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Martedì 7 Febbraio 2023




Un ragazzo e il suo futuro, a Palazzo Palladini

chiodini-polizzy-carbonelliIn Sandro Ferri potrebbero riconoscersi in molti: lotta con la sua stessa ritrosia, la scarsa attenzione di suo padre e tanti dubbi tipici dell'età. Eppure sta trovando un equilibrio e il suo ruolo nel mondo, come tanti altri giovani. Ne parliamo con Alessio Chiodini, il giovane attore che lo porta in scena e che con garbo fa posto a situazioni che lui stesso si è trovato ad affrontare.

Abbiamo conosciuto Sandro come un ragazzo introverso e taciturno, segnato dalla morte violenta della madre. Eppure c'è chi riesce a stargli accanto e vincendo la sua timidezza, fino a scoprire un animo pieno di gentilezza e di passioni. Come ti sei preparato per interpretarlo?

Di solito quando lavoro su un personaggio cerco sempre per prima cosa dei punti di contatto, con Sandro è stato lo stesso, lui è un animo buono, umile e timido , ma sa essere anche solare e di spirito, ecco anche io sono un ragazzo abbastanza timido, nonostante il mestiere che faccio, mi imbarazzo facilmente e cerco di non ferire mai le persone che mi sono accanto, a volte anche a discapito di me stesso, in questo io e Sandro ci assomigliamo molto. Partendo da questi punti naturalmente non ho mai tralasciato quello che è il suo difficile passato, per fortuna molto diverso dal mio.

L'adolescenza per molti ragazzi e per i loro genitori è un momento difficile, spesso costellato di incomprensioni e Roberto Ferri, padre di Sandro, ne sa qualcosa. Riusciranno mai i due ad instaurare un rapporto sincero?

Si dice che la speranza sia sempre l'ultima a morire, in questo caso, visto il tipo di personaggio che è Roberto Ferri, sembra quasi impossibile, lui e Sandro viaggiano sempre su frequenze diverse, sarebbe bello tuttavia se nascesse prima o poi un po di sincera stima reciproca, anche in onore della povera mamma defunta, staremo a vedere.

In passato Sandro ha tentato di uccidersi: nel nostro Paese, il suicidio giovanile rappresenta, tra i giovani sotto i 21 anni, la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Cosa ne pensi?

Togliersi la vita è la cosa più sbagliata che una persona, di qualsiasi età, possa fare, perché la vita è un dono che può regalarti sorprese da un momento all'altro e bisogna sempre combattere per essa, senza mai dimenticare che c'è chi lo fa ogni giorno, purtroppo, chiuso dentro qualche ospedale non per colpe sue ma perché affetto da malattie gravi. Purtroppo è difficile capire cosa scatti nella mente di chi vuol farla finita e mi rendo conto che spesso le condizioni che portano ad un gesto simile, che siano per discriminazioni o affettive o ancor peggio economiche, a volte sembrano non aver soluzione, ma rimango dell'idea che il suicidio sia un grande atto di egoismo , perché i problemi forse per la persona che se ne va finiscono, ma per chi resta nascono i drammi, ed è proprio da chi ci vuole bene che bisogna sempre ripartire, più forti.

Un'altra tematica, estremamente vicina al mondo giovanile, è quella che riguarda i dubbi sulla propria sessualità. In alcune puntate, Sandro si è avvicinato a Claudio e tra i due, oltre ad essere tangibile l'attrazione fisica, è stata chiara anche la tensione emotiva: ci saranno ulteriori risvolti nella storia? Ti piacerebbe che questo argomento tornasse ad essere al centro delle vicende che lo riguardano?

Questo è un tormento che accompagnerà Sandro per molto tempo, credo che sia un qualcosa che quando avviene, soprattutto in un ragazzo insicuro come lui, non possa essere risolto subito. Sandro sta cominciando a vivere il suo rapporto con Rossella e questa attrazione avuta nei confronti di Claudio è stato un fulmine a ciel sereno che va affrontato con delicatezza . Mi piacerebbe che l'argomento venisse trattato perché lo trovo di estrema attualità, soprattutto perché parte da un contesto che io conosco bene, che è quello Accademico, dove so che casi come quello di Sandro avvengono spesso in quanto ci si trova in un luogo dove si può lavorare davvero sulla propria personalità scoprendo dei lati che magari non si sono mai palesati.

Il desiderio di seguire i propri sogni dedicandosi alla recitazione sembra unire te e il tuo personaggio ben oltre le scene. Come ti sei avvicinato alla professione dell'attore? I tuoi genitori come l'hanno presa?

La passione per la recitazione mi è scattata durante le scuole medie, avevo all'incirca 13 anni, quando partecipai ad uno spettacolo organizzato dalla mia prof di Lettere, interpretando un ruolo di Eduardo De Filippo. Tuttavia decisi di terminare gli studi e una volta finito il liceo ho pensato di prendere la cosa più seriamente iscrivendomi in un'Accademia di recitazione, nel contempo frequentavo la facoltà di Economia e Commercio con scarsi risultati, per fortuna dopo pochi mesi di studi accademici venni ingaggiato per il primo vero lavoro da professionista come co-protagonista della fiction per Rai Uno "La ladra". A quel punto capii che la mia strada doveva essere quella, i miei genitori vedendo la passione che ci mettevo ed i risultati che ottenevo non mi hanno ostacolato, anzi, mi hanno incoraggiato e sono stati sempre presenti e orgogliosi tra il pubblico in tutte le rappresentazioni teatrali a cui ho partecipato.

C'è un particolare tema sociale che ti piacerebbe vedesse coinvolto il tuo personaggio nel suo percorso di crescita?

Mi piacerebbe vederlo costruirsi il suo futuro da solo, tassello per tassello, senza rimpianti e con orgoglio, così da essere da esempio per tanti ragazzi italiani che magari si sentono scoraggiati e non pensano di potercela fare seguendo il loro istinto e le loro passioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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