Sono circa 2000 i senza dimora che vivono tra Napoli e provincia. In aumento, tra di loro soprattutto gli italiani, anche giovani, mentre resta stazionario il numero dei migranti, anche perché la pandemia, in qualche modo, ha bloccato i flussi migratori. Diversi i servizi realizzati dal Comune di Napoli e dalle realtà sociali - in stretta connessione col mondo del volontariato, in particolare quello cattolico, impegnato da sempre su questo fronte - per creare una rete di supporto rivolto alle persone più fragili.
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Intervista all’assessore comunale al Welfare Luca Trapenese
Il nostro viaggio nel mondo dei senza dimora fa tappa a Palazzo San Giacomo, dove incontriamo l’assessore comunale alle Politiche sociali Luca Trapanese. “La risposta da dare a queste persona va oltre la logica emergenziale, deve essere una presa in carico totale attraverso un accordo tra diversi assessorati e con l’ASL, in stretta collaborazione con quelle realtà sociali serie che, in questi anni, si sono trovate a riempire il vuoto delle politiche sociali”.
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Una macchina della solidarietà senza sosta. Questo è quello che traspare subito entrando nel Centro di accoglienza Elia Leva della Basilica del Carmine, a via Marina.
È passato ormai quasi un mese dallo sgombero della Galleria Umberto di Napoli e la situazione pare effettivamente cambiata. Molti poveri che avevano eletto questo posto a loro casa sono andati via, addirittura uno di loro, “l’irriducibile”, è stato accolto in una struttura. Ce lo racconta Benedetta Ferone, responsabile dei senza dimora per la Comunità di Sant’Egidio di Napoli, associazione che da oltre 30 anni è accanto ai poveri e a chi vive per strada.
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Un servizio complesso e polifunzionale per i poveri e i senza dimora. Si trova a pochi passi dall’Albergo dei Poveri in piazza Carlo III ed è la struttura di accoglienza a bassa soglia diurna del Comune di Napoli gestita dal gruppo di imprese sociali Gesco attraverso la cooperativa Dedalus.
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Dalla baraccopoli dell’ex mercato ittico, devastata da un incendio lo scorso 16 gennaio, al Cardarelli, passando per la Stazione centrale. È la Napoli dei senza dimora, fatta di volti, di storie differenti. Ci sono migranti che scappano da situazioni difficili, persone che si sono trovate per strada a causa di problemi personali, familiari, lavorativi.
Un rifugio, un tetto, un posto dove stare in attesa di un giorno nuovo, sempre diverso dal precedente.L’Istituto S. Antonio La Palma (in Salita di Mauro allo Scudillo 21) è una delle principali, e più radicate, strutture di accoglienza notturna a bassa soglia per i poveri e i senza tetto di Napoli.