L’isola felice di Ornella, la determinazione di Marina

marina giulia cavalliLa sua è un’oasi di pace nel marasma che coinvolge spesso gli altri abitanti di Palazzo Palladini. Ma lei, Ornella Bruni, la dottoressa di “Un posto al sole” capace di rassicurare chiunque, è anche una donna determinata: a rispettare sé stessa e le sue aspirazioni, come dovrebbe fare ogni donna. Un approccio condiviso da Marina Giulia Cavalli, l’attrice che le presta volto e voce da 13 anni. 

Ci ha raccontato che per interpretare i disturbi portati dalla disfasia dovuta all’incidente di Ornella lei si è ispirata alla storia di una sua amica. Si è trattato forse  di una delle poche occasioni in cui il suo personaggio affrontava un problema direttamente... 

Sì, quando si è trattato di affrontare le scene della malattia di Ornella ho attinto alla mia vita privata, è vero, ma c’è da dire che il mio personaggio, assieme a suo marito, Raffaele Giordano alias Patrizio Rispo, rappresenta quasi un’isola felice, una base di salvataggio del racconto e della comunità. Vicende rocambolesche coinvolgono Franco Boschi, Ferri, ma quando si arriva a casa Bruni-Giordano, l’atmosfera di relax e di gestione della vita quotidiana, ha la meglio: siamo quelli che aiutano,  interagiscono, mediano in momenti drammatici o di tensione.

Ornella è infatti sempre presente quando i suoi amici hanno dei problemi, soprattutto di salute: fa da interfaccia, spiega e rassicura. Tanti telespettatori vorrebbero un atteggiamento tale anche da parte del loro medico: possiamo sciogliere un dubbio per loro? Che tipo di specializzazione ha Ornella?

Ornella è un medico di base, una scelta degli autori per permetterle di interagire nelle varie situazioni. Lei non opera, ma assiste, è un medico generico. Inizialmente aveva anche uno studio privato in casa, poi abbiamo applicato anche in scena la legge: Ornella resta però un punto di riferimento anche fuori dal “pronto soccorso”. 

Un medico che però è anche un'amica, una mamma e una moglie: il prototipo della donna che si batte per conciliare lavoro e vita privata. Nella vita reale si è mai trovata a dover fare delle scelte? C'è un messaggio in particolare che vorrebbe far passare alle altre donne?

Ornella è un medico e come sappiamo in quella professione non ci sono orari, ma per fortuna il personaggio di Raffaele è quello di un uomo che ha pazienza, è comprensivo, e l’unica sua difficoltà è il non sentirsi all’altezza di alcune situazioni, ad esempio ora stiamo girando delle scene in cui lui rimarca la differenza di istruzione tra lui, la moglie e la figlia, Viola: lui non ha studiato, loro sì. Nella mia vita ho dovuto confrontarmi anch’io con la necessità di mettere insieme lavoro e vita privata, anche il fatto di girare a Napoli per me che sono piemontese è stata una cosa da affrontare: fortunatamente ho una buona energia, anche perché per me è fondamentale la vicinanza e la presenza accanto alla mia famiglia. Sono una madre, cosa che ha la stessa importanza rispetto al mio lavoro. Allo stesso tempo so che grazie alle mie scelte non sono una donna frustrata. Mi auguro di trasmettere questa idea soprattutto a quelle donne che sono incentrate solo su un ambito, la famiglia, il loro uomo: bisogna ricordarsi di sé stesse e della propria realizzazione, è una cosa fondamentale.

Sempre a proposito della dicotomia vita privata e lavoro, Ornella è anche una donna che ha fatto una scelta d'amore molto radicale: nata e vissuta a Milano, ha un compagno chiaramente, fortissimamente, napoletano... anche nel linguaggio. Lei ha mai avvertito un gap linguistico?

Sì, ma lo sento al contrario! Mi manca lo spesso linguistico che la lingua napoletana ha. Io sono nata in America ma vissuta in Piemonte: il nostro dialetto, in scena, ha sempre una connotazione regionalistica, il napoletano invece ha quel quid, quella facilità che lo rende diretto, gioviale, simpatico. Il perbenino nordico risulta meno gradevole.

Nella sua carriera ha saputo destreggiarsi tra il cinema e la tv con scioltezza, passando da Cechov a alla miniserie televisiva dedicata allo spedizione dei Mille in Sicilia: affiancherà al ruolo di Ornella di “Un posto al sole”, nuove esperienze?   

In passato l’ho fatto, è vero: ho messo accanto ad Ornella altre cose come “Una buona stagione” ma negli ultimi tempi ho dato la priorità a “Un posto al sole” e alla vita privata. Ovviamente se dovessero arrivare altre cose, anche dal teatro, ne sarei felice: ma “Un posto al sole” non si lascia! È una seconda famiglia, il luogo in cui ho trovato anche un ruolo corrispondente alla mia età anagrafica perché nello spettacolo, alle volte, può capitare alle donne di trovare solo dei ruoli da giovane trentenne o da signora.

Ci ha raccontato di essersi impegnata in diverse campagne sociali, da quella a supporto dei detenuti a quella per l'Admo e la donazione di midollo osseo. C'è un tema sociale che le piacerebbe fosse affrontato nelle puntate, magari con il coinvolgimento diretto del suo personaggio?

Mi piacerebbe che Ornella diventasse omeopata, che sostenesse la medicina naturale. La prova di racconto che si fa in “Un posto al sole” deve tenere sempre conto degli orari di messa in onda, ma è necessario sensibilizzare le persone. Ad esempio: io sono una donatrice di sangue e mi accorgo che questo tema, per quanto fondamentale, non è ancora conosciuto come si dovrebbe. Trattare questi argomenti in maniera non scolastica, parlare di immigrazione o adozione, è utile e soprattutto necessario.

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