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Martedì 4 Ottobre 2022




Thea ed Emil: sorella e fratello sul set, innamorati nella vita!

upasIn Un Posto Al Sole interpretano Thea ed Emil, sorella e fratello di origini rom, la cui storia si intreccia soprattutto con quella di Silvia (Luisa Amatucci) e Giulia (Maria Tagliaferri), portando in scena la delicatissima ed attuale tematica del razzismo e degli stereotipi, ancora molto radicati nel nostro Paese, verso l’etnia rom.

Ma nella vita gli attori (ballerini e registi) di origini armene Sargis Galstyan e Marine Galstyan sono marito e moglie, e vivono a Roma con il loro piccolo Edgar, di 4 anni e mezzo. A far da cornice al loro sogno d’amore è stata proprio l’Italia, dove si sono conosciuti e innamorati 12 anni fa, incontrandosi “per caso” per ragioni artistiche, loro due che “per caso” provenivano dallo stesso paese e che “per caso” avevano lo stesso cognome! Una storia davvero incredibile, ne parliamo con Marine Galstyan, la new entry Thea. 

Marine, come vi siete ritrovati in questa “avventura” italiana?

Entrambi siamo armeni, da 18 anni viviamo e lavoriamo in Italia, con l’agenzia Cristina Caremoli, che ringraziamo pubblicamente per la stima e la fiducia. Nel 2020 abbiamo fatto i provini per Un Posto Al Sole e siamo stati presi; io sono nel cast dalla fine di settembre, Sargis ha fatto la sua prima apparizione a dicembre. Siamo entrambi attori, di teatro e cinema, abbiamo una formazione completa: io sono laureata all’Accademia statale di teatro e cinema, e ho anche studiato come regista; lui ha studiato coreografia e regia, ed è stato primo ballerino della compagnia di danza classica di Erevan. Per noi, per la nostra disciplina e la nostra cultura, chi calca un palco deve sapersi muovere!

Sulla scena siete fratello e sorella, nella vita marito e moglie. Come è lavorare insieme? È la prima volta che vi capita?

Lavorare insieme è molto bello e può risultare anche efficace, perché puntiamo al  massimo risultato aiutandoci e criticandoci a vicenda, ma non è la prima volta. Spesso abbiamo lavorato insieme, nel 2012 abbiamo fondato la compagnia teatrale italo-armena “Incontroverso”. La nostra storia d’amore, del resto, è cominciata per un incontro per caso per ragioni artistiche…

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Dunque, vi siete conosciuti in Italia?

Sì, ci siamo conosciuti in Italia, tutto è avvenuto davvero per caso. Abbiamo lo stesso cognome, ci conoscevamo per fama, ma ci siamo incontrati per un lavoro qui a Roma, ci siamo innamorati subito, io ho capito che Sargis era quello giusto dal primo istante. All’epoca avevamo 27 anni io e 29 lui, in amore non bisogna avere fretta! Ci siamo amati immediatamente e abbiamo amato sin da subito questo Paese che ci ha fatto incontrare, eravamo molto curiosi di conoscerlo, abbiamo praticamente imparato la lingua in due mesi. Per forma mentis, siamo abituati a studiare tanto e con disciplina, poi, anche per avere più opportunità in ambito artistico, era fondamentale conoscere bene l’italiano. Ormai stiamo insieme da 12 anni, un tempo che è volato, sarà perché siamo due creativi, lavoriamo nell’arte, non avrei potuto vedere la mia la mia vita se non con un artista al mio fianco. Ora ci completa nostro figlio, Edgar, 5 anni ad agosto. 

Vivete a Roma?

Stiamo a Roma che, con tutti i suoi problemi, io considero la mia città sin dalla prima notte in cui ho dormito nel mio primo letto italiano. Dico sempre che Roma è la mia città mentre l’Armenia è il mio Paese. A Napoli andiamo solo per girare ma la trovo una città meravigliosa  ed accogliente. Del resto, la mia migliore amica è napoletana e quindi ho solo trovato conferme nel calore e nell’umanità che ho scoperto conoscendo tutto lo staff, anche quello che sta dietro le quinte, di Un Posto Al Sole. 

Portate sulla scena una tematica estremamente delicata, quella del razzismo e degli stereotipi legati all’etnia rom, quanto credete sia importante raccontare attraverso la tv questo genere di tematiche?

La tematica è delicata e attuale, ed è importante parlare con il mezzo televisivo: solo affrontando il problema si trova una via d’uscita, la tv è un potentissimo strumento in questo senso. Come si potrebbe arrivare altrimenti a tanta gente con questi temi?

A proposito della vicenda che vi vede protagonisti, vi è mai capitato di vivere sulla vostra pelle episodi di discriminazioneo intolleranza, direttamente o indirettamente?

Sono capitati degli episodi all’inizio della nostra permanenza in Italia ma niente di grave. Certamente esistono persone con forti pregiudizi ma con il tempo molti sono diventati amici, siamo riusciti a cambiarli, alla fine siamo stati accolti bene qui. Il pregiudizio non si basa su esperienze dirette ma si riconduce a modelli culturali accettati inconsciamente, di cui neanche ci si rende conto. Una persona ti può ferire, senza saperlo. In questo senso, la tv ha molto lavoro da fare.

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Invece, come siete stati accolti nella grande famiglia di Un Posto al Sole?

Nel cast ci siamo subito trovati bene, siamo stati accolti con grande affetto e professionalità, abbiamo avuto modo di parlare di tante cose ed essere ascoltati. Io, personalmente, ho girato tante scene con Marina Tagliaferri, e mi ci sono trovata bene sia professionalmente sia umanamente. Stessa cosa con Luca Turco. 

Progetti in corso e/o progetti futuri?

Io sto preparando uno spettacolo teatrale, “La proposta di matrimonio” di  Čechov, una commedia che vede in scena bravissimi attori come Enrica Pintore, Giorgio Lupano e Stefano Antonucci, di cui io curo la regia. Quando usciremo da questa emergenza, speriamo presto, debutteremo a Roma, poi speriamo di poterlo portare in giro per l’Italia. Ho anche finito di girare un corto sulla violenza sugli animali, incentrato sulla corrida, di cui sono protagonista, con un monologo e delle scene, il tutto girato in Italia. 

Quale è il sogno più grande da realizzare nella vostra carriera artistica e nella vita?

Il mio sogno più grande, sul piano professionale, è continuare la mia carriera e avere, quindi, una sicurezza dal punto di vista artistico. Nella nostra vita, parlo per me e mio marito, la massima ambizione è quella di vedere realizzato nostro figlio, Edgar, che oggi ha 4 anni e mezzo. 

Quale altra tematica sociale le piacerebbe affrontare in Un Posto Al Sole?

Per come sono io, se devo entrare in un personaggio, studio. Così, oltre a guardare Un Posto Al Sole, mi sono fatta una cultura anche sociale e sulle scelte stilistiche e di contenuto della produzione, che personalmente ammiro tantissimo. Mi piacerebbe vedere uno sviluppo del mio personaggio e di quello di Emil, da persone che chiedono aiuto a persone straniere, perfettamente integrate, che possono dare un aiuto. Insomma, sarebbe bello mostrare un’altra faccia anche degli stranieri, quelli accettati, inseriti nella società, che hanno fatto magari carriera. La tv dovrebbe portare in scena, anche perché no, prima dei tempi di maturazione della società, migranti che sono persone oneste, assistenti sociali piuttosto che giudici, che possono contribuire al benessere della società. La televisione è un potente mezzo per preparare le persone al nuovo: vedere cose diverse, in maniera costante, poi aiuta ad accettarle.

Maria Nocerino

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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