Biscotti, riso, spezie, ma anche oggetti in vetro soffiato, in legno o in carta riciclata, gioielli, vestiti, ceramiche, terracotte, giocattoli, presepi: naturali o artigianali, e provenienti da diverse parti del mondo, sono i prodotti del cosiddetto commercio alternativo, che realizza e distribuisce articoli secondo principi fondamentali di solidarietà, giustizia e legalità. Acquistare i prodotti direttamente da chi li produce; intraprendere relazioni commerciali solo con aziende che rispettano i diritti umani e dei lavoratori; garantire un prezzo trasparente, deciso con gli stessi produttori; aiutare questi ultimi a sviluppare tecniche di produzione nel rispetto delle tradizioni locali e dell’ambiente: questi sono solo alcuni dei presupposti su cui si basa il commercio equo e solidale.
Le botteghe, oltre a distribuire i manufatti del commercio alternativo, organizzano iniziative di economia solidale; sostengono campagne di sensibilizzazione volte a realizzare gli obiettivi del commercio equo e solidale; promuovono incontri per approfondire temi come lo sfruttamento del lavoro minorile o il rapporto tra Nord e Sud del mondo. Dietro una busta di caffè, di tè o di cacao, come nelle trame dei tessuti, nelle terracotte, negli intrecci dei cesti di vimini, c'è il lavoro di tante persone che possono vivere dignitosamente solo grazie al commercio equo e solidale: questo è il messaggio che si vuole diffondere con queste iniziative.
Sono circa trenta le botteghe del mondo tra Napoli e provincia, alcune hanno diversi punti vendita dislocati per la città. Ancora non tantissimi da noi, i negozi dedicati al commercio alternativo sono comunque in continuo aumento sul territorio cittadino. La bottega storica O’ Pappece della cooperativa ‘E Pappeci (vico Monteleone 8/9, nei pressi di Piazza del Gesù, tel. 0815521934), ad esempio, nel giugno 2008 ha aperto un altro punto vendita al Vomero, nei pressi di piazza Medaglie D’Oro (via Corsi, tel. 0817589053). Un’altra bottega molto conosciuta che si trova al centro storico è quella di Manitese (piazza Cavour 190, tel. 081456868), che organizza di tanto in tanto anche mercatini nelle piazze; sempre al Vomero c’è la bottega di Terre di confine (via Scarlatti 198); molte altre botteghe si trovano in provincia o nei comuni vesuviani.
Oltre a quelle solidali, ci sono poi a Napoli molte altre botteghe sociali: si tratta di negozi in cui sono in vendita i prodotti lavorati dagli utenti di quelle cooperative sociali che si occupano di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Un esempio è il piccolo negozio di oggettistica che sta in via Tribunali (tel. 0812110136), Che follia!, gestito dalla cooperativa sociale “L’Aquilone”. Tra poco, invece, la coop “Arte, Musica e caffè” aprirà Sfizzicariello AMC, un punto vendita di pane, rosticceria, bistronomia e prodotti nostrani che avrà sede in corso Vittorio Emanuele (nei pressi della fermata della funicolare di Montesanto, quasi piazza Mazzini, tel. 0815565378).
Un’altra bottega nata a dicembre 2007, sempre nel segno della solidarietà, è La bottega dei sapori e dei saperi della legalità (via De Cesare 22 - Palazzo S. Lucia, tel. 0817643575). Una bottega unica nel suo genere a Napoli, perché si tratta del primo punto vendita di prodotti coltivati sui terreni confiscati alla criminalità organizzata in Campania, e seconda in Italia (l’altra si trova a Roma e altre due nasceranno a Firenze e a Palermo).
Fortemente voluta dall’associazione contro le mafie Libera, la bottega della legalità rientra nell’ambito della campagna “Eticamente liberi” promossa su tutto il territorio della provincia e della città di Napoli in collaborazione conla Regione Campaniae altre organizzazioni tra cui Federconsumatori. Olio, pasta, prodotti dell’agricoltura biologica coltivati sulle terre che appartenevano un tempo a personaggi di spicco della mafia come Provenzano o Riina vengono messi in vendita in una bottega che oltre ai “sapori” offre anche “saperi”. All’interno del negozietto che l’associazione ha ottenuto in comodato d’uso gratuito da parte della Regione, si trova, infatti, anche una raccolta delle maggiori pubblicazioni in materia di mafia e di fenomeni connessi, come la sicurezza.
Poi ci sono i Gruppi di Acquisto Solidali (G.A.S.), che nascono da una riflessione sulla necessità di un cambiamento profondo del nostro stile di vita. Come tutte le esperienze di consumo critico, anche questa vuole immettere una «domanda di eticità» nel mercato, per indirizzarlo verso un’economia che metta al centro le persone e le relazioni.
(fonte: Agorà Sociale)