Rom: Giornata internazionale

A Napoli la Comunità di S. Egidio fa il punto in una conferenza stampa

rom-campoPer la Giornata internazionale per i rom e i sinti, la Comunità di S. Egidio fa il punto attraverso una conferenza stampa nazionale, in cui ricostruisce i dati ma racconta anche le tante esperienze positive e i progetti realizzati in questi anni.

“In questa giornata – spiega il portavoce della Comunità di Napoli, Antonio Mattone – intendiamo soprattutto lanciare un messaggio di speranza. Lo facciamo proprio a Napoli, una città che si contraddistingue per il suo impegno sui temi dell’integrazione e della convivenza ma anche per le sue contraddizioni, come dimostrano le cronache più recenti, dai roghi di Ponticelli del 2008 allo sgombero del campo rom di Poggioreale di qualche settimana fa”. 

I rom costituiscono la minoranza più numerosa in Europa (828.510, ovvero l’1,36% sul totale) ma anche la più discriminata. Unico in Europa a non avere una regione di riferimento, quello che chiamiamo popolo rom, in realtà, rappresenta un universo molto eterogeneo al suo interno, con una differenza tra quelli europei, che hanno un passaporto, e quelli dell’ex Jugoslavia che non hanno status giuridico.

In Italia vivono 135 mila rom e sinti e rappresentano lo 0,23% sulla popolazione totale. Ecco i numeri snocciolati dalla Comunità di Sant’Egidio nel corso della conferenza stampa, prendendo in esame le principali città in cui opera: a Roma ci sono oltre 11.000 rom, di cui circa la metà vive in campi autorizzati, la restante parte in campi spontanei ed abitazioni; a Napoli 4.500, di cui solo mille in campi autorizzati; a Milano 2.500, di cui oltre 600 in campi autorizzati, circa 200 in camper o roulotte e 1650 in campi spontanei; infine a Genova sono 750, di cui 250 in campi autorizzati, 250 in appartamenti e gli altri 250 in insediamenti informali. 

“Si tratta – spiega Daniela Pompei, referente nazionale di S. Egidio – di una popolazione piccola in termini percentuali ma giovanissima. Il popolo rom da noi è soprattutto un popolo di bambini: basti pensare che il 37% di loro ha meno di 15 anni contro una media europea del 15%. Ma alla maggior parte di questi ragazzi viene negato il diritto all’istruzione”. Basta citare alcuni dati: dei circa 11 mila bambini iscritti nell’ultimo anno scolastico, 6.200 frequentano la scuola primaria, 3.200 quella secondaria di primo grado, mentre sono solo 107 gli alunni iscritti alla scuola secondaria di secondo grado.

Allo scopo di incoraggiare la frequenza scolastica e promuovere il diritto all’istruzione dei rom, uno dei quattro assi fondamentali stabiliti dall’Unione Europea per una vera integrazione insieme a occupazione, alloggio e assistenza sanitaria, la Comunità di Sant’Egidio realizza ormai da qualche anno il programma “Diritto alla scuola, diritto al futuro”, eletta a “best practice” a livello internazionale.

Attraverso questo progetto, vengono erogate piccole borse di studio del valore di 50, 100 euro, per ogni famiglia che manda suo figlio a scuola, con degli incentivi che vanno di pari passo ai risultati scolastici. Oggi, grazie alle donazioni di banche, fondazioni e privati, sono 200 le borse di studio erogate dalla Comunità, di cui 125 a Napoli, 41 a Roma, 30 a Milano. “Un modo – sottolinea Daniela Pompei - per realizzare anche l’integrazione del nucleo familiare rom attraverso l’inclusione scolastica del ragazzo”.