Alta, mora, occhi chiari: Miriam Imparato è la trentenne amica di Serena appena arrivata a Palazzo Palladini. E che sembra volerci restare, con le buone o con le cattive. Come tanti giovani, Miriam ha fame di un futuro migliore: dove questo la porterà ce lo racconta Angela Tuccia, la bellissima modella e attrice che la interpreta.
Il suo personaggio, come molti ragazzi napoletani qualificati, laureati, con le carte in regola, sta cercando di farsi strada nel mondo. Secondo lei è davvero possibile? Si parla molto della nostra città come povera di prospettive.
Penso che l’approccio di Miriam sia molto rappresentativo di quello che vivono moltissimi giovani: si cresce pensando che studiare e impegnarsi ci porterà ad avere delle opportunità di lavoro buone, che ci consentano di vivere bene, ma non sempre è così. Io sono originaria di Avellino: quando ho finito il liceo mi sono spostata a Napoli per studiare Chimica e Tecnologia farmaceutica ma già a suo tempo la prospettiva che avevo era quella di spostarmi, un domani, per poter mettere a frutto i miei studi in termini di lavoro. Oggi ho cambiato ambito professionale ma continuo a studiare all’Università, a Roma e anche lì vedo i ragazzi fare fatica, studiare, pagarsi dei master per poi arrivare ad uno stage non retribuito. Miriam è una di loro: laureata con il massimo dei voti, lavora in un call center per 4 ore al giorno.
La fame di un futuro migliore, dunque, tratto distintivo di molti giovani, sembra contraddistinguere anche Miriam per come l'abbiamo conosciuta finora. Eppure già temiamo che la sua sia una scalata sociale: cosa ne pensa? Secondo lei il suo personaggio riuscirà a gestirla al meglio?
Il margine che ha Miriam è molto labile: rivede un’amica dopo tanto tempo e con lei riscopre anche l’opportunità di entrare in un mondo diverso dal suo, fatto solo di studio e fatica. Pensa che può farcela, anzi, vuole dimostrare di farcela. È facile, a quel punto, lasciarsi prendere dal confronto con la propria vita e quella degli altri, con la ricchezza della famiglia Ferri…
E qui arriva il tema della rivalità e dell'invidia tra donne: un sentimento di cui sembra vittima anche Miriam. E la prova proprio per quella che considera una vecchia amica, Serena. Si ritrova in questo sentimento, le è capitato di sperimentarlo o subirlo?
Il mio personaggio vive questo tipo di sentimento perché nel frequentare Serena si accorge di essere più preparata di lei, più forte, eppure meno fortunata. La sua, però, è un’invidia poco costruttiva. A me è capitato, invece, di sperimentare qualcos’altro: la stima, verso alcune colleghe di università o altre attrici che mi ha spronato ad impegnarmi di più, a migliorare. Allo stesso tempo, quando ho temuto di subirla da parte di qualcuno, non ho mai voluto giudicare: l’invidia tra donne è sempre mossa da qualcosa di importante.
A parte le tematiche di cui il suo personaggio si fa carico già oggi, c'è un tema sociale di cui le piacerebbe farsi portavoce sul set di Upas?
Mi piacerebbe continuare a dare voce alla necessità dei giovani di avere delle risposte sul loro futuro lavorativo dalle istituzioni, per poter trovare spazio professionale qui, nel loro Paese. Il lavoro che sia anche piacere, insomma, non solo sacrificio e mortificazione delle proprie aspirazioni e talenti. Questo tipo di disagio sociale che per molti poi sfocia in disagio psicologico merita attenzione.
E nella sua vita privata, a quali argomenti sociali è più attenta?
Per forza di cose dico che quanto accade in Siria mi vede molto preoccupata: penso che quello che vediamo sia il 10% di quello che queste persone si trovano a dover vivere, che bisognerebbe interessarsi di più per capire, che potrebbe succedere anche a noi.
RRF
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