Otto anni lontano dal set, e un amore mai dimenticato ma sempre corrisposto con il pubblico di Un posto al sole. Torna alla grande Francesco Vitiello, il “nostro” Diego Giordano: uno degli attori più talentuosi della fiction italiana, presenza forte nelle storie di Palazzo Palladini sin da ragazzino, e poi via per un po’, ma mai troppo lontano dalle scene di Upas.
In questi giorni lo vediamo protagonista sospeso tra il drammatico e il sentimentale della serie: malato molto accudito da Rossella ex Rossellina (Giorgia Gianetiempo), con cui sembra esserci un feeling. Ma vale la pena leggere cosa ci racconta, anche a proposito della sua lontananza dalla tivù. Scopriremo che Francesco sembra un po’ come Diego: sorridente, dolce, leggermente malinconico, giustamente assennato… Però ci lascia col forte sospetto che o lui o il suo Diego abbiano – a 36 anni, ci siamo informati - una testa gloriosa pronta a uscir fuori al momento giusto!
Francesco abbiamo sentito molto la sua mancanza. Com’è stato tornare nella grande famiglia di Upas?
Un rientro bellissimo! C’è da dire che in questi anni ho fatto il regista e sono sempre rimasto legato alla produzione e avevo anche messo abbastanza da parte l’idea di tornare in Un posto al sole come attore, perciò è stato veramente come ritrovare Diego da un certo punto di vista.
Perché era andato via?
Avevo bisogno di prendere una pausa, avevo avuto problemi di alopecia e siccome stavo subendo un grande cambiamento estetico avevo bisogno di conoscermi nuovamente e di accettarmi prima di espormi di nuovo fisicamente.
Il pubblico però ha reagito bene a questo Diego un po’ cambiato.
Mi aspettavo più attrito ma il fatto di parlarne liberamente, di essere aperto credo mi abbia aiutato molto. Credo che anche gli autori lo temessero poi invece è andato tutto bene!
È stata dura essere fuori dalla famiglia di Un posto al sole?
È stato meraviglioso innanzitutto tornare tra loro! Però sì, ho iniziato a recitare a 14 anni, ho sempre fatto questo e quando mi è capitata l’alopecia fare i conti con la fine di un mondo è stata una grande sofferenza. Poi dopo molto tempo sono riuscito a distaccarmi e a considerare il mestiere di attore come una parentesi della mia vita ma mi era rimasta la voglia di tornare a recitare, perché l’avevo sempre fatto. Mi dicevano che ero bravo, avevo talento e mi mancavano quelle sensazioni. Però non sarei tornato se non me l’avesse chiesto la produzione di Upas. Ci avevo messo un po’ una pietra sopra, mi stavo dedicando ad altro come la regia, la scrittura: cose che mi piacciono e pure sono importanti quindi non le considero assolutamente un ripiego. Però ho iniziato facendo l’attore e il primo amore non si scorda mai.
Difficile interpretare un malato di cuore?
Sapevo che sarebbe stata una storia tosta però anche che avremmo trovato il modo per alleggerirla, lì dove fosse possibile, e questo è stato abbastanza apprezzato. Non mi sono preparato in modo particolare, i miei riferimenti televisivi erano cose tipo “Grey’s Anatomy” però poi mi sono affidato all’istinto. Poi sicuramente fare l’attore dopo aver fatto per quasi 5 anni il regista ti rendi conto che essere un attore è lo strumento attraverso il quale deve arrivare la storia: non sei tu il protagonista assoluto ma devi essere al servizio della storia. Sei meno egocentrato.
Il Diego di oggi sembra avere la testa a posto rispetto a quello di qualche anno fa…
Sicuramente è un ragazzo più maturo ma non del tutto risolto. Sotto l’aspetto professionale deve trovare ancora la sua strada e poi non ha un amore: avrà bisogno anche di quello, mi auguro, per completare il quadro.
Sembra che qualche chance se la stia conquistando con Rosella. Ci dobbiamo aspettare una bella guerra amorosa tra fratelli?
Con Rossella sta nascendo una bella amicizia, sicuramente sarà un po’ coinvolto da questa persona. E Sarà anche un punto di conflittualità ma si sa… Se non c’è conflitto non c’è storia.
Con Patrizio come la mettiamo?
Diego sta provando anche in qualche modo ad avere un rapporto con il fratellino minore per cui è sempre attento a recuperare il tempo perduto e prova a essere più razionale e maturo anche se alla fine Diego è una persona istintiva. E si vedrà più avanti, quando dovrà imparare a gestire i sentimenti che nasceranno.
E sul lavoro, cosa può fare questo ragazzo ormai cresciuto?
Non ci dimentichiamo che Diego è un laureato in Economia, specializzato negli Stati Uniti! Potrebbe fare qualsiasi cosa, anche gestire le imprese Ferri Palladini anche se non è all’orizzonte un’ipotesi del genere. Se dovesse restare a Napoli Diego dovrà un ricominciare da zero e mettere sulla bilancia l’opportunità di stare vicino agli affetti protetti e rinunciare a opportunità di lavoro migliori. Magari potrebbe fare una start up, chissà...
Quale tema sociale le piacerebbe interpretare?
Mi interessa molto sia l’immigrazione che la dispersione scolastica: uno di questi due, sia per Napoli che per l’Italia sono temi importanti. Anche se Un posto al sole già li ha già trattati, mi piacerebbe affrontarli in prima persona.
Ma resterà nella famiglia di Upas?
Me lo auguro però non è così scontato. Ci sono tanti personaggi amati e attori bravissimi. Diego cercherà di ricavarsi il suo spazio.
Ida Palisi
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