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Martedì 4 Agosto 2020




Affido: strada possibile e sostenibile, anche economicamente

CAM01775La famiglia è un diritto per ciascun bambino: lì costruisce la propria identità. Ma cosa succede quando un minore è privo di un ambiente familiare idoneo? Può essere affidato, temporaneamente, a un’altra famiglia, a coppie sposate o meno, con figli o senza, o a singole persone. Non ci sono vincoli di età o di reddito ma altri requisiti fondamentali: in primo luogo, una grande apertura.

La capacità di accogliere nella propria vita e nella propria casa altre persone, la forza di essere disponibile ad accompagnare - per un tratto di strada più o meno lungo - un bambino senza la pretesa di cambiare tutta la sua vita ma aiutandolo a relazionarsi con essa, l’intelligenza di riconoscere l’importanza della sua famiglia d’origine: sono queste, principalmente, le caratteristiche degli aspiranti genitori affidatari. Oggi, il progetto pilota sperimentale di affido etero familiare “I figli degli uomini” è rivolto proprio a loro.

L’affido etero familiare (ovvero fuori dalla famiglia di origine) rappresenta uno strumento privilegiato per l’assistenza ai minori, in quanto garantisce un sistema familiare di cure, favorendo anche la costruzione di legame di solidarietà tra famiglie e cittadini. Su questo tipo di relazione e iniziative, il Comune di Napoli sta investendo molte risorse ed energie già da tempo. Spiega Roberta Gaeta, assessore al Welfare, che l’Amministrazione, nell’ultimo anno e mezzo si è mossa con slancio e organizzazione per rilanciare la pratica, dialogando con le realtà presenti e attive sul territorio: “L’affido è un intervento fondamentale, spesso messo da parte perché non conosciuto dall’opinione pubblica. Proprio in quest’ottica il Comune ha voluto sostenere e patrocinare l’iniziativa “I figli degli uomini”, provando a intervenire in maniera concreta e fattiva per il benessere dei bambini”.

Il progetto, curato dal Centro Studi Ksenia e Ariete Onlus, in protocollo di intesa con il Servizio Politiche per l’Infanzia e l’Adolescenza del Comune e con il contributo della Fondazione di Comunità del Centro Storico, punta sulla sensibilizzazione e promozione di questo tipo di risorsa, attraverso una serie articolata di iniziative: dalla creazione di un database di famiglie affidatarie (ad oggi sono circa 5mila, quasi tutte in Campania) all’organizzazione di percorsi di formazione per famiglie e operatori, dall’accompagnamento per le famiglie affidatarie alla promozione di reti di cittadini e famiglie solidali (iniziative di SAD di vicinanza, promosse da Ariete Onlus quale membro del Consiglio Nazionale di ForumSAD).

Perché l’affido è la prima strada possibile e sostenibile (anche economicamente)

L’affido, seppur poco conosciuto, è uno strumento utile per aiutare i minori e le famiglie vulnerabili, le cui difficoltà non riguardano esclusivamente fenomeni di povertà. Spiega la dirigente del Servizio Politiche per l’Infanzia e l’Adolescenza del Comune, Barbara Trupiano: “I bambini che mettiamo in protezione sono davvero in situazioni difficili, non solo dal punto di vista economico. L’affido è allora una grande risorsa perché non ci si prende cura solo del bambino ma si lavora anche con le famiglie di origine perché la misura è temporanea: l’obiettivo è il ripristino del suo potenziale”. Parliamo, dunque, di un istituto temporaneo in cui le famiglie affidatarie non accolgono solo il minore, ma anche la famiglia d'origine. La legge prevede che questa misura non superi i due anni, sebbene, spiega l’Assessore Gaeta, “ci sono casi difficili in cui, il giudice può disporre un prolungamento e pensare poi a percorsi di adozione o di autonomia”, ma va tenuto a mente che non si tratta mai, al principio, di un passo verso un percorso - quello dell’adozione - che resta completamente diverso e non sovrapponibile. Il progetto mira, allora, a sensibilizzare la comunità rispetto ad un’opportunità: quella di sostenere concretamente un bambino senza staccarlo completamente dal suo ambiente di riferimento ma dandogli la possibilità di uno spazio protetto quando la sua famiglia d’origine si trova a vivere una difficoltà. Le tipologie di affido possono essere molte: spiega ancora Barbara Trupiano che l’affido residenziale,  in cui Il bambino viene accolto presso la propria casa, con l'impegno di assicurargli il mantenimento, l'educazione, l'istruzione, le relazioni affettive e comunque un'adeguata risposta ai bisogni di cui necessita, non è l’unica strada. Ci sono forme di affido diurno o part time in cui il bambino o il ragazzo ancora minorenne vengono inseriti, durante il giorno, in un contesto familiare altro che lo accoglie e lo accompagna fino a sera, quando si ritorna a casa.

Ma oltre alla chiara valenza sociale, l’affido può risultare sostenibile anche economicamente. A funzione di mero esempio, basti sapere che oggi il Comune di Napoli vede la presenza di 192 minori in affido, il 70% intrafamiliare (minore accolti da parenti entro il IV°grado) e il  30% etero familiare: per sostenerli la spesa è di circa 1 milione di euro l’anno a fronte dei circa 16 spesi per l’istituto della Case Famiglia.

Come si diventa famiglie affidatarie

Perché sia facile per le famiglie arrivare all’affido, oltre ad avere come riferimento i centri territoriali, il Comune ha creato un gruppo di lavoro specifico e un ufficio dedicato che risponde allo  081.7959244 e alla casella email infanzia.adolescenza@comune.napoli.it   e Ariete Onlus, già in data 20 febbraio, a partire dalle ore 17,00, offre la possibilità di prendere parte all'incontro presso la sede dell’associazione (Via Broggia, n.11) per informare in modo dettagliato le coppie e le famiglie interessate ad essere coinvolte nel progetto.

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