Ambigua, calcolatrice, ogni suo passo è frutto di un ragionamento che mira a uno scopo ben preciso. Bella, giovane e molto ambiziosa, Vera Viscardi, la new entry di Un Posto al Sole, è destinata a stupirci con il suo passato traumatico. Passato che i fan del social drama più popolare di Rai3 conosceranno a breve e che la porterà a compiere azioni molto audaci.
A raccontarci il suo personaggio è l’attrice umbra Giulia Schiavo. Ventenne, originaria di Orvieto ma residente a Roma, Giulia è entusiasta della svolta “noir” che sta prendendo Un Posto Al Sole, all’indomani dell’omicidio della zia, Veronica Viscardi (Caterina Vertova), di cui al momento l’unico indiziato è Alberto Palladini (Maurizio Aiello). Ma questa volta l’avvocato un po’ borderline di Palazzo Palladini potrebbe non entrarci…
La domanda che ci stiamo facendo tutti è: Vera c’entra con l’omicidio della zia?
Questo non posso rivelarlo, ciò che posso dire è che Vera è l’ambiguità fatta a persona, non è mai uguale a se stessa, è sempre in evoluzione e soprattutto il suo personaggio racchiude un mistero. Ha un passato difficile alle spalle, ha vissuto un trauma forte legato alla zia, che la porterà ad agire in un certo modo. Insomma il suo carattere e le sue azioni di oggi sono spiegabili in virtù della sua infanzia complicata e del segreto che custodisce.
In ogni caso, Vera è un personaggio che si sta facendo strada sempre più nelle trame di Un Posto al Sole. Ce lo conferma?
Al momento non conosco bene i piani futuri ma dal punto di vista emotivo, sicuramente prende sempre più piede e avrà sempre di più a che fare con il fulcro delle vicende di Palazzo Palladini.
Con Ferri scoppierà l’amore o anche questa storia ha un secondo fine?
Secondo me è un equilibrio sottilissimo, siamo sul filo del rasoio. Vera si sente amata da lui, vede in lui un punto di riferimento, quel cardine che non ha mai avuto nel padre, motivo per il quale si affida a un uomo che è molto più grande di lei. La loro storia andrà avanti, ma non lo possiamo sapere fino al midollo quanto ci sia di vero, potrebbe essere un calcolo ma anche no, ci sono tutte e due le componenti in questa complicata relazione.
Differenze e somiglianze tra Giulia e Vera…
Io sono molto meno misteriosa di lei. Con Giulia è più difficile l’impatto iniziale ma poi è una persona molto più semplice di quello che possa sembrare. Io sembro distaccata ma sono molto spontanea, in ogni caso sono molto diversa da Vera sul piano caratteriale, non sono arrivista e calcolatrice come lei, per me vale l’istinto, per lei la ragione. L’unica cosa che ci accomuna è l’ambizione, anche se per me si tratta forse più di determinazione: io non mollo i miei obiettivi, prima di tutto per una soddisfazione personale.
Lei, prima di oggi, seguiva le vicende di Un Posto Al Sole e cosa pensa della recente svolta noir?
Da piccola lo seguivo, dopo non più. Certamente sono una estimatrice del genere noir, quindi sono felice di avere avuto questo ruolo in una soap che ha come scopo anche di distrarre il pubblico perché non pensi, in quella parentesi serale, ai problemi di tutti i giorni…
Come l’hanno accolta nella grande famiglia di Un Posto Al Sole?
Benissimo, l’accoglienza è stata delle migliori, quando si crea un team forte, anche l’attore “nuovo” riesce a rendere bene. Non tutti sono così cortesi ma con la maggior parte degli attori e della produzione, sono in empatia e a mio agio. Del resto adoro Napoli, dove, oltre a Un Posto Al Sole, sto lavorando anche ad altro. È un bellissimo momento per me, caotico ma bello.
Con chi ha legato di più nel cast?
Non c’è molto tempo per frequentarsi al di fuori del set, ma sono in contatto con il gruppo dei giovani attori, come Ludovica Bizzaglia e Lorenzo Sarcinelli, oltre che con persone della produzione.
Progetti futuri?
Sono impegnata anche su un altro set, sempre a Napoli. Sto lavorando al primo lungometraggio italiano dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, una storia di amore e anche un film politico, in cui io sono la protagonista femminile. Si tratta della storia di tre studenti appassionati marxisti, legati all’utopia del comunismo, che vogliono fare la rivoluzione, riportando in auge gli ideali del ’68. Liberamente ispirato a “The Dreamers” di Bertolucci, ma un po’ diverso per come andrà la storia, è una produzione internazionale e uscirà a novembre.
C’è un argomento sociale che le sta particolarmente a cuore?
Non saprei, sono stati tanti gli argomenti affrontati in questi anni. Io mi sento legata alla tematica della rivoluzione e al ritorno a una introspezione che oggi abbiamo perso forse. Per i miei principi, la musica che ascolto, l’arte che seguo, mi sento molto ancora alle radici del passato, agli anni ’70 e a quegli ideali oggi perduti.
Maria Nocerino
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