In Campania esistono in tutto 44 Centri per la fecondazione medicalmente assistita, 2 pubblici e 16 privati che applicano tecniche di I livello e 7 pubblici e 18 privati che praticano tecniche di II e III livello. La Regione Campania finanzia la PMA (procreazione medicalmente assistita) nei centri pubblici dove però non è ancora possibile effettuare la fecondazione eterologa così come non esistono convenzioni con i centri privati.
Nella pratica se è possibile accedere alla PMA (procreazione medicalmente assistita) nei centri pubblici gratuitamente grazie al DPCM del 12 gennaio 2017 che inserisce la PMA nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) (come abbiamo visto in dettaglio nell’articolo: I centri accreditati e la normativa in Italia), di fatto la fecondazione eterologa non è praticata nei Centri Pubblici e non è ancora regolamentata dalla Regione Campania: le coppie che necessitano questo tipo di tecnica sono obbligate a recarsi in altre regioni italiane quali: Toscana, Emilia e Friuli. L’ultima regolamentazione della Campania in materia della procreazione medicalmente assistita risale a giugno 2016 ed è la delibera della Giunta Regionale n. 284 del 21/06/2016. Nell’allegato A leggiamo che “Fino alla conclusione del Piano di Rientro non è consentito autorizzare i pazienti allo svolgimento delle tecniche di PMA omologa in altre Regioni con costi a carico del Servizio Sanitario Regionale della Campania. La Campania non può garantire alle altre Regioni il rimborso delle spese sostenute per le prestazioni di PMA in favore di propri cittadini. Fecondazione eterologa: Fino alla conclusione del Piano di Rientro e fino ad organica disciplina regionale in materia, i pazienti possono sottoporsi a tecniche di PMA Eterologa in altre Regioni senza costi a carico del Servizio Sanitario Regionale della Campania”.
D’altra parte poiché l’eterologa rientra nei LEA le Regioni non attrezzate come la Campania sono obbligate a sostenere il costo della tecnica realizzata in un ospedale di un’altra regione. Ma ovviamente lo spostamento comporta dei costi aggiuntivi di trasporto, vitto, alloggio che devono essere sostenuti privatamente. Un problema fondamentale è quello del materiale biologico (ovociti e sperma) che dovrebbe essere prelevato da una Banca apposita che attualmente in Campania non c’è. Pertanto l’unica alternativa per le coppie che hanno necessità di realizzare questo tipo di tecnica è andare in un’altra regione o riferirsi ai centri privati che acquistano il seme e/o gli ovuli da banche estere.
Intanto il Servizio Materno Infantile della Regione Campania (A.G.C. Assistenza Sanitaria Centro Direzionale - Isola C3 - 80143 Napoli) sta lavorando per recepire i dettami del Dpcm 12/01/17 con cui da gennaio 2017 il Servizio Sanitario Nazionale ha riconosciuto come erogabili ai cittadini le prestazioni relative alla Procreazione Medicalmente Assistita. In particolare si sta tentando si strutturare un sistema che contempli anche un ticket per l’eterologa e per cui il singolo centro prenda in cura la coppia a trecentosessanta gradi senza spese aggiuntive così da fornire un modello standard che non discrimini le coppie che hanno meno possibilità economiche come nella pratica avviene oggi. C’è da sottolineare infatti che attualmente gli esami genetici (siamo intorno ai 600/700 euro a partner) richiesti dai centri sia pubblici che privati a tutte le coppie che debbano intraprendere un ciclo di fecondazione medicalmente assistita di II o III livello devono essere pagati integralmente dai singoli- come confermano diverse donne che stanno intraprendendo il percorso per la PMA- poiché la maggior parte dei medici di base li prescrivono solo in caso di diagnosi accertata di patologia genetica. (AdG)