A New York, si sa, quando cammini, devi guardare verso l’alto, così da non perderti le cime degli spettacolari grattacieli che, da oltre un secolo, ne caratterizzano l’architettura e ne definiscono lo skyline, sempre e, probabilmente, per sempre, il più iconico al mondo.
E se la passione per l’altezza è certamente frutto della necessità di “accomodare” quante più persone possibile su una superficie, comunque, limitata, essa è stata anche, nel tempo, la spinta alla genialità di architetti visionari che hanno dato, a volte, vita a sfide memorabili come quella che vide opposti due ex amici: William Van Alen e Craig Severance.
I due, che in precedenza, avevano lavorato a tanti progetti insieme, si ritrovarono, verso al fine degli anni Venti, a essere protagonisti di una delle competizioni più appassionanti della città: quella per la costruzione del grattacielo più alto del mondo. Van Alen aveva avuto l’incarico da Walter Chrysler, di realizzare un tributo in suo onore, mentre Severance, a due passi dalla Borsa, ultimava i progetti del Manhattan Co. Building, oggi conosciuto come il 40 Wall Street. Nonostante i presupposti diversi alla base dei due progetti, il loro sviluppo diede origine a una grandissima rivalità, con la città divisa fra due squadre e i giornali che raccontavano ogni singolo dettaglio di una competizione piena di colpi di scena e di cambi alla guida. Il tutto per un intero anno, periodo di tempo sorprendentemente breve se consideriamo la complessità dei due progetti per quell’epoca. E, proprio come in un film, Severance fu il primo a completare il suo progetto, con un edificio che, arrivati in cima, era più alto del Chrysler, anche se di pochi metri; Wall Street aveva battuto Midtown e potevano partire i festeggiamenti. Ciò che nessuno sapeva, tuttavia, era che, segretamente, Van Alen aveva fatto realizzare un pinnacolo di 56 metri, rimasto rigorosamente nascosto nel vano dell’ascensore fino a quel 23 ottobre del 1929, quando fu fatto emergere come “una farfalla che lascia il suo bozzolo”. La gloria di Severance era durata davvero un “New York minute” e la città aveva fatto un passo in più verso il cielo con la meravigliosa trama architettonica dell’iconico Chrysler che si aggiudicò il titolo di edificio più alto del mondo. Almeno per un po’. Dopo soli 11 mesi, infatti, l’Empire State Building fu completato, aggiudicandosi il diritto di stare sul tetto del mondo e restarci per circa 40 anni. Il povero Van Alen, peraltro, che non aveva mai firmato un reale contratto con Walter Chrysler, si vide rifiutare il pagamento del tradizionale 6% che veniva garantito ai progettisti e si ritrovò a fare causa al magnate delle automobili, rovinandosi la reputazione e la carriera.
Angela Vitaliano