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Lunedì 29 Aprile 2024




La soglia labile dei senza casa

Senza Dimora a Napoli: il quadro generale

I dati del Rapporto 2014 della Caritas italiana sulla povertà e l’esclusione sociale rilevano come l’innalzamento dell’età pensionabile e il mancato adeguamento di sei milioni di pensioni ai cambiamenti del costo della vita, abbiano avuto un impatto negativo sulle famiglie italiane.
Questa situazione assume connotati ancora più drammatici perché si verifica  in un periodo in cui i giovani trovano con difficoltà lavoro e sono in gran numero disoccupati (fra i sette Paesi analizzati dal rapporto l’Italia ha la percentuale più alta di Neet, giovani che né studiano né cercano lavoro), facendo quindi diventare il contributo dei pensionati ai redditi familiari ancora più importante. Dall’indagine emerge che la povertà è un esito sempre più frequente della rottura dei rapporti coniugali: il 66,1% dei separati che si rivolgono alla Caritas dichiara di non riuscire a provvedere all’acquisto dei beni di prima necessità. Tra i separati/divorziati che si sono rivolti ai centri di ascolto della Caritas la gran parte è di nazionalità italiana (85,3%).
In questo quadro generale, Napoli è la città in cui il fenomeno della povertà estrema è così forte e radicato, che, per alcune sue caratteristiche, potrebbe diventare “un modello” per l’Italia. Lo sostengono la sociologa Enrica Morlicchio e l’operatore sociale Andrea Morniroli  parlando di una “zona grigia” della vulnerabilità sociale che si va allargando sempre di più: non veri e propri poveri, ma persone che hanno problemi di sopravvivenza, che possono andare ad aumentare lo zoccolo duro della povertà in assenza di sostegni adeguati. Gli studiosi analizzano le dinamiche della povertà e della vulnerabilità sociale a Napoli, mettendole a paradigma di ciò che accade anche nel resto d’Italia. Secondo lo studio, in Campania la povertà estrema è tre volte superiore alla media nazionale. Alla povertà estrema bisogna aggiungere poi quella relativa, o invisibile, fatta di persone apparentemente normali che incontriamo ogni giorno, come padri separati, gente che ha perso il lavoro, madri adolescenti, che sono scivolate nel disagio all’improvviso e che non hanno gli strumenti per affrontare la situazione. Ecco che la nozione classica di senza dimora inteso come colui o colei che versano in uno stato di deprivazione tale da non potersi garantire la sopravvivenza si amplia soprattutto se guardiamo il fenomeno dal punto di vista della risoluzione della problematica centrale ovvero la “dimora”. A non potersi permettere più un tetto non sono solo gli indigenti, nell’immaginario comune intesi come clochard che hanno “scelto” la strada, ma tutti coloro che in un momento particolare della propria vita non possono più permettersi di soddisfare i bisogni primari: dunque cibarsi adeguatamente, avere una casa, mantenere una famiglia, far fronte ai problemi di salute. Pertanto nel capoluogo campano il numero dei senza dimora è in crescita, assumendo connotazioni notevolmente diverse rispetto al recente passato. Il profondo mutamento è correlato ai fenomeni migratori e alle nuove povertà delle classi medie  il cosiddetto fenomeno dei "lavoratori poveri". La situazione di senza dimora napoletani si rivela sempre più agganciata all’interazione tra povertà e crisi dei tre sistemi di risorse di base: le reti familiari, il mercato del lavoro e il sistema di welfare. È difficile quantificare il numero dei “senza dimora” presenti sul territorio cittadino perché il fenomeno è soggetto a fluttuazioni di tipo stagionale. Secondo la stima attendibile della Comunità di Sant’Egidio , sono tra i 1200 e i 1500 tra Napoli e Provincia. La Comunità ha intercettato oltre 850 senza dimora a Napoli, con un aumento del 120% rispetto al 2008. L’86% è costituito da stranieri e il 14% italiani; per il 92% uomini e per l’8% donne. C’è un aumento di uomini e stranieri (rispetto al 2008); aumento dei giovani, compresi tra i 18 e i 34 anni. Il problema principale è la disoccupazione, cioè la mancanza o la perdita di lavoro, nel 70% dei casi; l’alcolismo e tossicodipendenza affliggono oltre il 40% dei senza dimora in città. In aumento anche le famiglie e gli anziani soli a rischio, che mangiano alle mense e prendono il pasto alle distribuzioni, e che potrebbero essere i senza dimora di domani.

Per quanto riguarda i migranti, provengono soprattutto da est Europa, Maghreb, Africa Sub Sahariana, Sri Lanka. Sono quasi tutti uomini, anche molto giovani (il 66% ha tra i 19 e i 34 anni), e trovano riparo nei pressi di stazioni e metropolitane, porticati, gallerie, giardinetti, edifici fatiscenti. Gli ultimi dati della Comunità di Sant’Egidio raccontano di un popolo che si sposta sempre più dall’area metropolitane alla periferia, finendo in strada per disoccupazione (78%), alcolismo (10%), tossicodipendenza (4%), malattia mentale (2,2%) perdita casa (1,2%).
Il Comune di Napoli ha implementato un articolato sistema di azioni e servizi volti a fornire strumenti idonei per fronteggiare i bisogni sociali di tipo emergenziale, a connettere in rete le risorse pubbliche e del privato sociale esistenti sul territorio ed a ricollegare funzionalmente le misure di pronto intervento con i percorsi di inclusione sociale rivolti ad immigrati ed autoctoni, con percorsi di re-inserimento sociale e lavorativo per consumatori di sostanze stupefacenti e di alcool dipendenti attraverso progetti individualizzati

Attualmente il sistema di offerta relativo ai sd legato al Comune di Napoli si può così sintetizzare:

1) La Centrale operativa sociale della Rete di Emergenza sociale è attiva 24 h e svolge funzioni di:

a) Front-office telefonico con attività di informazione ed orientamento al cittadino nell'accesso ai servizi offerti dal Comune di Napoli (assegni sociali, contrassegno H, rimborso Tarsu) e alle rete delle risorse attive sul territori nell'ambito delle politiche sociali.

b) Gestione delle emergenze sociali: la centrale interviene su segnalazione per affrontare emergenze di carattere sociale che si possono verificare sul territorio cittadino, attivando risorse istituzionali del privato sociale e rete informale per fornire risposte adeguate a persone senza fissa dimora e/o persone in difficoltà.

c) Telesoccorso a sostegno

2) Centro di Prima Accoglienza: è una struttura del Comune di Napoli che in primo luogo realizza attività di accoglienza, come il riparo notturno, l'alimentazione e la fornitura di beni di prima necessità, alle persone SFD, in secondo luogo, consente di avviare una fase di primo “aggancio” per effettuare poi una eventuale presa in carico per percorsi di accompagnamento e di reinserimento sociale. Si tratta di una struttura di bassa soglia e permanenza. I posti disponibili sono 110 dei quali 18 sono destinati alle emergenze.

3) Chiesetta di “Santa Maria la Palma”, a cura della Fondazione Massimo Leone, sono attivi laboratori ed accompagnamento psicologico.

4) Il Binario della Solidarietà, che offre spazi, opportunità e servizi diurni a circa 400 persone, è soprattutto un luogo dove le persone SFD possono ritrovarsi e trovare operatori e volontari che li aiutino. E' una struttura di accoglienza diurna a bassa soglia, ha una capienza di 70 posti destinati ai senza dimora multiproblematici e con possibili comorbilità (disagio mentale, dipendenze). All'interno della struttura si realizzano attività di consulenza, orientamento, laboratori di artigianato, gruppi di animazione, con l'obiettivo di un possibile reinserimento o, comunque, di sollecitazione motivazionale alla socializzazione.

5) L’Istituto S. Antonio La Palma offre altri 60 posti di accoglienza notturna oltre al servizio di Help Center attivo presso i box concessi da Grandi Stazioni all’interno della Stazione ferroviaria di Napoli, all’altezza del binario 2;

6) Il Centro La Tenda ogni sera accoglie circa 80 persone.

7) Casa Gaia è un centro di seconda accoglienza per permettere ai SFD già inseriti in un percorso di recupero di sperimentare una convivenza di tipo familiare. La struttura ospita 10/12 persone ;

8) Unità Mobile di Pronto Intervento Sociale: opera su tutto il territorio metropolitano con un camper attrezzato con l’impiego di 8 operatori professionali in continuo collegamento con il privato sociale e l’Amministrazione Comunale di Napoli a tutela delle persone sd.

9) Centro di Coordinamento “ Salvatore Buglione”, gestito dalla cooperativa “Il Camper” offre consulenza legale, psicologica e sanitaria. Vuole essere luogo di riferimento per i SFD (cittadini italiani, napoletani , cittadini comunitari ed extracomunitari). Inoltre, viene garantito anche un servizio di Drop-in Via Pavia.

10) Ufficio centrale di raccordo delle attività per le tossicodipendenze e Centro Ascolto ed Orientamento disagio giovanile e tossicodipendenze, curano attività progettuali di prevenzione, riduzione del danno e reinserimento persone dipendenti da sostanze psicotrope;

11) Contributi economici per i cittadini in stato di grave disagio economico per contingenze straordinarie (malattia, interventi chirurgici ...).

12) Sportello Segretariato Sociale : garantisce informazioni di carattere generale sugli interventi attivati dal Servizio Politiche di Inclusione Sociale e attua azioni di filtro e accompagnamento della persona in difficoltà verso gli uffici preposti all'erogazione delle prestazioni e dei servizi.

13) Ufficio immigrati: cura le progettualità in favore degli immigrati extracomunitari e

rifugiati politici , in particolare Centri di Mediazione culturali e sportelli dedicati;

 

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