Medaglie per gli internati nei campi di concentramento

La cerimonia presieduta dal prefetto: “Ancora troppi i germi del razzismo”

Prefettura di_NapoliIn Prefettura consegnate medaglie all’onor ai napoletani, prigionieri dei campi di concentramento tedeschi. Una celebrazione in occasione della giornata della Memoria. “Furono momenti terribili, ma allo stesso tempo segnati da gesti di grande umanità”, dice il presidente dell’associazione Internati Arcella. Il prefetto e il sindaco: “Mai abbassare la guardia di fronte al razzismo”.

Sui libri di scuola che prolungano la storia fino quasi a farla coincidere con la cronaca, la guerra mondiale, i totalitarismi, l’orrore della shoah sembrano eventi lontanissimi nel tempo. Settant’anni dopo c’è però chi conserva vivido il ricordo della morte come evento quotidiano e l’orrore dei campi di concentramento. Ad alcuni di loro in occasione della giornata della Memoria, 27 gennaio, è stata tributata una cerimonia in Prefettura con la consegna di medaglie d’onore. “E’ doveroso non dimenticare. Ancora oggi gli eventi di quegli anni pesano sulla vita di chi li ha vissuti”, ha detto commosso il presidente dell’Associazione Internati Raffaele Arcella, “Furono momenti terribili, ma allo stesso tempo segnati da gesti di grande umanità. Dalla prigionia, ad esempio, io ho portato con me un’altra figlia, una bambina tedesca di 3 anni che ritrovammo in fin di vita. Oggi è una donna e spesso viene a trovarmi a Napoli”.

I testimoni.Le note de “La vita è bella” di Nicola Piovani, suonate dalla piccola orchestra degli alunni della scuola media Amedeo Maiuri, hanno accompagnato l’evento. Visibilmente commossi gli ex internati nei campi di lavoro e di concentramento tedeschi hanno ricevuto dai sindaci dei Comuni di appartenenza. Italo Deloia, Andrea Mumma, Giovanni Diemme, Costantino Davino, Ciro Meo, Vito Marotta, Michele Mastroianni, Paolo Spiteri, Tommaso Forti, Pasquale Antonio Di Pietro. Mentre sono state consegnate medaglie alla Memoria ai congiunti di Francesco Confessore, Pasquale De Gregorio, Danilo Restelli, Sebastiano Zumo, Pasquale Ametrano Salvatore Palomba, Rodolfo Severini.

Le storie.“Voglio dedicare questo riconoscimento ai miei compagni di prigionia che allora non riuscirono a farcela”, racconta commosso Michele Mastroianni, “Alcuni li ho visti morire, tra questi un amico carissimo Giulio Pedersoli, fratello di Carlo il noto attore Bud Spencer, non riuscii a salvarlo”. Tra i reduci c’è chi si rincontra, e tra le lacrime ricostruisce il ricordo di quei giorni trascorsi insieme pregando di farcela. “Sono passato attraverso quattro campi di prigionia, ogni volta credevo che stessero per liberarci e invece nulla. Lavoravamo nelle fabbriche dei tedeschi a ritmi infernali, chi non sosteneva la fatica veniva prelevato e non lo vedevamo più. Per sopravvivere mangiavamo mangime per animali che avevamo trovato in un sacco, racconta Pasquale Di Pietro. I suoi ricordi se li era tenuti per sé: “Sapevamo che era stato in guerra, ma non ci aveva mai detto nulla”. Si è aperto solo con quelli che considera i suoi commilitoni, i marinai della Capitaneria di porto di Pozzuoli. In particolare il maresciallo Antonio Piccirillo si è impegnato a ricostruire la documentazione che testimoniava la veridicità della testimonianza di Pasquale.

Mai abbassare la guardia. “Giornate come questa hanno lo scopo di rendere il giusto tributo a chi ha sofferto per servire lo Stato, ma rappresentano anche un’occasione per ribadire che è necessario non abbassare mai la guardia, i germi della discriminazione e del razzismo purtroppo sono ancora troppo presenti”, dice il prefetto Andrea De Martino, “Mai avrei creduto che a Firenze, dove ho lavorato molti anni, una lucida follia xenofoba portare all’uccisione di migranti”. Sul valore di monito della giornata della memoria insiste anche il sindaco De Magistris: “Mentre parliamo ci sono campi di concentramento in diverse parti del mondo. E anche in Italia ci sono fenomeni di odiosa discriminazione. Non possiamo nascondercelo, dobbiamo impedire che ci sia chi davanti all’ingiustizia e al razzismo giri la testa dall’altra parte”.

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