Apre il Festival del Cinema dei Diritti

I volti diversi della resistenza

aperturaDonne dell'acqua, donne del Mediterraneo in fuga, forse già uccise, violate. Di loro restano le immagini, gli sguardi che dicono di dolori e di resistenze uniche e universali. Le ha scattate Pino Bertelli, fotografo di fama internazionale, che firma la mostra che ieri, lunedì 20 ottobre ha aperto la Special Mediterranean Edition del Festival del Cinema dei Diritti Umani alla Mostra D'Oltremare.

Fotogallery

A simbolo della mostra l'installazione dell’artista Luciana Picchiello “Mare Mediterraneo: area cimitero” dove la sagoma del Mediterraneo è nera e porta la scritta dorata dei loculi, "rappresentazione sensitiva e spesso sofferta della realtà, ma necessaria, quella degli artisti" ha detto Picchiello.
Bertelli ha scelto di ritrarre le "Donne del Mediterraneo" perchè "sono le prime vittime delle guerre e della violenza e l'importante è dire qualcosa contro chi provoca qualcosa di così terribile contro di loro. Le donne sono l'unica possibilità di ricostruire il mondo: con la loro bellezza rompono l'inganno di questa società povera perché maschilista".
In mostra anche le immagini intense di un'altra personale di Bertelli "I ragazzi di Zavaleta" ispirate dal documentario promosso dal Festival dei Diritti Umani che il regista Antonio Manco, sta girando sull'esperienza della Garganta Poderosa, rivista nata "dal basso" in Argentina. 
Bertelli colpito dal promo del lavoro di Manco, presentato nell'edizione del 2013 del Festival, si è recato a Buenos Aires con la moglie dove ha scattato ritratti che vogliono raccontare la piccola grande rivoluzione civile della Garganta. "Nel quartiere di Zavaleta, 50 mila persone vivono, soffrono, sperano - racconta Giovanni Carbone del Festival dei Diritti Umani- ma poiché nessuno li considera hanno scelto di raccontarsi da se partendo da una redazione composta anche da 14 bambini che imparano a fare i giornalisti, uno di questi bambini è stato capace di dettare un modo nuovo di fare un giornale. All'interno della redazione avevano scelto come simbolo Rodolfo Walsh il giornalista desaparecido che disse "tutto ciò che è importante è in basso". Così nell'ambito di una formazione mentre un giornalista spiegava ai ragazzini che il titolo è la parte più importante dell'articolo e sta in alto, il ragazzino sveglio ha alzato la mano e ha detto: "se tutto ciò che è più importante sta in basso, allora il titolo va in basso". Ecco che la Garganta Poderosa è l'unico giornale in cui i titoli sono in basso". 
E sull'idea di fare un tipo di giornalismo fuori dagli schemi è stata incentrata la Tavola Rotonda "Voci di Resistenza dal mediterraneo europeo" che ha seguito la presentazione ufficiale introdotta da Antonio Puzzi insieme al direttore del Festival Maurizio del Bufalo e dalla musica di Francesca Rondinella e Giosi Cincotti con "Note di Benvenuto per voce e fisarmonica".
Alla Tavola Rotonda hanno partecipato con i loro contributi video i media attivisti: Charlotte Ricco (regista, Francia), Elodie Sylvain (regista, Francia), Tomas Munoz (Indignados TV, Spagna), Kyriakos Tchatzistefanou (regista, Grecia), Georgia Tsismetzoglou (mediattivista, Grecia), Jorge Costa (regista, Portogallo). Le testimonianze mostrano un Mediterraneo che è schiacciato dalla stesse problematiche sociali spesso aggravate dalle soluzioni elitarie e autoritarie della politica. I cittadini sono schiacciati da nuove forme di schiavizzazione: la privatizzazione dei beni primari come l'acqua in Grecia, l'imposizione ricattatoria di stipendi da fame in Spagna o di modelli di vita omologati in Egitto, il rigurgito fascista in Grecia. "Le risposte dei vari Stati vanno nel senso della privatizzazione e del taglio allo stato sociale. Colpire il lavoro significa colpire uno dei diritti fondamentali dell'uomo oltre che un'esigenza primaria. L'unica soluzione è continuare a parlarne e scambiarci informazioni facendo rete" ha concluso Raffaele Crocco, giornalista Rai e direttore “Atlante dei Conflitti e delle Guerre”.
A proposito del ruolo sociale del giornalismo toccante il racconto di Bertelli, piccolo grande dono della serata: "Una sera ero a Baghdad nella città appena bombardata e dal fondo del deserto vedo arrivare una bambina con grosso sacco che non riusciva ad avanzare bene. Poi vedo che gocciola sangue. Giunta vicino a me, le chiedo: "Come fai a portare questo grande peso? E lei mi risponde "Non è un peso, è mio fratello". Da quel giorno tutte le volte che ho potuto aiutare un bambino o una donna portando un poco del suo peso con la fotografia, ho sempre detto "non è un peso, è mio fratello".

AdG