da New York Angela Vitaliano
Kobe Bryant che parla italiano? Il fatto che l’ex stella dei Los Angeles Lakers sappia esprimersi correntemente nella nostra lingua potrebbe risultare come una novità per molti, soprattutto perché il suo modo di parlare rivela chiaramente uno studio approfondito della nostra grammatica e delle sue regole.
Kobe, infatti, è cresciuto a Rieti, dove suo padre, giocatore professionista dell’NBA, si era trasferito, per unirsi a una squadra locale, quando lui aveva solo sei anni. Kobe, tuttavia, non è l’unico VIP che comprende e parla bene la lingua di Dante: Meryl Streep, ad esempio, non ha mai nascosto la sua passione per l’italiano così come, ovviamente, Robert De Niro, Colin Firth o, a sorpresa, l’indimenticabile Audrey Hepburn.
La cucina, la moda, il cinema, poi, hanno sempre funzionato come grandi attrattori sebbene negli Stati Uniti e, in particolare, a New York, dove ancora oggi vive una delle comunità italiane più ampie del Paese, a favorire l’estrema diffusione del nostro idioma siano stati gli immigrati che, soprattutto fra la fine del 19mo secolo e l’inizio del 20mo, si sono trasferiti da queste parti, affascinati dal cosiddetto “sogno americano”. Secondo i dati a disposizione, derivanti dall’ultimo censimento, circa 709mila persone, residenti negli Stati Uniti, parlano correntemente italiano quando sono a casa; soprattutto, però, la lingua attrae appassionati di ogni età e provenienza, che la amano al punto da renderla la quinta più studiata fra tutte quelle straniere.
New York e il New Jersey restano gli stati con il più alto numero di persone la cui lingua nativa sia l’italiano: 294mila e 116mila, rispettivamente. Inutile dire che tale popolarità corrisponde al desiderio di studiare e approfondire la conoscenza della lingua in maniera seria e, da qui, un pullulare di scuole private che offrono classi per tutte le età e tutti i livelli di preparazione. A fare da apripista, oltre trent’anni fa, “Parliamo italiano” che nella bellissima sede di “Casa Lally”, nell’ Upper East Side, è diventata un punto di riferimento così importante da essere poi comprata dall’Hunter College che continua a offrire corsi di ottimo livello e molto apprezzati.
E a New York, il livello dei corsi è decisamente alto, anche grazie al fatto che gli insegnanti devono essere obbligatoriamente madrelingua italiana. E questo è solo il punto di partenza. Soprattutto nell’insegnamento privato, infatti, sono richieste conoscenze in vari ambiti e anche la capacità di mantenere alto l’interesse e il coinvolgimento degli studenti. Negli ultimi anni, peraltro, le istituzioni del nostro Paese stanno spingendo molto per promuovere l’insegnamento dell’italiano anche nelle scuole pubbliche che si stanno, piano piano, aprendo a un bilinguismo che non si ferma solo al francese e allo spagnolo.