Luisa Amatucci è da oltre vent’anni sul set di Un posto al sole: praticamente da quando in Italia è sbarcata la fiction di matrice australiana. L’ irresistibile sorriso, una forte personalità e la capacità di passare dalla giovialità dei momenti comici alla profondità di quelli drammatici con grande credibilità le hanno fatto conquistare l’affetto di milioni di telespettatori.
Affabile nella vita come sul set ma un po’ più schiva della “sua” Silvia: così ci è sembrata l’attrice napoletana, che alterna all’impegno in Upas anche ruoli in teatro e al cinema. Ecco cosa ci racconta.
Luisa lei è da sempre in Upas e ha subito varie trasformazioni: come si sente oggi nei panni della scrittrice?
Non mi sento nella mia veste però è abbastanza divertente… Fare la scrittrice distoglie un po’ Silvia da quella che è la routine della sua vita per cui questa cosa ovviamente le giova anche se porta discussioni con Michele, però mantiene viva la sua vita. È una trovata molto carina, mi sto divertendo a interpretrarla.
Ci eravamo da poco abituati alla pace con Michele, non ci dica che ora litigano di nuovo…
Per adesso no, però se gli sceneggiatori hanno in mente qualcos’altro non lo so… Al momento Silvia e Michele vanno avanti come una coppia normale, con alti e bassi, litigi e riappiacifazioni.
Come va con Alberto Rossi, l’attore che interpreta Michele?
Abbiamo un ottimo rapporto. Siamo sposati sul set e nella vita siamo come fratelli, condividiamo giornate intere di lavoro… Devo dire che con tutto il cast ho un ottimo rapporto, anche se con molti di loro non ci vediamo sempre perché giriamo in momenti diversi ma quando c’è la possibilità di incontrarci stiamo sempre bene insieme e a volte ci vediamo anche fuori dal set. Il mio migliore amico è Germano Bellavia (Guido in Upas), l’amico del bene folle, ci siamo presi subito, siamo molto legati.
Con lui è molto materna: anche lei è così?
Sì, è un tratto che mi appartiene, sono abbastanza materna anche nella vita, in qualche maniera è nelle mie corde, mi viene naturale anche se non a quei livelli lì perché Guido è un po’ bambino, nella fiction non è cresciuto, ha sempre bisogno di essere sostenuto.
Silvia assomiglia un po’ a Luisa?
Sicuramente ha qualcosa di Luisa, ovviamene non totalmente. È inevitabile, visto che la intepreto quotidianamente da anni e anni, solo che io mi attengo molto alla scrittura e a quello che gli sceneggiatori vogliono far arrivare al pubblico di Silvia. Cerco di rendere credibile quello che loro scrivono e a volte può anche essere difficile, perciò io cerco di farla un po’ più mia.
È una donna e madre lavoratrice, sembra aver trovato un equilibrio…
Sì dopo tanto tempo delle cose devono cambiare… A me Silvia ha dato la possibilità di spaziare in diversi settori: prima c’era molta commedia, dopo mi hanno buttato nel drammatico, con ruoli molto forti che mi sono piaciuti. Però ritornare alla commedia mi fa molto piacere! È stimolante.
Sul set ha incontrato Maurizio de Giovanni che ha fatto un cameo in Upas… è una lettrice nella vita?
Maurizio lo conoscevo già e mi fa sempre piacere vederlo. Sono una lettrice, sì… Amo molto i romanzi ma anche andare a teatro e al cinema anche se non ci riesco sempre, perché non ho molto tempo libero. Per me il massimo è il cinema, vedrei anche tre film al giorno se potessi!
Giovani, anziani e adolescenti: c’è un po’ tutta la famiglia in Upas…
È giusto che si rivolga alle diverse fasce d’eta, è un bene che ci siano bambini, adolescenti e anche adulti. Ho scoperto negli anni che se lo guardano di più gli uomini che le donne, e tanti intellettuali. Abbiamo un pubblico molto vasto e molto attento, di sicuro Upas appassiona le diverse fasce di spettatori in maniera semplice.
Con la sua famiglia televisiva - Rossella, Teresa, Otello – come va?
Con loro c’è tantissima confidenza… Giorgia (Gianetiempo, che interpreta Rossella, ndr.) per me è come se fosse veramentre mia figlia. È bello parlare con lei, anche dei miei figli: ne ho due, un ragazzo di sedici anni e una ragazza di dodici. Pure con Alberto parlo dei figli, lui mi racconta della sua, che è ancora piccolina. C’è uno scambio molto forte anche con Carmen (Scivittaro, che interpreta Teresa, ndr.) e voglio bene sia a lei che a Lucio Allocca (Otello).
I suoi figli (nella realtà) cosa pensano di una mamma che lavora in televisione?
Sono abituati, lo vivono come se fosse un qualsiasi lavoro. Siccome ti porta a stare in tv non è che debba essere diverso: è come se facessi l’impiegata.
Che rapporto ha con i fan?
Buono, se li incontro per strada mi fermo a parlare, mi fa piacere scambiare opinioni con loro. Ma sui social no! Non ci sono, mi rifiuto di usarli.
Ogni tanto recita ancora in teatro e al cinema?
Lo faccio quando trovo testi che mi appassionano, come “Caina” di Davide Morganti, un testo meraviglioso, molto forte. Il film sta andando ai festival all’estero, speriamo che trovi spazio in Italia: io sono una che ci crede nelle cose che fa, e quando ci credi molto poi le cose avvengono.
In Upas ha toccato diversi temi sociali con il suo personaggio, come l’alcolismo e la violenza sulle donne. Ce n’è qualcuno che le sta particolarmente a cuore?
Un posto al sole si occupa molto dei temi sociali, da sempre e in tutti i campi, in maniera molto attenta. Io sono molto interessata a quello della violenza sulle donne, di cui ultimamente si parla moltissimo, e non capisco se stia dilagando il fenomeno o arrivano solo più notizie di prima. È allucinante ciò che accade a volte anche per motivi futili. E poi un’altra questione sociale che sento in maniera molto forte è quella degli immigrati che vengono trattati come bestie. Purtroppo in Italia c’è ancora un razzismo che va oltre ogni limite.
(Ida Palisi)
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