Alberto Rossi intrepreta da sempre Michele Saviani in Un Posto Al Sole: presente nel cast sin dal primo giorno, in questi anni, ha portato in scena moltissime vicende sociali, dalla camorra al bullismo, dalla prostituzione minorile alla ludopatia senile, passando per le discriminazioni di genere, complice anche il suo mestiere di giornalista che lo ha reso spesso portavoce delle storie altrui.
Ma ora ad essere al centro del social drama più longevo della Rai è la sua di storia: Michele, forse per la prima volta, vive sulla propria pelle un dramma, tra l’altro molto attuale, quello della depressione di un uomo di mezza età che si ritrova senza lavoro e non sa dove sbattere la testa. Un personaggio che ci ha sempre abituati a solidità e certezze, ora è privo di punti di riferimento: in rotta con Silvia, malinconico perché Rossella si è momentaneamente trasferita ad Indica, Michele si trova in un momento molto difficile. “Una bella sfida da un punto di vista recitativo”, ci racconta l’attore di origini toscane.
Michele non sta vivendo un bel periodo. Non siamo abituati a vederlo così giù…
Michele è depresso, è un uomo di mezza età che ha perso il lavoro, dopo una vita di scelte, sacrifici e una solida sicurezza professionale. Ha lasciato la radio per questo scontro con l’editrice che lo avrebbe portato a tradire i suoi principi granitici. Piuttosto che cedere, ha preferito andare. Anche io sono un uomo di principi, ma forse non avrei lasciato così il lavoro, con una famiglia da mandare avanti. Io avrei continuato a lavorare un altro po’, a meno che questo non avesse portato a una vera e propria violazione dei diritti, con tutte le conseguenze del caso.
Come se non bastasse anche con Silvia le cose non vanno benissimo…
Michele vive un momentaccio, oltre alla disoccupazione, deve fare i conti con le preoccupazioni per la figlia che, a causa della situazione con Patrizio, è andata via, e con i problemi con la moglie. In questo momento vivono come dei separati in casa ma restano alleati umanamente, su tutta una serie di fronti, a partire da Rossella. La loro è una coppia aperta affettuosamente a quello che può accadere, perché, anche se sembra finito l’amore, restano affetto e stima incondizionati, loro hanno una storia alle spalle e Michele può contare sul supporto della compagna di una vita, e viceversa. Ma non si sa come andrà a finire, io tra l’altro non leggo mai prima le scene, mi piace essere colto di sorpresa dai copioni.
Come sta affrontando sul piano attoriale la svolta del suo personaggio?
Sul piano recitativo, è una bella sfida da affrontare. Rendere reale la depressione è un lavoro molto più faticoso mentalmente, è tosta ma è una bella opportunità come attore. Del resto, Michele ci ha abituati a una seriosità, non è uno che ride tanto.
Dopo anni nella grande famiglia di Un Posto Al Sole, che bilancio ne trae?
Assolutamente positivo, sono 25 anni che lavoro stabilmente: è una cosa anomala per la mia categoria caratterizzata da una grande precarietà, non succede mai, io lavoro 11 mesi all’anno. Vado avanti, senza problemi. Mi ritengo un privilegiato anche perché, anche in questo momento difficile per il mondo dello spettacolo, noi non ci siamo fermati, tranne che per quei 3 mesi, nel primo lockdown, aspettando che la produzione mettesse insieme un protocollo adeguato. Certo, risulta strano dall’altra parte vedere scene senza baci e abbracci, ma ci auguriamo che presto ritorneremo anche noi alla normalità!
Dopo tutti questi anni, riesce a mantenere una distanza dal suo personaggio?
È il mio lavoro, c’è l’immedesimazione che serve sulla scena, ma poi, quando finisce il ciak, torno ad essere me stesso. Ovviamente ci sono delle cose che ci accomunano, anche io una persona seria e onesta come Michele ma mi auguro di essere un po’ più simpatico, certamente sorrido molto di più!
Ultimamente, si vocifera che se ne vada, come talvolta si sente dire di tanti volti storici della soap…
Credo che questa voce derivi dal fatto che vedono che la coppia Silvia-Michele sta in crisi in questo momento e immaginano che ci sia qualche cambiamento. Succede periodicamente ma sono solo tentativi di fare click, quando non di vero e proprio terrorismo mediatico. A un certo punto, si era detto che ce ne saremmo dovuti andare io, Patrizio Rispo, Marina Giulia Cavalli, Marzio Honorato, dopo Lucio Allocca che effettivamente si è già allontanato da un po’. Nulla di più lontano dalla realtà.
Condivide la scelta della produzione di non affrontare la pandemia?
All’inizio questa scelta ci ha un po’ sorpresi, devo dire, perché Un Posto Al Sole ha sempre cavalcato la realtà, ma, parlando poi con gli scrittori, ho capito che non poteva essere altrimenti. Sarebbe stato impossibile da un punto di vista narrativo affrontare l’isteria che pervade questo fenomeno assurdo e tragico, ci sono notizie che cambiano da un momento all’altro, avremmo rischiato non stare sul pezzo, non essere credibili né attuali. Senza considerare che, dopo aver sentito le notizie tragiche del tg della sera, le persone vogliono distrarsi un po’. E, anche se è vero che è giusto dare spunti di riflessione, bisogna pure mantenere una certa leggerezza.
C’è un tema sociale nuovo che vorrebbe mettere in scena attraverso il suo personaggio?
No, ma semplicemente perché credo che Michele, direttamente o indirettamente, ne abbia affrontati davvero tanti, dalle baby escort alla dipendenza da gioco, più tutti i fatti di cronaca che ha cavalcato da giornalista. Ora vive sulla sua pelle quello della disoccupazione di un uomo non giovanissimo che deve rimettersi in gioco nel mondo del lavoro, tema molto attuale.
Maria Nocerino
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