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Giovedì 3 Dicembre 2020




Michelangelo Tommaso: “Filippo è un mediatore, proprio come me”

Michelangelo TommasoTrentanove anni, di cui diciassette passati sul set di Un posto al sole. Tutti lo amano, e quando non c’è stato per un po’ sul set di Upas, la sua mancanza si è sentita. Perché il “suo” Filippo è il Principe Azzurro ma anche il ragazzo della porta accanto, l’uomo in carriera ma anche il compagno amorevole e fedele che ogni donna vorrebbe avere vicino.

E anche perché Michelangelo Tommaso, che da sempre interpreta il figlio del terribile Roberto Ferri, è un attore a tutto tondo, capace di essere credibile in ogni sfida sul set. Romano, formatosi come attore tra l’Italia e l’America, volto noto anche al cinema (lo ricordiamo, tra gli altri, in “Saturno contro” di Ozpetek) Michelangelo è sposato con Samanta Piccinetti, conosciuta proprio nella grande famiglia Upas, e insieme hanno una bambina.

Qualche altra amicizia sul set napoletano?

Certo! La più solida è sicuramente quella con Riccardo Polizzy Caronelli. In generale andiamo tutti piuttosto d’accordo.

E con Miriam Candurro, la “sua” Serena?

Ah con lei e suo marito io e Samanta siamo andati anche in vacanza!

Intanto in Un posto al sole Filippo e Serena sono ai ferri corti. E lui sta dando prova di essere un po’ rigido, questa volta…

Sì, per il mio personaggio è un momento un po’ duro, è come se puntasse i piedi cercando di ottenere ciò che vuole, anche senza rendersi conto delle circostante in cui si trova. È  comprensibile che sia arrabbiato, dopo che sua moglie lo ha tradito sia pure solo con un bacio, solo che poi secondo me rischia di diventare troppo testardo per una questione di principio.

Michelangelo come si sarebbe comportato, al posto di Filippo?

A un certo punto avrebbe molato un po’. Filippo dovrebbe rilassarsi su alcuni versanti. Il dramma è che a volte diventa tranchant, in questi momenti si sfoga tutto insieme, e poi è facile passare dalla parte del torto. Dovrebbe lavorare su se stesso!

Non è che ci diventa come Ferri?

Beh la sua parentela quella è. È un po’ duro a volte, altre molto morbido. Secondo me potrebbe godersela un po’ di più.

In che cosa le assomiglia?

Non saprei neanche più. Magari nell’empatia, quando è buono, nella capacità di comprendere le persone che gli stanno accanto, nel cercare sempre le cose positive. Lui è un mediatore e, in qualche modo, lo sono anche io. Aiuto le persone ad andare d’accordo, fondamentalmente tutti e due cerchiamo armonie e non disarmonie.

Miriam Candurro ci ha dato qualche speranza di risoluzione (leggi qui). Lei che dice: la crisi passerà o avrà conseguenze irreparabili?

Come in tutti i rapporti non si sa mai come andranno le cose… Sicuramente sarà un anno molto caliente per i due. Molti elementi si avvicenderanno e renderanno la storia più intrigante che mai.

I suoi fan come la stanno prendendo, la crisi con Serena?

Mi stanno fermando molte persone, è come se la loro coppia rappresentasse una fetta di pubblico molto silenziosa ma assidua, non fatta da quelli che scrivono sui social ma da quelli che ne parlano all’interno delle loro famiglie. È una parte di pubblico molto grande che si riconosce nella realtà di Filippo e Serena. Anche i più timidi si sono fatti avanti dicendomi: “tenete duro”. Loro sostengono il superamento delle difficoltà familiari con l’impegno. Questa cosa mi ha fatto riflettere. L’ho trovata molto bella perché abbiamo dato voce a una serie di persone che si è rispecchiata nella famiglia solida e ha trovato affinità con i nostri personaggi.

Coi fan sembra prediligere il rapporto a tu per tu, visto che sui social è presente ma non troppo.

No, non sono ossessionato, ho fatto una scelta di campo, ho controllato contatori e mi sono reso conto che passavo troppe ore con la testa sul cellulare. Perciò ho deciso di dedicare solo una quantità di tempo libero a questo e per il resto di dedicarmi alla lettura, mi sono persino riscritto all’università, al Dams e ho fatto pure un esame. Sto recuperando tutti i libri che erano in stand by. Si dice che la bellezza salverà il mondo: non so se sia vero però una buona letteratura ti dà una sensazione di protezione. Io sto leggendo di tutto di più. Tra gli altri, ho scoperto lo scrittore francese Emmanuel Carrère e lo trovo formidabile. 

Tornando a Filippo: ha vacillato già altre volte, quando per esempio è caduto vittima del trading on line.

Sì, è una dipendenza molto diffusa, ci sono tantissime persone che ne soffrono e, in mezzo a loro, gente che non te l’aspetti e anche tantissimi truffatori. Ho sentito diverse storie, di persone che agiscono in silenzio tenendo all’oscuro le famiglie e fanno cose folli. Sono come degli eroinomani.

Le piacerebbe trattare qualche altro tema sociale con il suo personaggio?

Mi piacerebbe che si toccassero questioni legate alla spiritualità, magari accennare a temi religiosi. Ma ce ne sono tanti, di temi sociali interessanti: viviamo in una realtà ormai molto frammentata, è importante raccontare un po’ di tutto. Mi piacerebbe anche molto che si raccontasse la vita di persone con disabilità, e poi ogni tanto le storie di chi lavora negli ospedali. Le realtà dei malati sono sempre interessanti da raccontare. Insomma ci sono tante storie che si possono rappresentare in Un posto al sole.

Insomma le piace proprio fare parte di Un posto al sole.

Ah sì, anzi vorrei starci anche di più. Quest’anno ho proprio voglia di fare tanto.

Anche se deve fare avanti-indietro Roma-Napoli?

Ho un rapporto ottimo con la città, mi pacifica molto. Napoli ha delle dinamiche molto concilianti, è una città profondamente inclusiva, dove tutti trovano il proprio posto. Napoli è “mammà”, come si dice qui. È così, sono tutti figli suoi, non tutti vengono bene ma è una madre che non rinnega mai i propri abitanti. È una città molto aperta, dove è facile che ci si accetti anche tra persone diverse.Ida Palisi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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