Ventisette anni, originario di Torre del Greco, lavora a Napoli e studia a Roma: è Luca Turco, alias Niko Poggi, l’attore che più di ogni altro è letteralmente ‘cresciuto’ in Un Posto al Sole, come nella vita.
Lo intervistiamo in un momento cruciale della sua carriera: Niko, infatti, è stato recentemente protagonista di un vero e proprio cambiamento nel social drama targato Rai 3. Da ragazzo timido e insicuro è, di colpo, diventato un uomo deciso e consapevole dei suoi limiti ma anche delle sue potenzialità, nei rapporti umani come nella vita professionale.
Questa versione di Niko ci piace davvero tanto. Come hai vissuto questa ‘metamorfosi’?
Sono molto contento degli sviluppi che sta prendendo il mio personaggio. Ringrazio gli autori che stanno scrivendo bellissime storie e stanno facendo emergere Niko in modo molto positivo. Sto cercando di impegnarmi il più possibile. Ora che sono più presente, anche se è triplicato il mio lavoro.
Quello che contraddistingue l’atteggiamento del nuovo Niko, da qualche mese, è la grande determinazione, accompagnata da una sana dose di entusiasmo e di trasparenza nelle relazioni amicali come nell’amore. Lo ha dimostrato il modo in cui ha chiuso con Susanna, che resta però una buona amica, e ha preso in mano la situazione con la misteriosa Beatrice.
Come ci si sente ad essere conteso tra due bellissime donne?
Beatrice e Susanna sono due ragazze opposte, belle e interessanti in maniera differente, e Niko è attratto in modo diverso da tutte e due. La situazione, si sa, in questi casi, è sempre sul filo del rasoio, per ora la scelta è Beatrice…ma chissà che poi Susanna non riesca ad ammaliarlo con il suo carattere dolce…Chissà…Vedremo…Non posso dire nulla ma…ci potrebbero essere dei colpi di scena…
Niko, in questo momento, si sta giocando anche una partita importante sul piano professionale: pur essendo stato costretto ad abbandonare lo studio legale in cui stava cominciando la sua gavetta (a lui è stata preferita Susanna), non si arrende e comincia a misurarsi, ora davvero, con il mercato del lavoro.
Che messaggio vorresti lanciare ai giovani campani che si devono confrontare con un mondo del lavoro sempre più complesso e precarizzato?
Ho sempre lavorato per mia fortuna. Quindi, in prima persona fortunatamente non ho sperimentato la disoccupazione. Io, in pratica, lavoro dall’età di nove anni, non mi sono mai trovato in questa piaga, ma vedo persone a me vicine, a partire da mio fratello e dai miei amici, che, per quanto formati, non riescono a trovare uno straccio di lavoro. È una cosa che ti strazia, demotiva e ti fa sentire senza futuro. Ecco perché i ragazzi vanno via da qui, ma questa non è sempre la soluzione. In alternativa, ci si può mettere in proprio ma questo, ovviamente, comporta dei rischi, come nel caso della libera professione.
Io resto, comuqnue, convinto che se hai delle vere potenzialità in un modo o nell’altro ce la fai. Magari qui, al Sud e a Napoli in particolare, con più difficoltà, ma ce la fai. Il messaggio che vorrei dare, dunque, è non arrendersi, non demordere, perché se si crede veramente in qualcosa, la si può realizzare.
Restando in tema, “Giovane, carino e disoccupato”: quanto rispecchia i giovani d’oggi secondo te questo ritratto degli anni ’90?
Totalmente, è ancora attuale. Essere carino conta in modo relativo ma per il resto giovane e disoccupato vanno a braccetto, in modo quasi automatico. Trovare lavoro oggi per un giovane è difficile. Ho amici che hanno due lauree e si arrangiano, ma non hanno una vera occupazione.
In più Niko è anche ragazzo padre…
Infatti. Questo ruolo mi diverte un sacco perché il bambino che interpreta Jimmy è fantastico, è una piccola peste! Calarmi in questa parte rappresenta per me una nuova sfida, una storia in più e, per come la vedo io, ogni storia nuova è bella perché mette alla prova l’attore e gli da’ stimoli nuovi.
Infine la domanda di rito: c’è un tema sociale a cui tieni in modo particolare, anche a livello personale?
Quello del lavoro, in questo momento, vista la situazione di mio fratello laureato, come dicevo prima, che non riesce a trovare un’occupazione…Ma anche tutto quello che riguarda la città di Napoli, quando vado via da qui mi sento in colpa come un genitore che lascia il figlio. È proprio vero: ti accorgi quanto ti manca questa città quando vivi altrove o non la vivi pienamente!
Maria Nocerino
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