Marina Crialesi ci presenta Beatrice
Marina Crialesi, 27 anni e una personalità molto più matura della sua età, attrice intelligente e sensibile interpreta sul set di Un posto al Sole Beatrice Lucenti, una “pantera” che svelerà presto un cuore tenero. Marina, che fin dal suo primo grande maestro Massimo Ranieri aveva scritto nel suo destino “Napoli” si racconta: “Il teatro insegna a capire le persone e a non giudicare”.
Come è entrata a far parte della famiglia di Un posto al Sole?
Ci sono arrivata con un banalissimo provino, grazie alla mia agente. Quando sono arrivata in Rai per il call back ho incontrato Patrizio Rispo all'ingresso e gli ho chiesto dove fossero gli studi perché non avevo la più pallida idea di dove andare. Lui mi ha detto: “Ti accompagno io perché porto fortuna”. Così è stato.
Conosceva già Napoli?
Napoli la conoscevo pochissimo, nonostante abbia tantissimi amici di Napoli. Così sentivo da tempo il richiamo della sua energia. La città ha confermato le mie aspettative è così verace e passionale, solare e positiva, ho sempre adorato il modo che hanno i napoletani di sdrammatizzare gli eventi della vita con il sorriso e la battuta pronta. Non è un caso che molti dei più grandi artisti siano di Napoli. E’ una città creativa e le persone che ci abitano in qualche modo sono tutte un po’ artiste. E’ magica come Roma: sono città che quando ci manchi per un po’ dopo senti il bisogno di ritornare.
Dal suo accento non si capisce la sua origine…
Sono calabro romagnola un po’ di ‘nduja e un po’ piada: sono nata in Calabria e cresciuta a Rimini. Sono arrivata a Roma con il sogno e la determinazione di fare l'attrice.
Come è nata la passione per il teatro?
In verità volevo fare il medico ma poiché non avevo superato il test per entrare a medicina, ho studiato un anno scienze biologiche, ma poi mi sono svegliata una mattina e mi sono detta “Io sono un'attrice e devo fare questo”. Così sono partita per Roma. Ho sempre avuto la passione per il cinema, il teatro e la danza classica. Credo che la mia vocazione sia nata a scuola dove ho seguito un corso di teatro e ho capito che era questa la mia strada. La mia fortuna poi è stata di incontrare un grande maestro come Massimo Ranieri, con cui ho iniziato le prime lezioni di voce a ventun anni e poi lui mi indirizzò all’accademia Teatro Azione dove ho perfezionato il mio mestiere. Della recitazione mi piace la costante ricerca della verità necessaria all’immedesimazione nei personaggi: dietro c’è l’attenzione nel capire le persone, cosa ci porta ad avere certi atteggiamenti e comportamenti. Recitare ti insegna a non giudicare.
Tra le sue esperienze c’è anche la partecipazione a Miss Mondo…
Ero piccola quando partecipai al concorso. E’ nato tutto come un gioco perché provenendo da una famiglia calabrese un po’ tradizionalista non potevo uscire la sera, “non plus ultra” per chi cresce a Rimini dove anche i giovanissimi fanno tardi. Poiché avevo delle amiche molto belle che si iscrissero al concorso Miss Mondo e mi proposero di iscrivermi, quella diventò la scusa per uscire la sera quando si tenevano le sfilate. Anche se con mamma e papà sempre dietro c’era il gusto di fare la mezzanotte quando nella normalità era proibito. Mi classificai prima per le Marche infatti gareggiavo con le mie amiche nel gruppo Emilia-Marche e poi e andai a Gallipoli dove arrivai tra le prime cinque a Miss Mondo Italia.
Quanto conta la bellezza per riuscire nella vita?
E’ un’arma a doppio taglio, a volte è positiva a volte non lo è. Molti registi fanno fatica a pensare che un’attrice possa essere diversa dall'apparenza, cosa che in America non avviene, basta pensare a Charlize Theron che ha vinto l’Oscar con Monster. Mi piacerebbe spingermi al di là della fisicità che mi è stata donata dalla natura e l’idea che in Italia sia difficile è una cosa che mi fa soffrire. Il nostro lavoro è bello se si percorrono strade nuove, se aiuta a comprendere più che a giudicare l’altro, a porsi delle domande. In questo senso il cinema e la tv possono educare all’amore per il prossimo, alla vita, alla sensibilità.
Il personaggio di Beatrice è complesso e originale…
Beatrice è un’ottima sfida perché ha una doppia personalità: porta una maschera di rigidità e forza, dietro la quale è tutta un'altra persona piena di complessità. Le cose che ha vissuto nella vita l'hanno portata ad essere cinica, ma in realtà è un personaggio debole e sofferente. Un Cane che abbaia ma non morde. E’ molto interessante a livello attoriale interpretarla perché ti costringe a fare una profonda ricerca: devo recitare pensando da dove viene, chi è. Non so se gli sceneggiatori hanno scritto qualcosa a riguardo, ciò che importa per ora è il passato che io immagino per lei.
Il personaggio di Beatrice in qualche tratto le assomiglia?
In ogni personaggio ci si mette sempre qualcosa di se. Da adolescente avendo sofferto molto il trasferimento dal sud al nord ho mostrato una "cazzimma" che non mi apparteneva, una sorta di maschera usata per proteggermi. Diversa da quella di Beatrice, ma ho potuto capire Beatrice anche attraverso la mia esperienza. Mi sono chiesta “Perché ci si protegge?” La risposta è: “Perché si ha bisogno di qualcosa di opposto: dell'amore”. E’ nel bisogno di amore che ho creato un ponte con Beatrice.
Pur avendo bisogno di amore Beatrice sceglie un uomo indifferente come Enriquez. Perché si fa trattare così?
Beatrice ha un profondo bisogno di essere amata. L’attrazione per Enriquez nasconde il bisogno di una figura che le è mancata nella vita: quella paterna. Sono le mancanze relative al suo passato che la portano verso un uomo così grande. Ogni cosa nella vita è motivata da ciò che si è vissuto. Beatrice sta subendo ulteriormente ciò che non ha risolto nella vita.
Eppure da vittima sembra diventare carnefice “usando” Nico.
Apparentemente sembra che stia usando Nico, ma in realtà è innamorata di lui perché le da le attenzioni e l'amore che non ha mai avuto e che Enriquez non le dà. Ma ha un atteggiamento di difesa perciò non si comporta bene. Non credo che sia consapevole di ciò che le sta succedendo. Nel momento in cui lo capisse non starebbe con un piede in due scarpe. E’ combattuta ma senza consapevolezza.
Eppure è gelosa di Nico.
Alla fine lei lo ama e quindi per lei quello con Susanna è un tradimento, non riesce a vedere che pure lei si trova nella stessa situazione. Nico per il momento è maggiormente interessato a Beatrice, ma anche lui è in un circolo vizioso: è innamorato di una donna, ma l'interesse e l'affetto lo riceve da una persona che non ama.
Beatrice ha delle storie sul posto di lavoro. Secondo lei amore e lavoro possono essere mischiati?
Io ho sempre cercato di tenere distante amore e lavoro perché si vengono a creare dinamiche non salutari. Ma può anche succedere che due persone si innamorino sul posto di lavoro. Nella vita ho imparato che non bisogna mai dire mai.
E lei nella vita è innamorata?
Sono innamoratissima e impegnatissima. Lui non fa il mio lavoro e poiché è bresciano passiamo la vita sui treni.
C’è qualche tema di interesse sociale che le piacerebbe raccontare attraverso Beatrice?
Mi piacerebbe raccontare l’influenza della tecnologia sulla vita delle persone. Una volta si chiacchierava, si prendeva un appuntamento per vedere da vicino gli amici, oggi ognuno vive per conto suo con il telefono perennemente in mano. Attraverso il virtuale fuggiamo e ci nascondiamo senza renderci conto che facebook e i vari social rompono dinamiche fondamentali per gli esseri umani. Ci stanno togliendo la cosa più bella della vita: l’incontro, il contatto umano, il conoscersi. Sui social diventa tutta una finzione meccanica, ci stiamo trasformando in robot che hanno messo da parte i sentimenti.
Beatrice farà compagnia ancora per molto il pubblico di Un posto al Sole?
Per ora Beatrice sta andando molto bene, il triangolo Beatrice-Nico-Susanna funziona, più di così non so, sono in attesa di risposte anche io. Intanto mi godo il mio personaggio fin quando ci sarà.
AdG
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