Claudia Ruffo si racconta
Claudia Ruffo, icona di Un posto al sole, rivela: “Interpretare Angela mi ha arricchito, facendomi conoscere realtà difficili e persone speciali”. L’attrice, che nella fiction interpreta la bella e profonda Angela Poggi, operatrice del Centro di Ascolto creato dalla madre, denuncia la scarsa attenzione del Governo ai problemi sociali.
Sei entrata giovanissima nella fiction, come ti ha formato?
Ho iniziato a 16 anni, ora ne ho 32: praticamente lavoro a Un posto al sole da metà della mia vita. La fiction è stata la mia prima esperienza di lavoro: all’inizio ero timida e impacciata, con il tempo sono diventata sicura e spigliata. Tuttavia dimentico il lavoro nella vita privata, Angela non mi accompagna fuori dal set.
Che rapporto hai con la fama?
A 15 anni sei meno consapevole, se la fama fosse arrivata a 30 anni, magari mi avrebbe sconvolta. Fin dall’inizio apparire in tv è stato un meccanismo normale, familiare.
Purtroppo oggi per tanti giovani la fama viene prima dell’impegno, complici anche gli esempi negativi della tv e i talent show con insegnanti mediocri.
Tanti attori di Un posto al sole trovano impegnativi i ritmi di lavoro…
Sarà che questo è il primo metodo che ho appreso, ma sono abituata ai ritmi veloci. Quando mi sono trovata a lavorare in altre fiction o al cinema ho vissuto come un privilegio la possibilità di avere più tempo per preparare le scene. Basti pensare che ad Un posto al sole giriamo circa 11 scene al giorno, mentre in altre fiction o al cinema ne giri si e no 3.
L’ultima esperienza vissuta da Angela è stata una grande prova di attrice.
Farebbe forse più scena se rispondessi che mi sono preparata tanto. Rispetto ad Angela ho quella sicurezza necessaria che mi permette di affrontare scene e temi complessi. Sul tema della violenza sessuale ci sono tanti film, interviste, documentari, che come donna mi colpiscono e che fanno parte del mio bagaglio interiore. Così nella recitazione sono andata d’istinto, sentendo ciò che dicevo. Forse è questo che ha reso possibile il miracolo di far arrivare le sensazioni al pubblico a casa. Al contrario quando ho interpretato Orgoglio, mi sono documentata a fondo sulla storia del ‘900 dovendo lavorare su un personaggio completamente nuovo e lontano da me.
Come vivi il rapporto con Napoli?
Vivo in modo positivo la mia città. Mi innervosisce quando attribuiscono a Napoli eventi negativi che potrebbero accadere ovunque. Proprio poco fa mi ha chiamato una collega dicendomi che le hanno rubato l’auto sotto casa a Roma.
Penso che quelli che sono difetti a Napoli sono accentuati, ma anche i pregi lo sono. Mi fa arrabbiare ad esempio che i vigili non dicano nulla a chi getta le lattine a terra a due passi da loro. D’altra parte mi piace lo spirito libero dei napoletani finché le piccole deroghe alle regole sono fatte nel rispetto delle persone e della città.
E poi basta fare una passeggiata sul lungomare liberato e guardare il golfo per sentire una magia speciale. Forse è il mare, la presenza del Vesuvio o l’unione di questi elementi naturali che rende Napoli impareggiabile.
Spesso i casi affrontati nel Centro di Ascolto sono ispirati a storie reali, cosa si può fare per lottare contro il degrado e la deprivazione vissute in certe zone della città?
Ben poco. Esistono realtà da cui è difficile uscire senza un reale supporto. Non possiamo prendercela con una persona povera che vive in quartiere disagiato e che commette un furto. Non voglio giustificare i reati, ma è troppo facile dire che i napoletani sono un popolo difficile, se non gli si danno le giuste opportunità. Dove sono quelli che ci governano e potrebbero cambiare le cose in fretta se solo volessero e invece distribuiscono in modo impari il benessere?
La tua sensibilità sociale è anche merito di Angela?
Angela mi ha arricchito umanamente, con i suoi occhi ho avuto modo di conoscere da vicino le problematiche sociali della città, ma anche le realtà positive che cercano di risolverle con una coscienza profonda e altruista. Di fatti ciò che apprezzo di più in Un posto al sole è che si ispira a ciò che accade nella realtà che viene studiato dai nostri bravi sceneggiatori. Inoltre isieme agli altri attori sosteniamo quali testimonial tante associazioni che lavorano in Italia e all’estero per sostenere i più deboli, come i bambini.
Ultimamente hai incontrato sul set i familiari delle vittime innocenti della criminalità…
Io sono molto empatica e incontrare persone in carne ed ossa che hanno vissuto un dramma così profondo mi ha toccato molto. Anche solo immedesimarmi è stato doloroso.
Capisci che può accadere a tutti, anche a te, questo ti porta ad essere solidale e a combattere nel tuo piccolo.
C’è qualche storia che ti piacerebbe raccontare attraverso il tuo lavoro?
Credo che il cinema o la televisione trasmettano i messaggi in modo più incisivo e diretto, là dove le parole falliscono. Da attrice mi piacerebbe far parte di un progetto finalizzato a sensibilizzare gli animi di ci governa. Ci stanno esasperando sperperando il denaro pubblico in festini mentre le persone povere sono sempre di più e sempre più emarginate in tutti i settori della vita. Da sole non ce la possono fare. Le risorse andrebbero spese nel sociale per alleviare tutte quelle mancanze che rendono la loro vita impossibile penso a mense per i poveri, centri per gli immigrati, progetti di inserimento lavorativo. Direi ai politici: “Abbiate pietà!”
Alessandra del Giudice
Claudia Ruffo (Napoli, 24 maggio 1980) è presente, con il ruolo di Angela Poggi, dalla prima puntata di Un posto al sole, andata in onda il 21 ottobre 1996 su Rai 3. Abbandonata, dopo nove anni la soap, entra nel cast della serie tv Orgoglio capitolo terzo, in cui interpreta il ruolo di Celeste Dubois. La serie in tredici puntate, con la regia di Giorgio Serafini e Vincenzo Verdecchi, è andata in onda nel 2006 su Rai Uno. Nel 2006 interpreta il ruolo di Daria nel cortometraggio Due, sceneggiatura e regia di John Sparano. L'anno successivo interpreta il ruolo di Sara Polimenti nella serie tv Gente di mare 2, regia di Andrea Costantini e Giorgio Serafini.Nel 2008 recita nei film: Animanera, regia di Raffaele Verzillo e Ce n'è per tutti, regia di Luciano Melchionna. Nel 2010 ritorna ad interpretare il ruolo di Angela Poggi. Nel 2011 partecipa al film Tatanka, ispirato al libro di Roberto Saviano, nel ruolo di Luisella.
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