu potrai averne bisogno. In questo primo tratto il paesaggio è molto bello, soprattutto durante l'attraversamento dei Pirenei. I successivi 200 km, da Burgos a Leon, sono la fase dell'apprendimento e della fortificazione. L'ambiente è arido, perché costituito solo da un costante altopiano, senza più alberi e quindi spesso neanche ombra. Ci sono sentieri lunghissimi che terminano solo all'orizzonte, e le tappe sembrano non finire mai: sono le mesetas, ed è qui che lo spirito si rafforza, perché non si è più distratti dalla bellezza del paesaggio, e gioco forza non si fa altro che pensare alla propria vita, ma da una prospettiva privilegiata: ormai si è diventati "pellegrini", la tua vita non è più quella di tutti i giorni, ma quella del Cammino, si riesce ad analizzare perfettamente, da un livello superiore e in maniera acritica, tutto ciò che è la nostra vita normale, e spesso di trovano le chiavi di tante cose che, con gli affanni quotidiani, non si riescono a valutare lucidamente. Gli ultimi 300 km, da Leon a Santiago, sono la fase dell'applicazione di quanto imparato. Dopo Leon ci si sente cambiati, e lo si vede negli occhi di tutti coloro che hanno iniziato da Saint Jean: ho conosciuto, per esempio, un soldato tedesco che all'inizio era gelido e non faceva trasparire emozioni, alla fine era totalmente diverso: in quest'ultimo tratto si diventa facilmente amico di chi ha iniziato tardi, perché riesci a dare consigli che nessuno può conoscere. L’emozione di arrivare a Santiago è stata così grande che, facendo un'ipotetica "classifica" dei momenti più belli della mia vita, lo metterei sicuramente fra i primi tre. Poi ho continuato il cammino facendo anche il tratto da Santiago a Finisterre che è molto bello naturalisticamente, ma è solo un modo per trarre le conclusioni di un viaggio interiore senza paragoni”.
Consigli pratici: la scelta delle scarpe è essenziale per percorrere tanti km al giorno e di seguito. C’è chi predilige scarpe da trekking e chi da running. Le prime, più indicate d’inverno, dovrebbero comunque essere poco pesanti e non troppo rigide, le seconde, più leggere e traforate sono da preferire in estate, ma anche in inverno in versione impermeabile. Ogni scarpa si adatta ad un piede, quindi è bene recarsi in negozi specializzati e provarle bene prima di acquistarle.
Lo zaino, la mochila come dicono gli spagnoli, sarà la propria casa per tutto il cammino, dunque meno pesante è, meglio è. A pieno carico (acqua e cibo compresi) lo zaino dovrebbe restare sotto i 10Kg, il giusto peso dovrebbe essere 1/10 del proprio peso corporeo. Lo zaino inoltre deve avere due buoni spallacci imbottiti, larghi (per distribuire meglio il peso) e regolabili in modo che il peso dello zaino possa gravare più sulle anche che sulle spalle stesse. Ci sono zaini super leggeri da 50-60 lt che pesano meno di 1 kg, ma bisogna assicurarsi anche che siano comodi per le spalle. Molto importante il telo copri zaino da usare in caso di pioggia.
Per l’abbigliamento: consigliato è l'utilizzo di materiali cosiddetti tecnici, cioè materiali leggeri, resistenti, facili da lavare, che si asciugano velocemente.
Numerosissimi i siti internet che parlano del cammino di Santiago e anche numerosi gruppi su facebook da cui scaricare percorsi e informazioni.
Tra le guide più complete c’è “Guida al cammino di Santiago de Compostela. Oltre 800 chilometri dai Pirenei a Finisterre” di Terre di Mezzo. Mentre la “Guida al Cammino di Santiago di Compostela” del National Geographic con cartine per ogni tappa, è più piccola e maneggevole.
AdG
https://www.youtube.com/watch?v=rxMBsxwxtVQ
© RIPRODUZIONE RISERVATA