| SEGUICI SU seguici su Facebook seguici su Twitter youtube
Lunedì 29 Aprile 2024




La soglia labile dei senza casa

L’esperienza dei volontari del Servizio Civile per “Strada Facendo” 

Dieci dormitori, 3 sportelli di assistenza legale, 8 di assistenza psicologica, 6 di orientamento, 2 esperienze di housing sociale, 14 ambulatori per l’assistenza sanitaria, 13 punti doccia, 21 gruppi che distribuiscono pasti in strada, 17 mense. Questi i servizi mappati dai ragazzi del Servizio Civile Internazionale impiegati dal Comune di Napoli nel progetto “Strada Facendo”.
Orientare gli interventi e a mettere in rete le risorse disponibili, questi gli scopi del progetto dell’assessorato al Welfare e Politiche dell'Immigrazione del Comune di Napoli cui stanno collaborando circa 40 ragazzi che fanno capo al Servizio Civile. Sette di loro: Antonio Rossi, Marco Mirabile, Concetta Esposito, Benigno Pizzuto, Carmela Di Ruocco, Maria Zazzaro e Carmen Di Napoli, si sono occupati di realizzare una banca dati unica dei servizi per i s.d. disponibili sul territorio napoletano.

Il lavoro dei volontari è partito ad aprile con la mappatura delle strutture presenti nelle varie municipalità e la raccolta, previo questionario compilato dagli operatori, di dati qualitativi e quantitativi sull’utenza e l’efficacia dei servizi per s.d., dati che saranno poi analizzati e incrociati nei prossimi mesi. Nel questionario sono state utilizzate le macro-categorie: stranieri-italiani e le classi di età: 18-34/ 35-65/ oltre i 65. E’ risultato che il senza casa “tipo” è un uomo italiano e ha circa 40 anni, ci sono anche molti stranieri, ma gli operatori dei servizi difficilmente hanno voluto dichiarare la loro nazionalità per rispetto della privacy. I volontari del Servizio Civile sono partiti dalla guida Dove che la Comunità di Sant’Egidio pubblica da oltre 20 anni, da 8 su Napoli,  per fornire ai senza dimora gli indirizzi utili per lavarsi, vestirsi, mangiare. Grazie ai suggerimenti degli operatori e talvolta degli stessi s.d. si è scoperto che alcuni servizi presenti nella guida Dove non erano attivi per mancanza di fondi, mentre altri non erano stati censiti poiché nati negli ultimi mesi.
“Molti servizi ci hanno risposto che per mancanza di risorse non possono erogare più le stesse prestazioni di qualche anno fa. Più della metà di quelli che abbiamo mappato sono legati direttamente o indirettamente a gruppi religiosi- molto attive le Caritas diocesane-, e anche quando non fanno parte di ordini religiosi, i gruppi si appoggiano agli spazi della comunità parrocchiale e si autotassano pur aiutare il prossimo. Spesso i volontari più attivi o i dirigenti dei servizi, come i responsabili della Caritas o della Fondazione Massimo Leone, sono professionisti in pensione che hanno più tempo e risorse economiche: molti progetti si reggono grazie al loro entusiasmo. Tuttavia mancano i fondi per pagare operatori specializzati da impiegare nei servizi per senza dimora e i giovani, spesso precari, non hanno modo e tempo per svolgere un volontariato quotidiano”, spiega Antonio Rossi.
Ogni settimana i volontari distribuiscono oltre 1000 pasti e incontrano oltre 800 homeless, offrendo loro non solo risposte a un bene primario (in ogni cestino c’è pasta, panino, bottiglia d’acqua, frutta, dolce, una bibita calda, coperte, vestiti, scarpe), ma anche ascolto e accompagnamento. In tempi normali in città sono attive ben 17 mense per i poveri, distribuite su tutto il territorio cittadino.
Mentre un problema essenziale resta quello della scarsità di posti letto: oltre al Centro di Prima Accoglienza (ex dormitorio) e alla struttura La Tenda che ha 125 posti e al centro di accoglienza per migranti gestito dalla Less che offre 16 posti per l’emergenza, ci sono servizi nati più recentemente come Alisei che ha sviluppato un servizio di housing sociale. A queste strutture si vanno ad affiancare esperienze come quella di casa Giovanna Antida che offre accoglienza alle donne vittime di violenza e l’appartamento condiviso casa Gaia. Nata da pochi mesi casa Crescenza, accanto a La Tenda, offre 32 posti letto per senza dimora con patologie, anche mentali, che necessitano un accompagnamento sanitario, questa opportunità per degenti va a sommarsi ai posti letto per convalescenti delle suore missionarie della Carità.
Si stanno moltiplicando i poliambulatori con tariffe agevolate per i poveri sull’esempio del servizio di odontoiatria sociale di porta Nolana dove per 57 euro si ha dà diritto a 8 prestazioni, ticket che le associazioni utilizzano per curare più senza dimora, ma di cui si avvalgono anche famiglie numerose e lavoratori precari.
C’è una mobilitazione della rete per i bisogni essenziali, “si vuole restituire la dignità alle persone- spiega Marco Mirabile -. Penso alla Caritas che ha provveduto al trasporto in patria e al funerale del marito di una donna ucraina. Ci sono poi servizi come il barbiere o l’estetista, ma sono rari e andrebbero moltiplicati poiché consentono di ridare con un’immagine piacevole di se, sicurezza ai s.d., importante fattore di supporto nel percorso del reinserimento socio-lavorativo”. Ma è proprio quest’ultimo il punto dolente secondo Marco: “Mancano a Napoli quasi del tutto progetti finalizzati al recupero delle relazioni sociali e percorsi di reinserimento lavorativo: la maggior parte dei servizi sono di assistenza e non creano emancipazione. Poche le realtà che organizzano laboratori creativi e formativi, come la Fondazione Massimo Leone o il Binario della Solidarietà”.

L’incontro: un’esperienza unica. “Ci siamo resi conto che c’è una labile e sottile differenza tra poveri e senza dimora”- racconta la volontaria del servizio civile Amelia Scognamiglio, che sta spendendo il suo anno di lavoro accanto ai senza dimora. Un’esperienza unica per lei e per gli altri che hanno scelto questa opportunità. “Gli italiani senza casa- continua Amelia- spesso sono vittime dello sradicamento dalla realtà familiare e si vergognano della loro condizione: in mensa si preparano il cestino e vanno via. Ricordo un signore di Genova fuggito dalla sua città dopo la morte della figlia investita da un’auto, mi ha detto che se fosse rimasto avrebbe avuto la tentazione di uccidere l’uomo che aveva ucciso la figlia”.
Anche Carmen Pizzano sta svolgendo per conto del Comune di Napoli il suo servizio civile nelle strutture per senza dimora presenti sul territorio, ed è rimasta colpita da un uomo di 50 anni che dalla Romania “era partito dall’Italia come per la “terra santa”. “Nel suo paese si è laureato in veterinaria, ma giunto in Italia- ricorda Carmen- si è trovato a fare il muratore a nero poiché per convalidare il suo titolo di studi avrebbe dovuto studiare altri 2 anni, ma non aveva i soldi per pagare l’Università. Si è poi fatto male lavorando e ha rischiato di perdere entrambe le gambe per la cancrena. Non vedeva i figli da 4 anni e non li sentiva da 3 mesi, così noi volontari abbiamo fatto una coletta per regalargli una carta telefonica di 5 euro. Era emozionatissimo quando ha sentito la sua famiglia e noi sismo stati felici di donargli il sorriso per una spesa che a noi è costata quanto un pacchetto di sigarette”.
Carmela Di Ruocco, che, oltre che della mappatura dei servizi, si sta occupando di accompagnare i s.d. ai servizi del territorio chiarisce: “la maggior parte dei senza dimora hanno resistenze a raccontarsi, alcuni mandano dei segnali ma devi sapere tu come coglierli e interagire, farlo con delicatezza, senza essere invasivo. Sono rimasta molto colpita da una donna serba che ha perso tutta la famiglia in guerra. Viveva a Castelvolturno con 60 cani, ma qualcuno che voleva cacciarla di casa, ha appiccato il fuoco uccidendo gli animali. Lei si è salvata per miracolo, ma è rimasta ustionata”.

AdG

 

agendo 2023 banner
Prenota la tua copia inviando una e-mail a comunicazione@gescosociale.it
tiSOStengo
unlibroperamico
selvanova natale 2020 banner
WCT banner
gesco 30 anni
napoliclick
Amicar banner 500

Archivio Napoli Città Sociale