Rifiuti in Campania: “Urge un piano nazionale” afferma Raffaele Del Giudice

Obiettivo Napoli: #plasticfree

1 differenziataLegambiente denuncia l’incapacità politica di gestire il ciclo integrato dei rifiuti in Campania. Raffaele Del Giudice, assessore all’Ambiente del Comune di Napoli auspica un piano nazionale per i rifiuti e fa il punto della situazione sulla gestione cittadina lanciando l’obiettivo “Napoli plastic free”.

La denuncia di Legambiente contro la Campania

I ritardi dell'Italia nell'adeguarsi alle normative europee in difesa dell'ambiente e della salute dei cittadini ci costano caro: al 31 dicembre 2018, infatti, il nostro Paese ha dovuto pagare ben 548 milioni di euro per le multe comminate dall'Ue per il mancato rispetto della normativa in materia. Secondo il dossier "Italia chiama Europa - L'Ambiente ritrovato", del Wwf, dei 548 milioni di euro di multe pagate finora ben 151 milioni riguardano la gestione dei rifiuti in Campania.

“La Campania è sotto l’incalzante sanzionamento da parte della Commissione Europea per le inadempienze in materia di gestione dei rifiuti dichiara Mariateresa Imparato presidente Legambiente Campania -, che occorre ricordare attinge dalle nostre tasche ad una velocità pari a ben 120.000 euro al giorno, la situazione è tutt’altro che confortante. Al 31 dicembre 2018 per tale motivo l’Italia ha pagato 151,64 milioni di euro. Intanto mancano più di tre mesi alla preventivata chiusura del termovalorizzatore di Acerra e l'immobilità la fa da padrone. Tutti sapevano, tutti non hanno fatto nulla. Una continua "emergenza programmata" a danno delle comunità. Ancora una volta, come da decenni, si registra incapacità politica di gestire il ciclo integrato dei rifiuti e quello non meno importante delle responsabilità. Unico ciclo che funziona è quello delle chiacchiere, dei proclami e dello scaricabarile. Siamo al paradosso, solo in Campania se da un lato non si riesce a gestire una chiusura programmata dell'inceneritore, dall'altra è ancora più grave che non si riescano a portare avanti politiche che permettano al ciclo di rifiuti di chiudersi, favorendo la realizzazione degli impianti di compostaggio. Questi impianti vanno pensati, progettati e realizzati bene, con processi partecipativi che coinvolgano le popolazioni locali, ma vanno fatti. La regione su questo deve mettersi in gioco, accompagnando i processi, coordinando le iniziative e mettendo in campo strumenti efficaci per la loro realizzazione non solo lanciando appelli. Possibile che in Campania anche questo diventa straordinarietà?”

2 Raffaele Del Giudice

In prima linea da sempre nella battaglia contro lo sversamento illegale dei rifiuti Raffaele Del Giudice, assessore all’Ambiente del Comune di Napoli incontrerà oggi i referenti della Regione Campania e della Sapna (Sistema Ambiente Provincia di Napoli) per discutere il piano regionale dei rifiuti in attesa che venga creato- si spesa a settembre- un tavolo di concertazione stabile. Attualmente la situazione è critica: il mancato adeguamento degli impianti Stir e dell’inceneritore di Acerra si traduce in una lentezza che va ad investire tutto il ciclo della raccolta differenziata a partire da quella cittadina. “Gli impianti vanno rimodernati - spiega l’assessore- e la Regione deve stilare un piano nazionale insieme al Governo. Il problema non si può gestire esclusivamente a livello locale. In attesa di una presa di consapevolezza nazionale stiamo cercando di sopperire al malfunzionamento degli impianti con un sito di stoccaggio per l’organico nell’area Est di Napoli”.

La raccolta differenziata a Napoli: “Cittadini scaricate la App!”

La raccolta differenziata riguarda ormai tutti i quartieri di Napoli ed è al 40%, ma si può fare meglio. “Cinquecentomila cittadini sono serviti con il porta a porta- racconta Del Giudice -, uno dei numeri più alti tra le grandi città italiane. Abbiamo potenziato anche le isole ecologiche che attualmente sono 10 e sono aperte il sabato e la domenica a titolo gratuito, in più ci sono le isole ecologiche itineranti e abbiamo completato il sistema della raccolta degli abiti usati. Consiglio vivamente ai cittadini di scaricare sul cellulare la App dell’Asia attraverso la quale possono tenersi informati sugli indirizzi e le tempistiche della raccolta. I napoletani dovrebbero impegnarsi di più e dare una mano, soprattutto devono capire che bruciare l’immondizia rallenta la raccolta poiché quando i cassonetti sono bruciati sono necessari mezzi speciali quindi proprio in quell’area interveniamo con ritardo”.  E a chi, con l’estate, teme l’emergenza blatte risponde l’assessore: “La Asl sta facendo un ottimo lavoro: ha potenziato l’insufflazione del termonebbiogeno l’insulfazione nelle fogne nonostante il pensionamento di tanti addetti e stiamo cercando di assumere nuovi addetti per incrementarla ulteriormente: se manca qualche strada verrà inserita nel secondo e terzo turno. Tuttavia ricorderei che al di là delle fobie, le blatte non hanno mai fatto male a nessuno, mentre io starei più attento alle zanzare portatrici di diverse malattie”.

3 lungomare plastic free

Obiettivo zero plastica a Napoli entro la fine dell’anno.

Le materie plastiche costituiscono sino all'85% dei rifiuti marini presenti lungo le coste, sulla superficie e sui fondali del mare. Ogni anno almeno altri 8.000.000 di tonnellate di rifiuti in plastica vanno ad aggiungersi ai rifiuti già presenti nel mare. Questo fenomeno mette a grave rischio la salute umana, la sopravvivenza delle specie marine e degli ecosistemi e reca rilevante danno alle attività turistiche, alla pesca e all'acquacultura. L'uso massiccio di manufatti in plastica monouso per alimenti, non biodegradabile e non compostabile, anche a causa della dispersione nell'ambiente, provoca l'inquinamento del mare con gravi conseguenze per l'ecosistema, per la biodiversità e per la fauna marina in particolare. Anche i dati che provengo dalle acque del Golfo di Napoli sulla presenza di microplastiche sono preoccupanti: nel 2015 l'ISPRA registrava in corrispondenza della stazione di campionamento denominata Ischia un valore di 0,49 microplastiche per metro cubo; nel mese di luglio del 2017 il report di Greenpeace in corrispondenza della stazione di campionamento denominata Portici registrava un valore di 3,56 microplastiche per metro cubo; sempre nel mese di luglio ma del 2018 il laboratorio della Stazione Zoologica A. Dohrn nella stazione di campionamento di Portici registrava un valore di 5,24 microplastiche per metro cubo. Pertanto, a distanza di un anno nella stazione di Portici si è registrato un incremento di circa il 48,5% di microplastiche per metro cubo di mare. Per arginare tale fenomeno, l'amministrazione Comunale di Napoli ha aderito al progetto "Plastic Free Challenge" promosso dal ministero dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare che prevede azioni concrete per ridurre l'immissione di nuova plastica nel mare come l’applicazione di multe salate a chi non rispetta la norma tra cittadini ed esercenti. La zona di costa interessata dall'iniziativa è la fascia territoriale indicata come "Il lungomare della Città di Napoli" che va da località La Pietra a località Pietrarsa la cui area è compresa tra le strade che costeggiano la linea di costa e la linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare (la fascia è rappresentata in arancione nella piantina). “Il progetto sta andando abbastanza bene – racconta Raffaele Del Giudice -. Ad una prima fase seguirà una seconda tra settembre e ottobre in cui coinvolgeremo gli uffici pubblichi e scuole nell’eliminazione dei coperti in plastica con un’azione di informazione e comunicazione con l’assessorato all’istruzione e coadiuvata dal CSV con cui abbiamo stilato un protocollo di intesa. Infine nella terza fase, tra novembre e dicembre, l’eliminazione della plastica riguarderà tutta la città. Pertanto stiamo già incontrando distributori e produttori di plastica per convertire il sistema produttivo e non far calare dall’alto la decisione”.