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AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA
VINCENZO DE LUCA
AL SINDACO DI NAPOLI
LUIGI DE MAGISTRIS
Le misure restrittive messe in campo per ridurre i rischi di contagio del COVID-19 hanno fatto emergere in maniera ancora più drammatica le fragilità e le tante marginalità di cui sono popolati i nostri territori, soprattutto i grossi centri urbani. L’invito accorato a “restare a casa”, necessario per evitare il diffondersi ulteriore del virus, ha fatto vedere in maniera inequivocabile quanti, finora, riuscivano a confondersi fra la folla, a mimetizzarsi nelle maglie della società, a strappare di che vivere o sopravvivere da quello cha avanzava dalle “vite normali” degli altri.
Da un pasto caldo ad una coperta, da un riparo per la notte ad un centro diurno per la salute mentale, da un “lavoro nero” ad un semaforo per racimolare qualche euro, da una casa da cui uscire per trovare una mensa o ricevere un pacco alimentare alla possibilità di poter incontrare qualcuno, per rompere la spirale della solitudine e del silenzio. La paura, la diffidenza, la tutela della salute nonostante tutto, hanno lasciato indietro le prime vittime, parte di quella popolazione sommersa ed assolutamente trasversale (uomini, donne, adolescenti, anziani, disabili, indigenti, rom, badanti, migranti, senza dimora, italiani e non) che si è trovata immediatamente sola e isolata, in una quarantena sociale dentro cui è a rischio la sopravvivenza. A Napoli si è attivata, dal basso, in maniera auto-organizzata, una fitta rete di volontariato, costituita da gruppi di persone che, pur nel rispetto e nell’attenzione delle normative vigenti in termini di protezione individuale, non riescono a non pensare e a non attivarsi per chi una casa dove restare non ce l’ha o per chi rischia la sopravvivenza a restare chiuso in casa.
Non è ancora sufficiente, però. Non è ancora capillare. I mezzi sono ancora scarsi e rischiano di lasciare indietro troppe persone. Non possiamo permettere che dove non è arrivato il virus arrivino la fame, la solitudine e l’abbandono.
C’è bisogno di un coordinamento generale; c’è bisogno di creare Hub dove poter far convergere le risorse, dove i volontari e gli operatori sociali possano recarsi per trovare quanto necessario da redistribuire; c’è bisogno di mettere in protezione operatori e volontari che si muovono sul territorio, sia con dispositivi individuali, sia con le autorizzazioni necessarie; c’è bisogno di approvvigionamenti costanti; serve promuovere screening sanitari per quanti difficilmente hanno e avranno accesso alle cure mediche. C’è bisogno di rendere disponibili risorse adeguate da destinare al reperimento di beni di consumo per gli indigenti e fare in modo che possano raggiungere equamente quanti ne hanno davvero bisogno. Noi, rappresentanti di associazioni, volontari, enti del terzo settore, rappresentati di associazioni migranti, comunità religiose, siamo quelli che, ancora oggi, continuiamo a restare accanto a chi vive questa particolare condizione di emergenza come una doppia costrizione, la quarantena sanitaria e la quarantena sociale; insieme a tante donne e uomini della società civile siamo quelli capaci di raggiungere davvero le persone più invisibili.
Facciamo riferimento al recente Decreto “Cura Italia”, che all’articolo 78, comma 3 recita: “Al fine di assicurare la distribuzione delle derrate alimentari per l’emergenza derivante dalla diffusione del virus Covid-19, il fondo di cui all’articolo 58, comma 1, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, è incrementato di 50 milioni di euro per l’anno 2020”.
Chiediamo immediatamente alle istituzioni regionali e comunali di essere convocati e coinvolti e di poter contribuire con le nostre conoscenze ad organizzare gli interventi verso quelli che rischiano di più, in questo momento, tutelando le persone in difficoltà, ma anche operatori e volontari, proponendo un intervento razionale e concreto che non può essere lasciato solo all'improvvisazione spontanea. Non c’è altro tempo da perdere!
(Per firmare invia la tua adesione a direttore@napolicittasolidale.it)
I promotori
Sergio D’Angelo
Laura Marmorale
Padre Alex Zanotelli
Padre Antonio Vitiello – Centro La Tenda
Coordinamento campano con i Rom
ODV BeHumans – Progetto Coordinamento di Strada Napoli
Comitato Albergo dei Poveri
Cooperativa Il Camper
Conunità di Sant’Egidio di Napoli
Fondazione Massimo Leone
Elena de Filippo Coop. Dedalus
Andrea Morniroli Forum Disuguaglianze Diversità
La Locomotiva Onlus
Centro Sant'Antonio La Palma
Damm/Sgarrupato
Hanno aderito
Maurizio de Giovanni scrittore
Vincenza Alfano scrittore
Serena Venditto scrittore
Aldo Putignano scrittore ed editore
Sara Maria Bilotti scrittore
Angelo Petrella scrittore
Massimiliano Virgilio scrittore
Valentina de Giovanni avvocato
Dino Falconio notaio
Antonio Cavaliere professore di Diritto penale
Sergio Moccia professore di Diritto penale
Michele Serio scrittore
Elisabetta Gambardella
Erica Prisco
Maria Antonietta Mattei
Consorzio SOL.CO.Napoli
Confederazione Cobas
Titti Tidone – Mamme Antismog
Associazione BELLARUS
Luigi Mingrone – Associazione Napoli inVita
Marina Ruggiero - EaSlab, Laboratorio di Ricerca e Sperimentazione sull'Educazione allo Sviluppo
Antonio Mattera – Assoxiazione Alla Ricerca di un amico
Carmela Raco - Parrocchia Madonna Riconciliatrice de La Salette
Salvatore Parisi - Comitato esecutivo ente idrico csmpano
Carolina Lami
Pasquali Lamagna
Antonio Vetrano
Carla Pugliese La Corte
Gerardo Napoli
Giovanni Esposito
Ugo Pugliese
Erminia Romano
Amalia Aiello
Fabio Ruggiero
Anne-Marie Bruyas
Massimo Antonelli - Associazione TAM TAM BASKETBALL
Antonio Lauro Lievore – Arrevutammoce onlus
Michele Naddeo - Presidente Associazione BIP BIP per la prevenzione dei traumi cranici e spinali
Biancamaria Del Conte – I Girasoli dell’Est
Adele Del Guercio – Ricercatrice di Diritto internazionale Univ. Federico II di Napoli
Giuseppina Rossetti
Alessandra Caputi
Fabio Ruggiero
Anne-Marie Bruyas
Massimo Antonelli
Vittorio Scotto Di Carlo